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I tempi del MUGEN: quando ci facevamo i giochi di Dragon Ball da soli

Ritorniamo indietro ai gloriosi tempi del MUGEN, un motore per realizzare picchiaduro in 2D che ci ha dato modo di realizzare i più proibiti sogni di far scontrare i nostri personaggi preferiti.

SPECIALE di Damiano Gerli   —   10/06/2024
Son Goku e Piccolo in Hyper DBZ

Oggi la possibilità di realizzare dei contenuti aggiuntivi per i propri videogiochi preferiti è spesso una realtà apprezzata, anzi, per molti titoli ci si aspetta di poterlo fare ancora prima che escano. E se volessimo, invece, creare un videogioco da zero? Chiaro che oggi saremmo ben facilitati, considerando che gran parte dei moderni engine forniscono una base, pur semplice, da cui partire, a volte anche senza pagare alcunché. Di certo, negli anni '90 queste possibilità non esistevano, per essere facilitati da un motore che aprisse le porte a chi non masticava di programmazione, bisognava accettare limiti piuttosto evidenti.

Per esempio potremmo menzionare Klik 'n' Play, o il ben più noto RPGMaker, uscito nel 1992 ma ancora oggi utilizzato da tantissimi giochi quali Fear & Hunger, To The Moon e Yume Nikki. Ma se invece la nostra idea fosse quella di realizzare un picchiaduro 2D? Beh, allora l'alternativa era veramente una sola, un nome che per molti risveglierà sopiti ricordi: Mugen (o M.U.G.E.N.). Il motore 2D è uscito per la prima volta nel 1999, e per oltre vent'anni è stato il punto di partenza ideale per chiunque volesse realizzare il picchiaduro del cuore. E, soprattutto, per poter far "rullare cartoni" tra i nostri personaggi preferiti.

Mugen e i sei bottoni

Cos'è quindi Mugen e come possiamo usarlo? La parola in giapponese significa "infinito" e questo potrebbe già darvi un'idea di cosa vi aspetta. Si tratta di un picchiaduro pronto e funzionante, di quelli classici a sei bottoni, anche se è possibile usare varianti. Inoltre il motore offre diverse modalità oltre la classica Arcade. Per esempio Survival, dove ci sarà un continuo arrivo di combattenti pronti a farvi la pelle, e che continua fino alla sconfitta del giocatore. Non manca anche la modalità Team, divisa in diverse possibilità come Simul, dove avremo un personaggio controllato dall'AI a combattere con noi o Turns, dove un personaggio a caso verrà scelto da una rosa per accompagnarci.

La mastodontica rosa dei personaggi di Jump Force
La mastodontica rosa dei personaggi di Jump Force

Avendo un motore 2D già completo e funzionante, gli utenti (o "autori" come li chiama la documentazione) possono personalizzare completamente i contenuti del proprio picchiaduro. Dai combattenti, agli sfondi, le mosse e il comparto sonoro; insomma, mantenendosi nei limiti del motore, è possibile creare da zero un picchiaduro 2D, infilandoci tutto quello che si desidera. Mugen permette modifiche facili e veloci, ma anche di creare progetti ben più complessi e barocchi. La cosa importante da considerare è che la licenza Mugen non permette la vendita del prodotto, quindi gli autori sono naturalmente spinti alla creazione di un picchiaduro con personaggi già esistenti, spesso presi da serie a fumetti, anime e, ovviamente, altri videogiochi.

Kirby che si mena con Son Goku?

Per esempio, curiosi di vedere Kirby e i teneri personaggi del mondo della piccola pallina rosa che se le danno di santa ragione? Mugen vi permette di farlo, anzi non c'è neanche bisogno di muovere un dito, esiste già Kirby the Dream Battle. Oppure, non siete soddisfatti della serie Marvel Vs Capcom? Perché non allargare gli orizzonti con Capcom Vs The World, che vi permetterà di sfidare praticamente chiunque. Avete mai sognato una sfida tra Jin Kazama e Solid Snake, o tra Scorpion e Goku, o tra Sonic the Hedgehog e Squall Leonhart? Naturalmente non mancano decine di titoli a tema Dragon Ball, o esperienze tipo Jump Force dove troverete praticamente ogni personaggio mai uscito in un anime in una rosa mastodontica di centinaia di combattenti.

