Possiamo essere d'accordo sul fatto che sviluppare oggi un extraction shooter è una vera e propria scommessa - considerata la quantità di titoli simili che si riversano sulle librerie PC ogni mese - per questo non abbiamo potuto far altro che apprezzare la scelta di Tencent di ambientare la prima sessione di prova del suo Exoborne in una città come Las Vegas, dove lo sparatutto in terza persona di Sharkmob ha mostrato finalmente tutte le sue carte sul tavolo da gioco.
Vi avevamo parlato a più riprese di questo ambizioso progetto, e adesso possiamo dunque esporci sulla bontà di un'idea che, come sapevamo, gira intorno a un mondo devastato da fenomeni climatici estremi. Exoborne è quindi un extraction shooter come tanti altri, o merita di attrarsi un pizzico della vostra curiosità?
Tornado di fuoco ed esoscheletri meccanizzati
Non c'è che dire, se molti degli extraction shooter arrivati sul mercato nel recente passato erano prodotti che si prendevano parecchio sul serio, lo stesso non possiamo dire di Exoborne, titolo che ama definirsi "tattico" e "strategico", ma che non ha alcuna intenzione di rinunciare a una punta di sincera cafonaggine.
Lo sparatutto di Sharkmob - team già autore di Vampire: The Masquerade Bloodhunt - promette infatti di coinvolgerci in intense sparatorie, magari nel cuore di un tornado di fuoco, supportati da possenti esoscheletri meccanizzati che ricordano un po' quelli visti in Edge of Tomorrow (sì, il film in cui Tom Cruise rinasce in continuazione). Se la cosa aveva saputo incuriosirci in fase d'annuncio, adesso possiamo dire che per assurdo questa idea funziona, dato che regala al nuovo prodotto di Tencent la possibilità di differenziarsi adeguatamente in un mercato fatto di cloni più o meno uguali ad Escape from Tarkov.
Per carità, il meccanismo alla base del loop di gameplay è sempre lo stesso, e prevede di entrare in partita scommettendo il proprio inventario, con l'obiettivo di portare fuori dalla mappa la maggior quantità possibile di bottino.
Anche qui le prestazioni di un giocatore dipendono esclusivamente dalla qualità del suo equipaggiamento - quel classico rapporto tra rischio e beneficio che ha fatto innamorare milioni di giocatori di Escape from Tarkov - tuttavia abbiamo scoperto che l'esperienza offerta da Exoborne ha un taglio decisamente più arcade del solito siccome è depurata da quella lunga serie di elementi simulativi quasi sempre presenti in un extraction shooter. Finalmente qualcosa di diverso, una volta tanto.
La rincorsa al divertimento, piuttosto che alla simulazione
La forte accezione arcade di Exoborne è distinguibile in tantissimi suoi dettagli, dato che ad esempio la salute si ripristina da sola e non è necessario spendere un quarto d'ora per bendarsi, mentre l'armatura è l'unica a poter essere ricaricata e il processo è sempre abbastanza veloce.
Quello che però ha saputo davvero colpirci della formula di Exoborne è il suo sistema di movimento, raramente così stratificato e ricco di possibilità in uno sparatutto a estrazione. Un giocatore può infatti ricorrere a un prezioso rampino che si ricarica dopo un breve cooldown, ma anche a un deltaplano che è cruciale per riposizionarsi in fretta, specialmente se nell'aria sta infuriando una tempesta: spalancando il deltaplano è spesso possibile coprire enormi distanze in un istante, aiutandosi col rampino per prendere quota e per raggiungere ad esempio la sommità di un dirupo, cosa che si è rivelata straordinariamente utile quella volta in cui siamo stati sorpresi da una squadra nemica più in alto di noi.
Non c'è dubbio, il vero elemento di forza di Exoborne è legato al fatto che ogni sparatoria, anche se affrontata da una posizione di svantaggio, è sempre e comunque imprevedibile, considerato anche che è possibile rianimare i compagni uccisi in ogni momento, spendendo un kit medico. Ci siamo trovati impigliati a combattere anche per diversi minuti, tra repentini riposizionamenti e stravolgimenti di fronte, ingaggiando anche più squadre alla volta in un vortice d'adrenalina che, lo ammettiamo, ci ha saputo divertire dall'inizio alla fine della sessione di prova. Sicuramente il risultato è dovuto in parte a un gunplay in terza persona alquanto solido (curiosamente privo di un sistema di coperture), ma anche a un design delle mappe abbastanza efficace, anche se abbiamo trovato le ambientazioni forse un po' troppo simili tra loro in termini di palette e impatto visivo.
