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Il 2025 dei videogiochi: esplosione o implosione?

Quello che sta per iniziare si prospetta come un anno fondamentale per l'industria videoludica, ma se non andasse come molti prevedono?

SPECIALE di Francesco Serino   —   01/01/2025
Luigi non era preparato ai fuochi d'artificio

Esplosione o implosione? Nel 2025 i nostri cari videogiochi potranno esplodere, soprattutto grazie al nuovo GTA, o implodere, continuando il trend discendente degli ultimi anni fatto di lacrime e sangue. Questo sarà l'anno del reality check: quanti siamo davvero? Perché si fa presto a dire che i videogiocatori sono sempre di più, contando anche chi si diverte con le calcolatrici in un mondo dove la gamification è ovunque, e anche un vogatore da palestra di ultima generazione propone un time attack se non addirittura una modalità carriera. Si fa presto a dire che siamo sempre di più, quando poi quelli che cercano un certo tipo d'esperienza, e sono disposti a pagarla un prezzo premium, sono bene o male sempre gli stessi che circolano fin dagli anni 80.

GTA 6: lo spartiacque

Grand Theft Auto 6 è naturalmente l'epicentro di tutto anche se non è detto che esca proprio nel 2025. Ma mettiamo che Rockstar ce la faccia, per i videogiochi sarebbe davvero una fortuna, forse. Del resto, è vero che in passato i videogiochi venivano spesso osteggiati, GTA in primis, ma almeno qualche volta facevano notizia. Il nuovo GTA rappresenta l'unico videogioco in uscita in grado di far girare la testa anche al pubblico più generalista, quello solitamente disattento, ultimamente persino disinnamorato. Con i suoi contenuti al vetriolo, l'immancabile critica sociale e il legame stretto con l'attualità, senza contare il budget faraonico che lo farà apparire su ogni muro abbastanza grande da contenerne la magnitudine, GTA 6 più che un gioco è una chiamata alle armi.

GTA 6 ci permetterà di fare la conta: quanti siamo davvero? E le console sono ancora imprescindibili?
GTA 6 ci permetterà di fare la conta: quanti siamo davvero? E le console sono ancora imprescindibili?

La forza di Rockstar è anche questa: unire i giocatori occasionali con gli hardcore gamer, i psicokiller con quelli per i quali l'immedesimazione zen è tutto. Questo è il gioco che dovrà convincere il mondo a comprare una PlayStation o un Xbox, anzi dovrà convincerlo a fare pazzie per potersene permettere una. Da quant'è che un'uscita videoludica non provoca quell'allegra isteria di un tempo? GTA 6 ha tutti i presupposti per diventare un fenomeno culturale, come del resto è avvenuto già in passato, è costruito per essere un evento e la sua rampa di lancio sarà come quella di un razzo per l'esplorazione spaziale, con tanto di countdown e fiammata finale.

Inciampi imprevedibili

I razzi spesso raggiungono le stelle, ma qualche volta li abbiamo anche visti esplodere. Se per qualche assurdo motivo questo nuovo GTA mancasse anche solo parzialmente i suoi obiettivi, l'evento potrebbe portare l'intera industria dei videogiochi ad alto budget a rivedere i propri piani futuri. Non avrebbe risvolti così drammatici, ma anche il fallimento del più volte rimandato Assassin's Creed Shadow rischierebbe di combinare disastri, assestando il proverbiale colpo di grazia a una Ubisoft che non se la passa affatto bene. Sicuramente Shadow andrà bene, ma andrà abbastanza bene per tenere in piedi la baracca?

Dopo il flop di Outlaws, Ubisoft si affida ad Assassin's Creed. Troverà ancora il suo pubblico ad aspettarla?
Dopo il flop di Outlaws, Ubisoft si affida ad Assassin's Creed. Troverà ancora il suo pubblico ad aspettarla?

Pochi si aspettavano il flop di Star Wars Outlaws eppure, nonostante la proprietà intellettuale d'oro, una grafica strabiliante e una struttura rodata, è andata come è andata: non bene. Non aiuta il fattore polemiche: se quelle politiche sono di bassa lega e di poco conto, è più che giustificabile l'amarezza di chi aspettava da anni che Assassin's Creed sbarcasse in Giappone per vestire i panni di un samurai, salvo poi trovarsi un lento gigante di due metri. Storicamente accurato o meno, appare come un'inutile forzatura che rischia di non aiutare nessuno: né il gioco, né la compagnia, né una causa non meglio specificata. E Ubisoft non ha un'ancora di salvataggio come Electronic Arts con i suoi giochi sportivi.

Troppe similitudini?

