- 10. Donkey Kong 64
- 9. Donkey Kong (1994)
- 8. Donkey Kong Country 3: Dixie Kong's Double Trouble!
- 7. Mario vs. Donkey Kong: Mini-Land Mayhem!
- 6. Donkey Konga
- 5. Donkey Kong Jungle Beat
- 4. Donkey Kong Country
- 3. Donkey Kong Country: Tropical Freeze
- 2. Donkey Kong Bananza
- 1. Donkey Kong Country 2: Diddy’s Kong Quest
Donkey Kong Bananza, senza troppi giri di parole, è un serio candidato al titolo di miglior gioco dell'anno. Il platform di Nintendo, come abbiamo certificato nella nostra recensione, è una produzione dannatamente divertente che riattiva istinti infantili in chiunque stringa il gamepad tra le mani. Afferrare le banane per mangiarle, distruggere ogni cosa, collezionare tutto, Donkey Kong Bananza è uno stimolo a ritornare bambini, all'esplorazione creativa, alla devastazione fine a sé stessa, certo, ma anche utile a scoprire come funzionano le cose e a vedere cosa si cela dietro un ostacolo. Il gioco ci ha anche ricordato perché siamo tanto affezionati al primate della Grande N, mascotte spesso messa in ombra dal ben più ingombrante Super Mario, ma con il quale può rivaleggiare quasi ad armi pari per anni di servizio e titoli in cui è stato parte integrante del cast con un ruolo più o meno preminente.
Ecco perché vale la pena cogliere l'occasione per tracciare una classifica dei migliori giochi che hanno per protagonista Donkey Kong, una lista che inevitabilmente non metterà tutti d'accordo, ma che vuole anche essere un'occasione per immergersi nei ricordi e per riportare alla memoria avventure che non vengono citate da un po'. Naturalmente, il nostro invito è quello di dirci cosa ne pensiate di questa top 10 nei commenti, magari proponendoci la vostra versione, anche perché, lo anticipiamo immediatamente, siamo consapevoli di aver lasciato per strada alcune produzioni che avrebbero certamente meritato almeno una piccola menzione.
10. Donkey Kong 64
Partiamo subito fortissimo con la pecora nera, con il titolo divisivo per eccellenza, un controverso primato conquistato solo di recente, visto che all'epoca del suo esordio la critica premiò il gioco per Nintendo 64 venduto in bundle con l'Expansion Pak, periferica che aumentava la RAM della console e che era obbligatoria per avviare il gioco sviluppato da Rare.
Collect-A-Thon ancor prima che il termine venisse coniato, abbiamo scritto uno speciale su questo genere di videogiochi tempo addietro, DK64 seppe farsi apprezzare per diverse qualità. Tanto per cominciare la grafica che, grazie al bonus di potenza garantito dall'Expansion Pak, era notevole per l'epoca. Inoltre, per quanto l'alternanza tra un personaggio all'altro costringeva il giocatore a trovare in giro per le ambientazioni i barili deputati al compito, poter vestire i panni di più personaggi ampliava le potenzialità del level design che poteva reinventarsi, di volta in volta, per sfruttare le abilità specifiche di ogni primate.
Più di ogni altra cosa, Donkey Kong 64 possiede e ostenta lo stesso germe virale di cui si alimenta Donkey Kong Bananza. Con le sue 201 Banane Dorate metteva a disposizione una quantità esorbitante di collezionabili da ottenere, una sfida nella sfida che divenne ragione di vita per i completisti di quegli anni.
Molti oggi ritengono Donkey Kong 64 un pessimo platform, uno dei lavori peggiori della Rare di quel tempo. In realtà, a suo modo, seppe far epoca come testimoniano i quasi 5 milioni e mezzo di copie vendute, un traguardo tutt'altro che trascurabile considerando la scarsa diffusione del Nintendo 64 e il prezzo esorbitante del gioco per l'epoca, ulteriormente gonfiato dalla presenza dell'Expansion Pak.
9. Donkey Kong (1994)
Più che di protagonista, in questo gioco per Game Boy dovremmo parlare di antagonista. Donkey Kong torna al ruolo originariamente interpretato nell'arcade del 1981, in un titolo che si pone a metà strada tra il tributo e il remake. L'avventura, che vede Super Mario tentare di strappare dalle pelose grinfie del primate l'indifesa Pauline, si apre con una diretta citazione dei livelli del cabinato, qui proposti in una versione ridotta nelle dimensioni e al tempo stesso rinnovata per consentire all'idraulico di dare sfoggio alle sue nuove doti atletiche.
