Le produzioni provenienti dalla Cina continuano a stupire per il livello tecnico che traspare spesso dai materiali video e nell'anteprima di Faith of Danschant: Hereafter scopriremo che questo gioco fa parte, a pieno diritto, di questo gruppo. Dovremmo probabilmente farci l'abitudine: la scuola orientale sta sfornando sviluppatori tecnicamente molto capaci e i loro titoli risultano spesso al livello dei tripla A occidentali, anche se vengono portati avanti spesso da team anche molto piccoli. Permangono alcune carenze in termini di originalità o visione - qualcosa che si potrebbe associare agli elementi autoriali dei videogiochi - ma è chiaro come la questione si stia evolvendo velocemente e che faremmo meglio a guardare all'oriente con sempre maggiore interesse per quanto riguarda il prossimo futuro.
Alle scintillanti grafiche di MMO e action vari che hanno composto la prima ondata si stanno aggiungendo ora anche delle caratteristiche identitarie sempre più importanti, che rendono i giochi veramente riconoscibili e particolari: l'abbiamo visto ad esempio con Black Myth: WuKong o nello strano e impressionante DokeV, che per molti ha rappresentato il gioco più interessante mostrato alla Gamescom 2021.
Tra i prodotti da tenere d'occhio bisogna inserire anche Faith of Danschant: Hereafter, che potrebbe essere meno incisivo dal punto di vista grafica, ma ha dalla sua una notevole sostanza e soprattutto è un titolo di fatto già consolidato da un primo capitolo disponibile dal 2017 su Steam, anche se mai tradotto in lingue occidentali.
Tra wuxia e videogioco
L'ostacolo della lingua rende piuttosto complicato capire precisamente le origini narrative di Faith of Danschant: Hereafter, ma quello che emerge chiaramente è che il protagonista, Xing Yuan, è un abile spadaccino che dedica la sua vita alla caccia a mostri e demoni, in compagnia di un variopinto party di compagni tra i quali anche la giovane Xing Xia, la figlia del protagonista, iniziata anche lei al combattimento come promettente maga.
Nelle poche informazioni rilasciate dal team Joyfun e dal publisher Wangyuan Shengtang, emerge il fatto che la storia abbia a che fare con tematiche relative a "vita e morte" e alla "famiglia", cosa che potrebbe avere a che fare con il legame tra Yuan e Xia, ma della trama sappiamo ancora davvero poco. La guerra a demoni e creature varie all'interno di una terra dilaniata sembra sia una costante, come si conviene a un titolo incentrato sulle epiche gesta di un eroe che combatte contro il male.
Quello che traspare è insomma la traduzione in videogioco di alcune tematiche tipiche del genere wuxia, ovvero la letteratura d'avventura incentrata su eroi marziali della tradizione cinese, termine esteso poi a comprendere prodotti d'intrattenimento appartenenti anche a media diversi come film e, appunto, videogiochi.
In queste, l'eroe combatte seguendo un codice ferreo a base di giustizia e lotta all'oppressione, fornendo chiaramente uno spunto classico, ma perfettamente adattabile ai videogiochi, specialmente agli action di questo tipo, anche se non sono escluse eventuali digressioni più particolari e moderne tra storia e caratterizzazione dei personaggi.
Non è un caso che nella breve demo mostrata compaiono alcuni elementi tipici del genere: il combattimento all'arma bianca, il guerriero vagabondo in missione o particolari più specifici come l'agile corsa sui bambù che ricorda da vicino La Tigre e il Dragone, film che ha fatto finalmente conoscere in occidente il wuxia dopo decenni di solo gongfu, ovvero il genere cinematografico più specificamente collegato alle arti marziali.
Combattimenti ed esplorazione dinamica
Rispetto al capitolo precedente, Faith of Danschant: Hereafter presenta un gameplay sostanzialmente modificato e trasformato in un vero e proprio action in terza persona, rispetto all'RPG più classico adottato nell'originale. Anche a una prima occhiata il paragone che emerge facilmente è con God of War, come struttura generale e regia, ma la presenza di un protagonista più agile e veloce che non possente e furioso richiama anche altre suggestioni, per quanto riguarda il panorama occidentale. Viene da pensare a Prince of Persia, per l'interazione e lo spostamento dinamico negli scenari, oppure Devil May Cry per l'impostazione alquanto stilosa dei combattimenti, che esalta l'uso della spada e le qualità coreografiche tipiche delle arti marziali. Xing Yuan è in grado di colpire con grande potenza, ma anche muoversi in maniera aggraziata e agile, scivolando lungo pareti o usando le canne di bambù come punti di appoggio per spostarsi a un livello sopraelevato.