I big rimasti indipendenti si reggono in piedi sempre più difficilmente, e i Dragon Age: The Veilguard non sono la soluzione. Se fosse davvero iniziata la fine per gli action RPG in terza persona più blandi? O sei Elden Ring, gli ultimi due Zelda o qualsiasi gioco con una visione d'insieme, oppure è meglio che ti vai a fare un giro: c'è talmente tanta offerta che non si fa fatica a trovare esperienze più interessanti e originali risparmiando pure ottanta carte. Chi ci ha scommesso casa su esperienze simili è PlayStation, anch'essa avviata verso un 2025 di incertezze per quel che abbiamo appena detto, e per tutto quel che ancora non sappiamo. Ghost of Yotei non sembra differenziarsi molto da tutto il resto, a parte nell'ambientazione straordinaria, e sarebbe davvero sorprendente se Wolverine riuscisse a replicare i numeri di Spider-Man.

Grande grafica, storie emozionanti, ma in fondo questi action rpg si assomigliano un po' tutti. Come verranno accolti giochi simili nel 2025?
Grande grafica, storie emozionanti, ma in fondo questi action rpg si assomigliano un po' tutti. Come verranno accolti giochi simili nel 2025?

Ora almeno abbiamo dato un'occhiata all'ultimo di Naughty Dog: produzione stellare, ambientazione intrigante, ma che gioco c'è dietro? Sul fronte PlayStation c'è anche Kojima e il suo Death Stranding 2: On the Beach, ma oramai il creativo giapponese è sempre più un'entità a parte (forse fuori controllo?). I trailer del nuovo Death Stranding sono tanto intriganti quanto sovraccarichi di informazioni, personaggi, marionette, colpi di genio ovunque che però devono anche saper mollare un attimo la presa, per non soffocare tutto il resto. Chissà quanto sarebbe dura per Kojima floppare duro, ma probabilmente i contratti firmati con Microsoft, per Overdose, e Sony, per Physint, riuscirebbero comunque a tenerlo in piedi.

Switch è davvero una certezza?

Il 2025, più probabilmente, sarà l'anno di Nintendo che, con la sua nuova console, proverà a replicare il successo straordinario di Switch. In primavera saranno passati otto anni dal lancio di questa fortunatissima console, il nuovo hardware dovrà quindi vedersela con dei consumatori abituati a fruire dei videogiochi in modo completamente diverso. Smartphone e tablet hanno oramai risorse grafiche sufficienti a dare al pubblico più giovane tutto quel che desidera, nel frattempo molti hardcore gamer hanno apprezzato l'idea di Nintendo ma a Switch hanno preferito il PC portatile di Valve o di Asus. Fa anche capolino il cloud, che permette di giocare su qualsiasi dispositivo a qualunque gioco.

Nel 2025 arriverà anche il successo di Switch,  console che dovrà confermare i record del suo predecessore. Sicuri che ci riuscirà?
Nel 2025 arriverà anche il successo di Switch, console che dovrà confermare i record del suo predecessore. Sicuri che ci riuscirà?

Certo, non è la stessa cosa, ma è un'ulteriore differenza rispetto a sette anni fa, quando l'idea alla base di Switch poteva ancora essere considerata rivoluzionaria. Come sempre la differenza la faranno i giochi, solo questi potranno convincere milioni di appassionati ad entrare ancora nel recinto Nintendo accettandone le più insopportabili restrizioni che speriamo, con la nuova console, si facciamo sempre meno stringenti. Intanto speriamo che non si chiami Switch U, e che già dal nome si capisca bene lo stacco col passato. Ma anche questo potrebbe non bastare e come la storia ci insegna, semplicemente tutti possono sbagliare. Ad un fallimento della nuova console, come potrebbe reagire Nintendo? Dieci anni fa avrebbe sicuramente perseverato, come poi ha davvero fatto, ma nel 2025 questa potrebbe non essere più una soluzione percorribile.

Tenetevi forte e buon anno!

Cambiamenti, mutazioni continue, è proprio per questo che amiamo il mondo dei videogiochi. Cosa accadrà davvero in questo 2025 ancora non lo sappiamo, e auguriamo a tutti coloro oggi al lavoro sul prossimo grande hardware, come sul prossimo grande videogioco, di sfornare un prodotto straordinario e di enorme successo. Da appassionati saremmo i primi a beneficiarne.

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Certe cose però semplicemente accadono, ciclicamente un meteorite si abbatte sui dinosauri: qualcuno ce lo siamo già lasciato alle spalle, con Sega che si è dovuta reinventare, ma anche Atari, Cinemaware, Ocean e mille altre. Doloroso? Senza dubbio, ma in fondo l'importante è che l'industria continui a muoversi, a ribollire di creatività, soprattutto ad autorigenerarsi. L'importante è che ci sia sempre una nuova software house piena di sogni che sostituisca la precedente oramai stanca e avvizzita, o un nuovo modo di giocare più comodo, economico e versatile del precedente. Comunque vada, di certo non ci annoieremo a seguirne gli sviluppi tutti insieme qui su Multiplayer.it.

Buon anno!