Detto questo, l’attenzione è passata sul gioco vero e proprio: Canis Canem Edit è un action game in terza persona con ambienti aperti, con un risultato che sembra un mix tra GTA e The Warriors aggiunto però di parecchi elementi personali. Il gioco è suddiviso in 5 capitoli che vanno a coprire un intero anno scolastico, dal suo inizio alla sua fine. Tutto si apre con il classico “primo giorno di scuola”, con Jimmy accompagnato fino ai cancelli della Bullworth Academy dalla madre e dal non troppo amato neo-patrigno, in procinto di partire assieme per una lunga luna di miele. La maggior parte del tempo viene passato all’interno della struttura scolastica, con le sue classi, i laboratori, i dormitori, le strutture, ma anche le zone all’aperto come i parchi, e all’esterno nella cittadina che circonda la scuola. Per spostarsi, Jimmy avrà a disposizione oltre alle sue gambe, anche biciclette e skateboard; le automobili che popolano le strade non potranno essere rubate nello “stile GTA”, giusto per essere chiari, ed è anche giusto considerando che il protagonista è un quindicenne... Durante la presentazione, abbiamo avuto modo di assistere e giocare ad alcune delle missioni che compongono la struttura di Canis Canem Edit; sì perchè anche in questo caso si tratta di un titolo a missioni, quest’ultime obbligate o da attivare mediante determinate azioni o colloqui con NPC. Un aspetto chiave del prodotto Rockstar sta nella possibilità di modificare costantemente la reputazione del protagonista, proprio in relazione al suo comportamento; le varie “bande” di teppistelli della scuola reagiranno infatti in maniera differente, apprezzando Jimmy o al contrario considerandolo un nemico sempre più acerrimo.
Bulletto di periferia
L’umorismo che permea CCE è però senza dubbio l’aspetto chiave del gioco, con uno stile dissacrante, ironico e divertente che non può davvero lasciare indifferenti. Oltre alle battute che continuamente si mescolano ai dialoghi, sono anche i personaggi a godere di una caratterizzazione eccellente; il professore con il “vizietto” della biancheria intima femminile, il preside convinto di poter riportare sulla retta via i suoi studenti, la sboccata cuoca della scuola che utilizza ingredienti scaduti e sputa nel pentolone sono solo alcuni esempi di quanta cura e quanta attenzione abbiano voluto dedicare i programmatori agli aspetti di “supporto” di un gameplay divertente, anche se non esattamente rivoluzionario. Tornando alle missioni, abbiamo assistito con piacere agli sforzi di Jimmy per difendere da altri bulli un povero nerd, oppure per recuperare gli ingredienti per i “manicaretti” della cuoca di cui sopra, o ancora per entrare nel dormitorio femminile a rubare le mutandine delle ragazze, o in una gara di bici a perdifiato contro una manciata di avversari.
Bulletto di periferia
La varietà è quindi certamente qualcosa che non difetta a CCE, ancor più se si considerano i numerosi minigames distribuiti nel corso dell’avventura e che permettono di guadagnare abilità o oggetti. Il sistema di controllo risulta piuttosto semplice ed immediato, molto simile a quello di GTA al punto che chi ha familiarità con la serie in questione non dovrebbe avere alcuna difficoltà ad entrare subito in sintonia con la nuova produzione Take 2; dato che le scazzottate la fanno da padrona, si è però deciso di approfondire il sistema di combattimento con una gestione delle combo piuttosto articolata, senza dimenticare la possibilità di attaccare gli avversari con oggetti di ogni tipo. La componente tecnica è davvero molto buona, con una grafica che sfrutta l’hardware Ps2 in maniera più che convincente; considerando che ormai la console Sony è a fine ciclo vitale, CCE rappresenta uno di quei giochi che sottolineano gli incredibili progressi che si possono ottenere nel corso degli anni. I modelli poligonali sono tutti dettagliati e ben realizzati, così come le ambientazioni; valide e definite le texture, e più che discreto il frame rate. Sensazionale invece il sonoro, con delle musiche anni ’70 incredibilmente azzeccate e un doppiaggio inglese talmente buono da imporsi senza dubbio come uno dei migliori di questa generazione di console. In definitiva quindi, il nostro incontro ravvicinato con CCE ci ha lasciato una impressione certamente superiore rispetto alle aspettative della vigilia; la fatica di Rockstar Games, a meno di incredibili capitomboli, sembra aver tutte le carte in regola per imporsi come uno dei migliori giochi disponibili per la console Sony, nonchè sicuro protagonista della stagione autunnale.
Andare alla presentazione di un gioco a porte chiuse è sempre un piacere; un po’ perchè si ha la consapevolezza di essere tra i primi a vedere e toccare con mano un progetto in fase di costruzione, un po’ perchè il clima ristretto e rilassato di un evento “per pochi intimi” rappresenta un vero sospiro di sollievo dalla calca e dal ritmo forsennato di una fiera come la GC di Lipsia. E così proprio all’interno di questo evento, più precisamente nella cornice della press room di Take2, in una tranquilla serata tedesca di fine agosto abbiamo potuto vedere coi nostri occhi l’attesissimo Canis Canem Edit, nuovo titolo di Rockstar Games destinato esclusivamente a Ps2. Il soggetto del gioco, come suggerisce il nome originale (Bully) e come i più attenti sapranno di certo, ruota attorno alla vita all’interno di un college inglese di un certo Jimmy Hopkins, quindicenne bulletto cacciato da numerose scuole e ora deciso a farsi un nome all’interno della Bullworth Academy. Evidentemente preoccupati dal chiacchiericcio mediatico che si è generato attorno al progetto Canis Canem Edit a causa dei temi trattati, i ragazzi di Rockstar Games che hanno diretto la presentazione si sono inizialmente voluti soffermare sull’infondatezza delle accuse di violenza gratuita e diseducativa rivolti da alcuni media al loro gioco. Per i programmatori, l'ex Bully rappresenta infatti una commedia divertente ed ironica sul mondo della scuola, con un tasso di violenza molto più basso di quanto si voglia credere: per esempio non c’è sangue, nessun personaggio muore, e le armi scompaiono dopo una manciata di colpi assestati. Secondo Rockstar, i videogame dovrebbero poter usare lo stesso linguaggio e le stesse tematiche degli altri media come musica e tv, senza dover passare continuamente attraverso la gogna della censura dozzinale e disinformata.