Dal quarto livello in poi, il titolo per Game Boy svela la sua vera natura, sfoderando una lunga sequela di stage dove la fissa viene completamente abbandonata e il raggiungimento del traguardo è vincolato dalla raccolta e al trasporto di una chiave sino alla serratura, una meccanica che vedremo riproposta nella serie Mario vs Donkey Kong.
Tra molteplici ostacoli da superare, nemici da battere usando il famoso martello e altri meccanismi da attivare, non mancavano nemmeno intermezzi tra un livello e l'altro per recuperare alcuni bonus come le immancabili vite extra. Senza mezzi termini, uno dei migliori giochi per Game Boy.
8. Donkey Kong Country 3: Dixie Kong's Double Trouble!
Di tutta la top 10, questa è certamente la nomina più personale di tutti. Non che si tratti di un pessimo platform, beninteso, né di un titolo immeritevole di essere annoverato tra i migliori. Tuttavia, è pur vero che da una parte Donkey Kong non figura tra i protagonisti dell'avventura; dall'altra, della trilogia dei vecchi Country, è sicuramente il capitolo meno considerato e lodato.
Nonostante ciò, questo gioco custodisce qualcosa di speciale e suo modo magico, che lo distingue dagli altri episodi della serie. Il duo di protagonisti, innanzitutto, una coppia di giovanissimi primati chiamati a salvare i ben più rodati Diddy e Donkey Kong. La palette di colori utilizzata, più vivace e calda, che si differenziava dai toni cupi e dark dei due capitoli precedenti. La stessa colonna sonora, curata quasi in solitaria da Eveline Fischer, già a lavoro sugli altri Donkey Kong e Banjo-Kazooie, rimandava ad atmosfere più rilassate e solari. E poi la presenza di hovercraft con cui solcare ampi e profondi corsi d'acqua, a caccia di livelli e aree segrete.
Donkey Kong Country 3: Dixie Kong's Double Trouble!, in soldoni, si configura come lo Stand By Me, come lo Stranger Things, ma senza componente horror, della serie. Un'avventura di giovanissimi, che amalgama con strepitosa efficacia pericolo e ardore della giovane età, mistero e il calore delle indimenticabili estati della propria infanzia. Siamo insomma di fronte ad un gioco che, pur innovando poco, pur seguendo pedissequamente il sentiero tracciato dai predecessori, interpretò con personalità e originalità il canovaccio, tratteggiando un'atmosfera indimenticabile.
7. Mario vs. Donkey Kong: Mini-Land Mayhem!
Altro giro, altro cambio di ruolo per la mascotte di Nintendo nella già citata serie di Mario vs. Donkey Kong, qui rievocata con Mini-Land Mayhem!, episodio pubblicato in Giappone nel 2010 e in Europa nel 2011 su Nintendo DS. Come nell'originale Donkey Kong, e nell'omonimo gioco del 1994, lo scimmione è il cattivo della situazione, il villain da sconfiggere ripetutamente, livello dopo livello.
Non si tratta di un platform, tuttavia, quanto di un brillante puzzle game in cui, rileggendo alcune meccaniche ludiche ereditate da Lemmings, il videogiocatore deve condurre un piccolo manipolo di Super Mario giocattolo sani e salvi sino al portale di turno, attraversando e superando ostacoli, burroni, nemici.
Grazie all'utilizzo del pennino e dello schermo tattile, l'interazione di questo capitolo risultò quanto mai immediata e piacevole. Tracciando delle linee si costruiscono ponti e passaggi, cliccando su alcuni meccanismi è possibile attivarli, toccando i Mini-Mario si fermano sul posto o riprendono la loro incessante marcia. Lo schermo superiore del Nintendo DS torna utilissimo per avere una visione generale della mappa e, naturalmente, non mancano bonus di varia natura da recuperare lungo il tragitto.
Un gioco divertentissimo e difficile da completare al 100%, in cui il simpatico scimmione, ancora una volta, non riesce a resistere alla tentazione di rapire Pauline.
6. Donkey Konga
Realizzato con la collaborazione di Namco, e più nello specifico con gli autori della serie Taiko no Tatsujin, Donkey Konga, pubblicato nel 2003, è il primo capitolo della trilogia per Game Cube che ha definitivamente sancito l'intimo legame della mascotte di Nintendo con la musica. Del resto, le musiche della serie Country hanno fatto storia e il DK Rap rappresenta senza ombra di dubbio uno dei brani più iconici dell'industria videoludica.