L'uso della spada come arma principale è coadiuvato dagli immancabili poteri magici, che conferiscono al protagonista ulteriori possibilità di attacco, donando maggiore potenza alla spada o incrementando la velocità a livelli sovrumani. Ne viene fuori un sistema di combattimento action classico, ma anche piuttosto ricco, dotato di una notevole varietà di mosse e possibilità di combo.
Sebbene la cosa non sia stata precisata dagli sviluppatori, i precedenti della serie fanno pensare alla possibilità di elementi in stile RPG anche in Hereafter, dunque possiamo probabilmente aspettarci una certa progressione del protagonista, con l'acquisizione successiva di ulteriori potenziamenti e un arricchimento generale delle possibilità di attacco e difesa. Oltre agli scontri con nemici di vario tipo, alcuni affrontati anche in gruppo, non mancano boss inquietanti e spettacolari, introdotti e ritmati anche da scene d'intermezzo ben ritmate.
Tecnica e buone ispirazioni
Come abbiamo detto in apertura, anche Faith of Danschant: Hereafter si distingue per una grafica davvero notevole, che dimostra anche dei decisi passi avanti rispetto al capitolo precedente. È chiaro come questo seguito sia stato progettato come una produzione di grosso calibro, in grado di fare breccia anche nel pubblico occidentale, sia per quanto riguarda la scelta di un genere più afferente al blockbuster videoludico sia per l'aspetto alquanto impressionante.
Il gioco è costruito su Unreal Engine e, nella versione PC, utilizzerà anche le caratteristiche di Nvidia RTX con ray tracing e DLSS, dunque si propone come un titolo decisamente al passo coi tempi.
Al di là delle mere caratteristiche tecniche, tuttavia, si nota anche un certo stile nel design di mostri e scenari, che contribuisce a donare un'identità piuttosto marcata a Hereafter, che molto deve ovviamente al fascino della mitologia cinese.
Creature e ambientazioni derivano in gran parte dal folklore locale e dal recupero di elementi reali di alcune zone geografiche, ovviamente filtrati attraverso la visione fantastica, ma il tutto assume un aspetto facilmente riconoscibile come derivante dalla cultura cinese ed è qualcosa di particolare e affascinante per un videogioco action di questo tipo. Certo, lo stile non presenta particolari colpi di originalità, ma la fonte d'ispirazione è comunque in grado di offrire elementi abbastanza peculiari, visibili ad esempio nello strano design di alcuni nemici e boss, spesso presentati in maniera particolarmente spettacolare grazie alla regia dal taglio cinematografico.
C'è sempre spazio per un buon action in terza persona e se questo si presenta anche caratterizzato da un'ambientazione particolare e fonti d'ispirazione piuttosto atipiche il tutto diventa ancora più interessante. Faith of Danschant: Hereafter sembra ricadere nel canone più tradizionale del genere, ma l'idea di un gioco di questo tipo ispirato alla tradizione cinese del wuxia fa assumere al titolo uno spessore tutto particolare, ancora di più se si presenta anche notevolmente curato dal punto di vista tecnico. Resta tutto da valutare per quanto riguarda il gameplay, che potrebbe non proprio brillare per originalità, ma gli elementi che compongono l'insieme, tra combattimenti veloci e impegnativi tipo God of War e sistema di spostamento dinamico in stile Prince of Persia, sono sicuramente un ottimo biglietto da visita.
CERTEZZE
- Ambientazione e caratterizzazione interessanti, ispirate alla tradizione cinese
- Le basi di partenza sembrano molto valide, tra combattimenti e movimento
- Tecnicamente molto valido, da quanto è possibile vedere
DUBBI
- Sembra mancare un po' di originalità in termini di gameplay
- Fin troppo coreografico a tratti, da capire l'effettivo spessore del sistema di combattimento