Valve non ha ancora ammesso pubblicamente l'esistenza di Deadlock, uno sparatutto sei contro sei che mescola elementi da hero shooter e da MOBA, e non l'ha nemmeno annunciato. Da metà agosto 2024, però, alcuni giocatori lo stanno giocando e dal loro racconto (e dai loro screenshot) possiamo ricostruire i pilastri principali di questo interessante progetto che punta a mescolare due generi apparentemente molto diversi.
Tanto ispirato a Team Fortress 2 quanto a DOTA 2, Deadlock si presenta come uno sparatutto in terza persona dal passo piuttosto lento, con una mappa divisa in quattro corsie e con una serie di strutture nemiche da abbattere e alleate da difendere. Gli eroi hanno set di mosse fissi, sono divisi in ruoli (non ci sono vincoli come in Overwatch 2) e sono disponibili degli oggetti per migliorare le loro prestazioni.
Le similitudini con i MOBA continuano grazie alla presenza di minion che compaiono a ondate e devono essere accompagnati da uno o più giocatori per avere successo nell'eliminare le fortificazioni avversarie: impossibile non iniziare ad includere anche Smite tra i giochi a cui Valve sembra aver attinto.
Il silenzio di Valve
Se non è stato annunciato o anche solo menzionato dal suo sviluppatore, come sappiamo che questo è un gioco di Valve? Ovviamente dai loghi in fase di caricamento, dalle note legali che citano la casa di Gabe Newell e persino dalla pagina Steam (privata) che riporta proprio Valve come sviluppatore e publisher. Risulta quanto mai curioso che, con così tante persone (si dice siano 20.000) che hanno ricevuto l'accesso, Valve resti in silenzio riguardo anche solo l'esistenza del suo nuovo titolo live service.
Vista l'abbondanza di nuovi sparatutto free to play arrivati o in arrivo sul mercato, Valve ha scelto un approccio decisamente più lento per il suo titolo. Non ci sono abilità o tiri di precisione in grado di eliminare in un colpo solo un nemico: ogni personaggio ha sempre il tempo e l'opportunità di reagire e soprattutto la mobilità necessaria a ritirarsi. I minion, infatti, sono una minaccia da non sottovalutare e quattro o cinque di loro sono in grado di infliggere tanti danni quanto un giocatore.
Uccidere un eroe nemico richiede tempo, dedizione e investimento di risorse, lo stesso vale per le fortificazioni: i minion da soli non ce la fanno ad abbatterle, ma con l'aggiunta di uno solo dei sei partecipanti i risultati arrivano molto in fretta. Come in League of Legends o in DOTA 2, poi, tenendo in considerazione un'intera partita, i giocatori passano molto più tempo da soli ad occuparsi della loro corsia piuttosto che a cercare sinergie di gruppo. Gli scontri di squadra ci sono e prendono la forma di un turbine di abilità che possono creare il caos più totale. Questi momenti, però, sono limitati e non avvengono con costanza come in Overwatch 2.
Personaggi, livelli ed equipaggiamento
Durante ogni partita, gli eroi guadagnano anime ed esperienza: le prime si usano per acquistare oggetti dagli usi più disparati come l'aumento della velocità di movimento, la riduzione dei tempi di attesa per le abilità, il potenziamento delle difese e tantissime altre cose (ci sono quattro pagine di menù), la seconda, invece, viene usata per migliorare in danni o efficienza le abilità di ciascun personaggio. Gli shop dove effettuare questi acquisti sono sparsi per la mappa e al punto di rinascita. Per raggiungerli rapidamente e per spostarsi lungo le singole corsie, poi, è presente un sistema di rotaie sospese identico a quello di Bioshock Infinite.
Potrete usarle per percorrere ogni corsia rapidamente ma solo fino all'ultima struttura in possesso della vostra squadra, non per sconfinare in territorio nemico, e, per attivarle, non dovrete essere in combattimento, quindi, è impossibile saltarci sopra per fuggire da uno scontro. Il movimento, poi, è molto stratificato: ogni eroe ha a disposizione un salto, uno scatto e la possibilità di attivare dei movimenti a mezz'aria. Chiudono il kit di ogni personaggio un attacco corpo a corpo leggero, uno pesante e la possibilità di bloccarli con una parata che stordisce l'avversario.
Nella versione provata da questa prima ondata di tester c'erano a disposizione 20 eroi, alcuni molto familiari per gli amanti del genere (l'arciere, lo spadaccino, quello con i fucili a pompa che si teletrasporta o il cecchino), altri caratterizzati da un guizzo maggiore di creatività, ma comunque riconducibili a personaggi che il mondo degli hero shooter ha già visto. Anche dal punto di vista visivo il roster risulta abbastanza anonimo: la sua salvezza potrebbe essere l'atmosfera ucronico-industriale da "Età dell'Oro" che caratterizza l'estetica di gioco.
È ancora molto presto per capire se e come il gioco verrà bilanciato, ma dalle partite che siamo riusciti a trovare online è evidente che, come in tutti i MOBA, una volta arrivati ad una certa differenza di livello tra le due squadre, il divario risulta incolmabile. Una Mcginnis (la fusione tra l'ingegnere di TF2 e lo specialista di armi pesanti armata di minigun) ben livellata, per esempio, può affrontare da sola due avversari e il gigantesco robot lanciafiamme che fa da nucleo alla base avversaria.
Rispetto a League of Legends, i combattimenti finali intorno alla base durano parecchio perché il nucleo ha due fasi, una mobile e offensiva e una stazionaria, ciascuna con la sua barra della salute. Non è detto che questa sia una buona idea, perché prolunga l'inevitabile agonia della sconfitta, ma potrebbe dare alla squadra in difesa un'occasione in più di rialzarsi e ribaltare le sorti della partita.
Uno vuoto da riempire
Guardando al gameplay di Deadlock, la sua unicità sta nel mescolare la struttura di un MOBA fatto e finito, ma non le sue complessità, degli sparatutto. I personaggi hanno una zona per il danno critico ma, guardando i video, eseguire colpi alla testa non aumenta in modo esponenziale il danno inflitto. L'assistenza alla mira non solo è presente, ma ha anche un leggero magnetismo: questo vuol dire che se il mirino è in prossimità dell'hitbox di un nemico, questo sarà impercettibilmente "attirato" verso la zona del danno.
La salute dei personaggi è altissima e cresce all'aumentare del livello e dei potenziamenti, proprio come in DOTA 2. La strategia, prima dell'abilità, la farà da padrona in Deadlock, quindi un buon posizionamento, una buona gestione delle risorse e un buon coordinamento di squadra saranno indispensabili per avere successo. Ora non resta che aspettare notizie ufficiali o la possibilità di provarlo per capire se e come questo gioco riuscirà a trovare la sua nicchia posizionandosi nel mezzo tra due generi popolarissimi.