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L’eredità di Game Boy, 35 anni dopo

Il 21 aprile 1989 usciva Game Boy in Giappone: qual è la sua eredità oggi?

L’eredità di Game Boy, 35 anni dopo
SPECIALE di Alessandro Bacchetta   —   21/04/2024

Esattamente trentacinque anni fa, nello stesso giorno della supposta fondazione della città di Roma, Nintendo lanciava sul mercato la sua prima console portatile: era il 21 aprile 1989 quando i giapponesi iniziarono ad elargire Yen per acquistare Game Boy. Negli Stati Uniti la piattaforma sarebbe arrivata qualche mese dopo, il 31 luglio, mentre in Europa, conformemente ai ritardi comuni all'epoca, soltanto il 30 settembre 1990. Per i millennial "Game Boy", all'apice, è stato un brand forte quanto PlayStation; con la differenza che uno dei due è sopravvissuto fino ad oggi, e l'altro è scomparso da tempo.

Per la generazione Z, Game Boy - nella sua forma Advance, in particolare - è invece una sorta di spartiacque tra i primi appartenenti alla categoria e coloro che li hanno seguiti, spesso cresciuti direttamente avendo tra le manine Nintendo DS. Si tratta di un nome ancora noto a chiunque sia minimamente appassionato di videogiochi, nonostante sia scomparso dal mercato da vent'anni, e questo fa immediatamente intuire il successo del progetto.

Il bundle con Tetris
Il bundle con Tetris

Ideato da Gunpei Yokoi, uno dei principali geni di Nintendo, Game Boy arrivò sul mercato accompagnato da una versione di Tetris pubblicata da Nintendo stessa: una mossa più unica che rara nella storia della società nipponica, che tuttavia si rivelò vincente. Acquisiti i diritti in maniera talmente rocambolesca da meritarsi un film, Nintendo si ritrovò tra le mani la miglior killer application possibile. Game Boy e Tetris formarono una coppia perfetta in occasione del lancio statunitense. Tuttavia Game Boy si differenziò dalle precedenti piattaforme portatili, a livello concettuale, proprio perché era possibile cambiare gioco attraverso le cartucce: differentemente dai Game & Watch, con una sola console era stavolta possibile giocare a tante opere diverse.

Nintendo trovò un perfetto connubio tra prezzo, dimensioni e capacità tecnologiche. Game Boy non era certo paragonabile alle console casalinghe, aveva dei colori monocromatici tendenti al verdastro, eppure era una sintesi perfetta tra costo, qualità dei giochi e consumo delle batterie. Con Game Boy Nintendo fondò il suo principale pilastro commerciale, il mercato portatile, che non l'avrebbe mai tradita, e che perdura tutt'oggi attraverso Nintendo Switch.

Eredità hardware e del brand

Gunpei Yokoi, l'ideatore di Game Boy
Gunpei Yokoi, l'ideatore di Game Boy

Game Boy ha venduto, considerando - come fa Nintendo - tutte le sue variopinte vesti, poco meno di 120 milioni di unità. Ha avuto l'ovvio merito di aver creato un intero mercato, quello tascabile, che adesso continua, seppur in forma ibrida, attraverso Nintendo Switch... e non solo. Non solo perché, da appassionati di videogiochi, si tende a trascurare quello che oggi è il settore più lucroso, e cioè quello mobile. Non c'è un filo diretto che lega gli smartphone alla prima console portatile Nintendo, anche se qualcuno ha voluto forzare la parentela rimarcando l'esistenza di una periferica del tutto secondaria, e i suoi tanto primitivi quanto avveniristici selfie, come la Game Boy Camera.

Nonostante questo, una connessione tra i due mondi, seppur indiretta, esiste eccome: Nintendo DS è stato l'erede spirituale di Game Boy e, allo stesso tempo, anche la piattaforma anticipatoria del mobile gaming. Nintendo DS nel 2004, ben prima di Apple, mise in tasca a milioni di persone un apparecchio tecnologico con touch screen e supporto Wi-Fi, e propose dei titoli, tra cui alcuni milionari best seller, che si riferivano ai "non giocatori", ai cosiddetti casual gamer.

Le tante edizioni di Game Boy
Le tante edizioni di Game Boy

Gli insegnamenti più importanti che ha lasciato Game Boy, nell'ottica di plasmare la piattaforma portatile perfetta, sono sostanzialmente due. Uno: il già citato equilibrio tra prezzo, durata della batteria e dimensioni. Dare la priorità soltanto a uno di questi aspetti significherebbe ridurre il pubblico potenziale della console, una lezione che Nintendo (e quasi soltanto lei) ha sempre tenuto in considerazione. Il secondo grande insegnamento di Game Boy, questo soltanto in ottica commerciale, riguarda gli aggiornamenti della piattaforma: Game Boy, Game Boy di vari colori, Game Boy Pocket, Game Boy Light, Game Boy Color. Dimostrò quanto le console portatili fossero più facilmente variabili, nell'aspetto e nelle funzionalità, rispetto a quelle casalinghe: è più probabile che una famiglia compri più versioni della stessa piattaforma tascabile, piuttosto che della stessa console casalinga.