Va da sé, insomma, che prima o poi un esperimento in questo senso andava fatto. Così, mentre in sala giochi spopolavano i cabinati di ogni forma e dotati delle più disparate periferiche, con qualche anno di anticipo sul Guitar Hero, la Grande N diede modo al primate di esprimere tutte le sue doti musicali con questo particolarissimo ed apprezzatissimo rhythm game. Venduto in bundle con il famigerato DK Bongo, il gioco sfidava l'utente a riprodurre la combinazione di comandi che si proiettava sullo schermo colpendo a ritmo le due superfici sensibili della periferica e battendo le mani quando richiesto.
Dall'interfaccia piuttosto classica, il gioco seppe farsi amare anche e soprattutto per la sua playlist che si alimentava sia di brani tratti dai videogiochi più famosi di Nintendo, non mancava il DK Rap ovviamente, sia di brani su licenza come 99 Red Balloons e Cosmic Girl di Jamiroquai. Il fortunato ed apprezzato esperimento venne ripetuto con un sequel ancora più convincente e con un terzo capitolo purtroppo rimasto confinato al solo territorio nipponico.
5. Donkey Kong Jungle Beat
Non mettete via i DK Bongos! Con Donkey Kong Jungle Beat servono ancora. La periferica, difatti, è fondamentale per controllare il primate in questo spettacolare e originalissimo platform che amalgama salti tra le piattaforme e musica.
Avete presente quella storia che nei picchiaduro o in giochi come Sekiro: Shadows Die Twice bisogna avere il senso del ritmo? In Jungle Beat, pubblicato su Game Cube nel 2004, non è un semplice consiglio, quanto l'unica strategia possibile per completare i livelli con la speranza di ottenere un punteggio degno di nota. Donkey Kong, infatti, può muoversi nello spazio, librarsi in aria e attaccare colpendo i bonghi della periferica che fanno le veci del più classico controller. Si può giungere ai titoli di coda saltando con precisione da ogni piattaforma e riempiendo di botte i boss di turno, ma non è così che si diventa il gorilla alfa del branco.
Solo non toccando mai il suolo, difatti, si attiva il conteggio delle combo che funge da moltiplicatore del punteggio. Una meccanica tanto semplice, quanto efficace per dare risalto alle abilità del videogiocatore e dare ulteriore slancio all'atletismo della mascotte della Grande N, nonché alla sua naturale affinità con la musica.
4. Donkey Kong Country
Donkey Kong che sfonda la porta di casa per gettarsi a capofitto in una delle sue avventure più longeve. La pioggia battente del secondo livello. La prima volta che si nuota cullati da Aquatic Ambience, capolavoro di David Wise, il compositore del gioco. Le furiose cavalcate in sella a Rambi, il simpatico rinoceronte presente anche in copertina. Sono tantissimi i momenti indimenticabili di un gioco capace di suggestionare con il suo strepitoso comparto artistico e di lasciare a bocca aperta grazie alla maestosità di un level design insensibile al tempo che passa.
Donkey Kong Country è, senza mezzi termini, uno dei picchi dell'epoca 16-bit, un platform che viene puntualmente annoverato quando si parla dei mostri sacri del genere. La sua posizione specifica in questa top 10 è ininfluente sul valore culturale di questa produzione, un punto di riferimento per gli appassionati, nonché uno dei motivi che ci hanno fatto innamorare di Rare, all'epoca una delle software house più talentuose del mondo.
La capacità dei programmatori della software house inglese si palesò soprattutto nella capacità di ottimizzare un gioco che spingeva al limite le possibilità tecniche dell'hardware del Super Nintendo. Utilizzando una cartuccia da 32 megabit, una delle più capienti per l'epoca, Rare riuscì ad implementare delle tecniche di compressione avanzatissime che permise al titolo di sfoggiare degli sprite bidimensionali estremamente dettagliati a partire da immagini 3D riconvertite. Un miracolo per l'epoca, che donò all'avventura un aspetto estetico unico, riutilizzato poi nei sequel, e ancora oggi capace di affascinare chiunque.