Ci aspettavamo invece qualcosa di più dagli Exorig, che non offrono quel grado di personalizzazione del gameplay che auspicavamo. Nel gioco ci sono tre tipi di piattaforme indossabili - ognuna volta a ricalcare una sorta di classe del personaggio - dotate di abilità passive e poteri attivi che, in linea di principio, dovrebbero permettere ai giocatori di specializzarsi sul campo. Ora, è evidente che abbiamo speso troppo poco tempo in compagnia di Exoborne per poterci mettere la mano sul fuoco, ma la sensazione è quella che nelle adrenaliniche sparatorie affrontate a Las Vegas gli esoscheletri non avessero mai il ruolo da protagonisti, mentre erano le armi a fare una differenza sostanziale nell'economia di uno scontro a fuoco.
La cooperazione tra giocatori come chiave per la vittoria
L'arsenale di Exoborne include infatti un'ampia gamma di soluzioni, ed è proprio la distanza che intercorre tra una mitraglietta e un fucile di precisione a fare la differenza in merito ai ruoli che ogni giocatore svolge in azione, mentre le caratteristiche dell'Exorig e le modifiche che gli si possono applicare ad alti livelli sono spesso secondarie e trascurabili.
Non è nemmeno necessario organizzarsi con la squadra per equipaggiare esoscheletri diversi, mentre è invece molto utile designare un cecchino, dato che per il design delle mappe, più grandi di quanto ci potessimo aspettare prima della prova, le sparatorie si possono svolgere a distanze anche molto significative. Più in generale, abbiamo apprezzato il livello di cooperazione necessario per sopravvivere a una partita di Exoborne: le squadre sono composte in modo standard da tre giocatori, e sebbene sia possibile avviare un match come lupo solitario, la questione dei respawn pressoché infiniti che citavamo poc'anzi rende la solitudine in Exoborne un lusso che è davvero difficile concedersi.
Come se non bastasse, i punti di estrazione sono segnalati sulla mappa a tutti i giocatori, sono monouso, e quando si chiama l'elicottero per scappare la cosa viene annunciata con un faro di segnalazione, in modo da rendere facilmente individuabile la squadra a tutti gli avversari nella zona. Inutile sottolineare come una zona d'estrazione possa diventare molto molto calda se contesa da più squadre, specialmente quando il timer di fine partita si avvicina allo zero.
Poca chiarezza sul modello di business
L'informazione in assoluto più interessante emersa durante l'evento - dato che fin dall'annuncio erano sorte svariate domande in merito - riguarda il modello di business che Tencent e Sharkmob hanno scelto per Exoborne.
Malgrado il colosso cinese abbia lanciato negli ultimi sei mesi due extraction shooter free-to-play (parliamo di Delta Force e Arena Breakout), Exoborne sarà invece uno sparatutto multigiocatore live service venduto a prezzo premium. Abbiamo provato a scardinare con qualche domanda il velo di riservatezza che copre l'argomento, chiedendo agli sviluppatori se il titolo sarà supportato da un negozio per oggetti virtuali utile a renderlo monetizzabile sul lungo periodo, tuttavia è stato il team stesso ad ammettere di non avere ancora delle idee precise a riguardo, facendo scattare qualche inevitabile dubbio da parte nostra.
Del resto, basta dare uno sguardo al magnifico comparto tecnico di Exoborne, sviluppato in Unreal Engine 5, per comprendere appieno quale sia la reale portata delle ambizioni di Sharkmob, studio che si definisce tripla A e che dovrebbe avere all'attivo oltre 200 sviluppatori. Non siamo però del tutto convinti che basteranno una manciata di belle idee per convincere il pubblico ad investire il suo denaro su Exoborne, anche perché al netto di qualche intuizione, rimane un extraction shooter come tanti altri.
A conti fatti, Exoborne ha dimostrato di avere più di qualche punto nella sua mano di carte, almeno se consideriamo quanto poco avremmo scommesso sulla sua riuscita, non più tardi di un anno fa. La buona notizia è rappresentata dal feedback offerto dal gameplay, sinceramente divertente anche dopo svariate ore di prova grazie soprattutto a un sistema di movimento sorprendentemente stratificato, tuttavia rimane poco chiaro quale modello di business ha intenzione di seguire il team di sviluppo, che ha inoltre un'enorme mole di lavoro da fare per rendere gli Exorig più gratificanti. Insomma, non mettete troppe aspettative sul progetto del colosso cinese, ma seguitelo da vicino se siete amanti del genere, perché le probabilità che si tratti di un successo sono poche, ma mai zero.
CERTEZZE
- Gameplay sinceramente divertente
- Gli eventi climatici rendono ogni partita imprevedibile
DUBBI
- Perché non è free-to-play?
- Gli Exorig devono essere resi più profondi