Insomma, la cosa positiva dei titoli realizzati con Mugen è che, siccome il motore fornisce la spina dorsale al gameplay, è difficile che i titoli realizzati non siano giocabili e generalmente ben fatti. Intendiamoci, esistono comunque diversi esempi di creazioni Mugen decisamente perfettibili, più che altro perché gli autori decidono d'infilarci di tutto e di più, con evidenti rallentamenti o inserendo sprites o mosse non compatibili. Per tacere di esperimenti che non potremmo che definire "trash" come Super Botte & Bamba 2 Turbo. Qui andiamo su un classico dove potrete realizzare il vostro proibito sogno di far scontrare i due re dei meme, Berlusconi con Gerry Scotti, o magari una lotta all'ultimo sangue tra conduttori con Barbara d'Urso e Maurizio Costanzo. Insomma, anche questi casi diventano talmente comici che il download, gratuito, è quasi sempre giustificato.

Chi c'era dietro Mugen?

Mugen fu realizzato da una misteriosa software house dal nome di Elecbyte, uscendo addirittura per DOS nella sua prima versione. Ma chi erano gli Elecbyte? Un mistero che è rimasto fitto per anni, anche perché il team è sparito poco dopo la prima versione. L'immediato abbandono del progetto fu un forte colpo per la comunità che si era radunata intorno all'engine, tanto che nacquero immediatamente diversi team dedicati a convertire Mugen per altre piattaforme o per aggiungere nuove feature. Gli Elecbyte, però, riapparvero improvvisamente nel 2008. Con un nuovo fiammante sito, il team ora prometteva una versione 1.0 del motore grafico con migliorie e inedite opzioni.

Marco Columbro e Sgarbi pronti a menarsi in Super Botte & Bamba 2 Turbo
Marco Columbro e Sgarbi pronti a menarsi in Super Botte & Bamba 2 Turbo

Tale versione, poi uscita con alcuni ulteriori modifiche fino al 1.1, non fu mantenuta a lungo, con gli aggiornamenti che si fermarono nel 2013. Successivamente, nel 2015, il nuovo sito Elecbyte andò offline per motivi sconosciuti, dopo di che si sono perse le tracce del team. Addirittura alcune delle leggende metropolitane narravano che dietro il nome Elecbyte si nascondessero alcuni ex sviluppatori della Capcom, particolarmente delusi da alcune scelte della software house giapponese. La ben meno interessante realtà, come era forse prevedibile, è che si trattava di alcuni studenti del college del Michigan che avevano lavorato sul progetto mentre si stavano diplomando, per poi abbandonare dopo aver finiti gli studi.

La vera comunità dietro Mugen

Forse la parola che più potremmo pensare come sinonimo con Mugen è proprio quella: la comunità. Infatti non solo è oggi disponibile un archivio di personaggi già pronti da usare in Mugen, segno che le persone che hanno collaborato in qualche modo, con pixel art o realizzando mosse, non si conta.

Sonic e Knuckles contro Metal Sonic in Ultimate Sonic Mugen
Sonic e Knuckles contro Metal Sonic in Ultimate Sonic Mugen

Si tratta di un motore che, proprio per la sua natura gratuita e per le sue intrinseche limitazioni, si presta maggiormente a un lavoro di gruppo, a chiedere consigli online, a serate con amici a provare e testare i personaggi. Nonostante l'età, l'engine è ancora molto utilizzato, seguito da una comunità che non smette di adorarlo con giochi continuamente aggiornati e usciti anche per piattaforme come Android. Insomma, sono segni eventi che il nome Mugen, "infinito" appunto, fosse sicuramente azzeccato.

Per trovare nuovi titoli può essere utile dare un'occhiata al database, ma al di là del giocare alcune di queste esperienze folli, ancora oggi può essere un'esperienza interessante cimentarsi con il motore. Certo, si tratta di un'esperienza ormai indietro con i tempi, in più con delle chiare limitazioni sul lato gameplay. Potrebbe essere ben più attraente realizzare un picchiaduro con motori più avanzati, magari per poterlo anche vendere.

Benedetto XVI contro Luigi e Mario
Benedetto XVI contro Luigi e Mario

Se la vostra idea, però, è di costruire un piccolo progetto tra amici, nei tempi morti tra una goliardia e l'altra, ancora oggi il Mugen, e i suoi folli progetti, vi potrà regalare nostalgia e sorrisi. D'altronde oh, ma dove altro lo trovate un gioco dove potete comandare Shaquille O'Neal mentre schiaccia Michael Jackson in un canestro?