Nintendo nella sua storia non si è fatta problemi a cambiare i brand delle proprie console. In certi casi è stata una scelta necessaria in seguito a un insuccesso, parziale o totale: ci riferiamo a GameCube e Wii U, ad esempio. In altri casi tuttavia è stata una decisione ben precisa, tutt'altro che obbligata: Famicom e Super Famicom (anche in Giappone) sono stati sostituiti da Nintendo 64, così da unificare l'identità della piattaforma a livello internazionale. Game Boy e Game Boy Advance sono stati sostituiti da Nintendo DS. All'epoca fu una scelta prudente, tanto che DS venne presentato come "terzo pilastro" al fianco di Gamecube e Game Boy Advance: avesse fallito, probabilmente sarebbe arrivato un nuovo Game Boy pochi anni dopo. Eppure, anche grazie al successo di DS, il nome Game Boy non sarebbe mai più tornato: una scelta del tutto anomala per il mercato dei videogiochi, che di solito abbandona un marchio soltanto quando non funziona più. A posteriori, e in modo non prevedibile, una scelta saggia: nonostante il prestigio, Game Boy non sarebbe utilizzabile nel 2024. Nintendo tenta di arrivare alla più grande platea possibile, e il riferimento palesemente maschile (e d'età) di "boy" è ormai anacronistico.

Eredità software

Game Boy e le sue cartucce
Game Boy e le sue cartucce

A lungo si è vociferato di un Game Boy Classic Mini, sulla scia di NES e SNES: tuttavia, esattamente come Nintendo 64, pur per ragioni diverse, non è mai arrivato. Nintendo 64, amato dagli appassionati, non ha mai raggiunto la diffusione dei due predecessori: Game Boy, seppur sia una piattaforma tuttora venerata anche come design, ha un software difficilmente apprezzabile - oggi - dalla massa. Giochi tendenzialmente monocromatici, spesso essenziali o corti: salvo miracoli di level design come The Legend of Zelda: Link's Awakening o Super Mario Land 2, difficilmente un adolescente attuale potrebbe apprezzare i titoli di Game Boy, a differenza di quelli NES e SNES. Inoltre, la "moda" delle Mini Console sembra ormai passata: probabilmente Nintendo continuerà a riproporre i classici Game Boy come ha fatto su Switch, e cioè per incentivare e aumentare le iscrizioni ai propri servizi online.

Kirby's Dream Land: il gioco Game Boy che ha fatto nascere la serie
Kirby's Dream Land: il gioco Game Boy che ha fatto nascere la serie

Nelle vendite Game Boy c'è una grande anomalia: potete notarla voi stessi, osservandone il successo anno dopo anno. Le piattaforme di videogiochi tendono ad avere una traiettoria a parabola: partono, crescono, raggiungono l'apice, decrescono, muoiono. Game Boy, in piena decrescita (nel 1995), ebbe un nuovo picco del tutto inatteso, che ne prolungò la vita per anni ancora: quel picco aveva una causa precisa, e si chiamava Pokémon (Rosso e Blu in Italia). Quasi tutti i migliori giochi per Game Boy, fino a quel momento, erano stati delle riduzioni o degli adattamenti di saghe nate su NES (o altrove): Super Mario, Tetris, The Legend of Zelda, Metroid. Tre sono le principali eccezioni a questa logica: Wario Land, che però adesso è un marchio, vogliamo essere ottimisti, sedato. Kirby, nato proprio su Game Boy nel 1992, con Kirby's Dream Land (diretto da Masahiro Sakurai), una serie (e un personaggio) tuttora di grande successo, che tuttavia non è mai stata unicamente legata, genesi a parte, al mondo tascabile.

Pokémon: il gioco per eccellenza delle console portatili Nintendo
Pokémon: il gioco per eccellenza delle console portatili Nintendo

Pokémon, dal suo debutto in avanti, è sempre avanzato di pari passo con le console portatili Nintendo, decretandone spesso il successo. Nessuna piattaforma che ha ospitato un episodio principale della saga ha mai venduto meno di cinquanta milioni di unità. Questa, insieme all'aver originato il mercato tascabile, è proprio l'eredità principale di Game Boy. Switch è un sincretismo di tutto ciò che Nintendo è stata in passato, Game Boy compreso, e proprio questo DNA rappresenta il motivo per cui Nintendo dovrebbe sviluppare con relativa tranquillità il suo successore: Super Mario e The Legend of Zelda come killer application non sono una garanzia, dipendono da molti fattori, mentre Pokémon sì. Una condizione che forse non durerà in eterno, ma che al momento pare ancora molto salda. E come a fine anni '90 bisognava comprare Game Boy per giocare a Pokémon, nel 2025 (o nel 2026) bisognerà acquistare "Switch 2" per avere la nuova generazione di Pokémon. Anche detti, non casualmente, mostri "tascabili".