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Field of Glory: Empires, il provato

Abbiamo provato Field of Glory: Empires, un grand strategy che sembra poter dare dare molte soddisfazioni agli appassionati del genere

PROVATO di Simone Tagliaferri   —   08/07/2019

Field of Glory: Empires degli specialisti di Ageod è un grand strategy ambientato nell'antica Roma del 310AC. Più precisamente nel periodo successivo alla morte di Alessandro Magno, quando Roma non aveva ancora conquistato l'Italia e il suo impero era conteso tra i suoi successori. Le partite si estendono fino al 190DC, in pieno periodo imperiale, lungo cinquecento turni. Avviata una dallo scenario globale, scelto il livello di difficoltà, e selezionata una delle numerose fazioni giocabili, ci trova di fronte a una mappa che comprende i popoli del Mediterraneo, quelli dell'Africa settentrionale e alcuni dell'area mediorientale.

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Vi confessiamo che al primo avvio il senso di deja-vu è stato forte, dato che recentemente abbiamo giocato a Imperator Rome che presenta uno scenario simile. Fortunatamente le meccaniche sono molto differenti, come si nota sin dai primi minuti di gameplay. Ogni partita può essere condotta come si vuole (addirittura si può cambiare in corsa la fazione utilizzata): espandersi a dismisura a livello territoriale non è strettamente necessario e si può vincere anche ammucchiando ricchezze in uno stato dalle dimensioni ridotte. L'importante è accumulare la cosiddetta "Legacy", ossia un valore che indica il nostro lascito per le generazioni future. La Legacy si ottiene costruendo edifici, conquistando territori, rendendo più longevo il nostro regno e prendendo decisioni importanti nei momenti di crisi. Dopo il cinquecentesimo turno il giocatore con la Legacy più alta vince.

Volendo è possibile vincere una partita anche prima: basta riuscire ad accumulare una Legacy almeno tre volte superiore a quella degli altri giocatori. È intorno a questo concetto che si sviluppano tutte le partite e che assume un senso la novità principale introdotta da Field of Glory: Empires rispetto alla concorrenza: la decadenza. Questa svolge un ruolo chiave per il mantenimento del potere: più facciamo crescere il nostro regno, più le sue infrastrutture e la sua cultura tenderanno a decadere, perdendo la loro presa sulla società e finendo per creare un vero e proprio scollamento tra i poteri che compongono il nostro impero, con tanto di ritorno a forme di governo primitive nel caso non si faccia qualcosa per rinvigorire la cultura. Paradossalmente è possibile vincere anche guidando un impero in piena decadenza e con lotte intestine laceranti, che se vogliamo è uno dei più fulgidi esempi del maggiore punto di forza di Field of Glory: Empires: la libertà data al giocatore.

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Battaglie

Le battaglie di Field of Glory: Empires si possono combattere in due modi: il gioco base prevede degli scontri automatici, mentre per poter scendere direttamente sul campo di battaglia bisogna aver installato Field of Glory 2. Sostanzialmente è possibile esportare le battaglie di FoG: Empires in FoG 2, combatterle e poi reimportarne il risultato nel primo. Ovviamente bisogna possedere entrambi i titoli per compiere il passaggio, altrimenti bisogna limitarsi a utilizzare il sistema automatico. Nella recensione non terremo conto delle battaglie esportate in Field of Glory 2 perché, nonostante ci sembri giusto evidenziare l'esistenza di questa funzione, che aggiunge sicuramente un livello di complessità in più al titolo rendendolo più appassionante, consideriamo corretto valutare Field of Glory: Empires per quello che ha da offrire al suo prezzo.

Libertà di scelta

Comprendere i concetti di Legacy e decadenza è fondamentale per giocare a Field of Glory: Empires, che per il resto si presenta come il classico strategico 4x in cui il giocatore è chiamato a gestire risorse economiche e militari, tenendo contemporaneamente d'occhio il malcontento popolare. Sin dalle prime partite si capisce che ci troviamo di fronte a un titolo complesso e stratificato, con moltissimi sistemi da tenere in considerazione.

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Preso il controllo di una popolazione, bisogna esaminarne subito gli obiettivi, che solitamente comprendono la conquista di certi territori o il raggiungimento di un dato livello di espansione. Come condurre le danze spetta sostanzialmente a noi, anche se ovviamente non è possibile affrancarsi troppo da quelli che sono i tratti caratteristici dei singoli popoli. In alcuni casi è possibile modificarli, prendendo le opportune decisioni, ossia attuando una delle politiche disponibili nell'apposito pannello, in generale però comportarsi in modo incoerente produce solo danni. Abbiamo provato il gioco concludendo due partite complete: nella prima abbiamo puntato al militarismo spinto guidando Roma alla conquista dell'Italia e del Mediterraneo, nella seconda abbiamo scelto un approccio più diplomatico, cercando di sviluppare relazioni positive con i nostri vicini e provando a vincere combattendo il meno possibile. Nel primo caso abbiamo imparato a gestire vasti eserciti subendo le conseguenze della nostra continua belligeranza in termini di forti scossoni nei rapporti con gli altri popoli, che giustamente non si fidavano di noi e formavano alleanze per contrastarci. Nel secondo abbiamo imparato a gestire i vantaggi di avere dei fedeli alleati, con i maggiori rischi dovuti al possedimento di un minor numero di territori.

Field Of Glory Empires Art

Francamente mettersi a elencare tutte le funzioni di Field of Glory: Empires è davvero impossibile in questo contesto, perché sono davvero tantissime (considerate che solo il manuale conta più di 200 pagine). In fase di recensione parleremo sicuramente delle unità disponibili, del loro utilizzo sul campo di battaglia, della funzione dei leader e di molto altro, compreso il multiplayer asincrono che si annuncia come davvero eccellente, soprattutto per quelli che non vogliono passare ore online per concludere una singola partita. Per ora accontentatevi di sapere che ci troviamo di fronte a uno strategico davvero complesso, ma capace di dare grandi soddisfazioni.

Field of Glory: Empires potrebbe essere uno dei migliori strategici dell'anno, almeno stando a ciò che abbiamo provato sul campo. Il sistema di decadenza sembra funzionare bene e il gameplay sembra offrire moltissime possibilità, per tutti gli stili gioco. Manca solo di scoprire se il multiplayer asincrono funzioni come promesso e se i menù, attualmente abbastanza arcigni, saranno in parte rivisti. A pochi giorni dall'uscita ci crediamo poco, ma sperare non costa nulla.

CERTEZZE

  • Ottimo il sistema di decadenza
  • Aperto a tutti gli stili di gioco
  • L'integrazione con Field of Glory 2 funziona

DUBBI

  • Menu un po' arcigni
  • Per essere giocate direttamente le battaglie richiedono il possesso di un altro gioco