3. Donkey Kong Country: Tropical Freeze
Pietra miliare dello sfortunato Wii U, Donkey Kong Country: Tropical Freeze seppe fare meglio del già ottimo Donkey Kong Country Returns. Pubblicato nel 2014, e riproposto su Nintendo Switch con diverse migliorie nel 2018, si tratta di uno strepitoso e coloratissimo platform particolarmente impegnativo. Difficile e a tratti sadico, pur distanziandosi sensibilmente dall'art design caratteristico della vecchia trilogia per Super Nintendo, seppe rievocarne lo spirito nella complessità del level design oltre che, inevitabilmente, nella riproposizione di alcuni elementi cardine del marchio, come la presenza di barili e di sequenze a bordo dei carrelli e a cavallo di Rambi.
In questo episodio, tra l'altro, si segnala il ritorno di David Wise in qualità di compositore. Brani come Mangrove Cove e Windmill Hills tradiscono più di altri il suo contributo, donando una certa nostalgia alla soundtrack, inevitabilmente percepibile da chi ha qualche anno sulle spalle ed è cresciuto con i vecchi platform per la console 16-bit di Nintendo.
Impegnativo, ma non ingiusto, Donkey Kong Country: Tropical Freeze seppe dimostrare come fosse possibile creare un livello di sfida alla portata di tutti. Nella versione per Nintendo Switch, difatti, venne introdotto Funky Kong, selezionabile alla bisogna, che grazie alla sua maggior dose di cuori e all'immunità a buona parte delle trappole sparse per le ambientazioni, rendeva più abbordabile il superamento dei livelli più complessi.
Longevo, zeppo di collezionabili, bello da vedere e con un level design davvero strabiliante. In assoluto uno dei migliori platform bidimensionali delle ultime generazioni di console.
2. Donkey Kong Bananza
L'ultimo arrivato è anche il secondo in classifica, un titolo che ci ha convinto in pieno e che sta continuando a divertirci con la sua quantità industriale di collezionabili da recuperare e le sue ambientazioni da prendere a pugni in cerca di tesori, segreti, strade alternative con cui raggiungere la meta prefissata.
Donkey Kong Bananza è un tripudio di colori, detriti, pepite che zampillano in tutte le direzioni, un autentico inno al divertimento più immediato e spensierato. Certo, non si tratta di un titolo perfetto. A volte è inutilmente complesso arrampicarsi, o non arrampicarsi, su alcune superfici; la telecamera fatica a darci una corretta visione degli scavi sotterranei; i rallentamenti possono infastidire i più sensibili a questa tipologia di inciampi tecnici.
Eppure, nonostante tutto, vince sempre il divertimento che si trae da questa perla di game design che non fa altro che sfidare il videogiocatore a rompere il level design stesso, a valutare soluzioni alternative, a giocare con la conformazione delle ambientazioni. Un po' come fece a suo tempo The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom, è un gioco che incentiva alla rottura delle regole stesse del gioco, in cerca di una libertà effettiva che si insinua tra le maglie predisposte dagli sviluppatori. Una produzione convincente, che sta giustificando l'immediato acquisto di Nintendo Switch 2, oltre che l'ennesimo esempio di come la mascotte della Grande N sia ancora giustamente una figura di spicco dell'industria videoludica.
1. Donkey Kong Country 2: Diddy’s Kong Quest
Quando il livello qualitativo generale è così alto, chi viene posto in cima alla classifica ha un valore piuttosto relativo. Eppure, Donkey Kong Country 2: Diddy's Kong Quest è indiscutibilmente il campione tra i campioni. Non solo si tratta del miglior episodio della serie Country, ma è semplicemente uno dei migliori platform mai realizzati.
Rispetto al predecessore ha più livelli, segreti, aree bonus. Graficamente siamo di fronte allo stato dell'arte di ciò che poteva offrire il Super Nintendo. La colonna sonora è tremendamente accattivante e suggestiva (basta ascoltare Stickerbush Symphony per farsene un'idea). Il level design dà vita a scenari ancora più intricati e zeppi di passaggi estremamente impegnativi. Dixie Kong, con il suo ciuffo che le permetteva di planare, è immediatamente diventato un personaggio amatissimo dai fan.
Anche in questo caso, se proprio vogliamo trovare il pelo nell'uovo, Donkey Kong non è il protagonista del gioco, per la prima volta nella parte di colui che deve essere tratto in salvo. Ma si tratta di un dettaglio di secondaria importanza, alla fine. Un platform ancora perfettamente in grado di divertire e ammaliare gli amanti del genere, fortunatamente facilmente recuperabile in quanto incluso nel catalogo di Nintendo Switch Online.