Vi abbiamo già parlato di Immortals Fenyx Rising sulle nostre pagine, e lo abbiamo fatto con toni piuttosto positivi, elogiando vari elementi dell'ultima creatura di Ubisoft nonostante le fin troppe similarità all'eccelso Breath of the Wild. In verità non era la volontà della casa francese di rielaborare la proposta del capolavoro Nintendo ad averci stranito, ma il fatto che sembrasse averlo fatto senza comprendere il senso del lavoro di Nintendo, dando vita a un videogame completamente privo di quel senso di scoperta e magia che invece il colosso giapponese era riuscito a creare. La sezione da noi testata, peraltro, non aiutava: una mappa già piuttosto avanzata, con molti poteri a nostra disposizione, e un ammasso di missioni già segnalate per velocizzare l'avanzamento.
Una nuova e lunghissima sezione in compagnia del titolo (ben quattro ore di giocato) ci ha tuttavia fatto cambiare parzialmente idea: con la possibilità di partire dall'inizio, Immortals ci ha dato l'impressione di essere un lavoro meno derivativo e freddo di quanto sembrasse inizialmente, e, seppur certi dubbi siano rimasti, ora crediamo sul serio possa trattarsi di uno dei prodotti di miglior qualità del catalogo Ubisoft. Vediamo perché.
Eroina barbuta sempre piaciuta
Non scherziamo, partire dal principio ha cambiato molto l'impatto col gioco, permettendoci di sperimentarne la reale progressione senza accelerazioni né eccessi. E Fenyx Rising ci ha accolto con una "parziale" sorpesa: un editor del personaggio piuttosto elaborato, che permette di selezionare il sesso di Fenyx e modificarne i connotati attraverso varie pelurie facciali e pettinature. Curiosamente, anche quando si sceglie una protagonista donna tutte le barbe rimangono disponibili senza differenza alcuna, ma non è possibile modificare i volti, che sono predefiniti.
Passando alla premessa narrativa, invece, ci troviamo davanti a una trama abbastanza basilare: Tifone, uno dei titani più poderosi, si libera dalla sua prigionia dopo anni di tortura, ruba i fulmini di Zeus e ottiene un tale potere da sconfiggere l'intero Olimpo e pietrificare buona parte dell'umanità. Il dio del fulmine chiede quindi controvoglia aiuto a Prometeo, ancora incatenato e condannato a vedere un'aquila pasteggiare col suo fegato per l'eternità. I rapporti tra i due per ovvie ragioni non sono dei più rilassati, ma Prometeo fa una scommessa con Zeus: se un eroe umano apparso nelle sue visioni riuscirà a sconfiggere Tifone, il re dell'olimpo dovrà liberarlo. I due diventano dunque i narratori delle vicende di Fenyx, inesperto guerriero greco che si ritrova improvvisamente ad essere il prescelto per salvare l'Olimpo.
Si potrebbe pensare a una storia seriosa con una partenza simile, ma la verità è che la narrativa di Fenyx Rising risulta sempre piuttosto leggera, con commenti spesso demenziali da parte di Zeus e Prometeo, e interazioni abbastanza assurde tra i personaggi. L'umorismo non è sempre eccezionale - e la scarsa espressività dei volti non aiuta - tuttavia vi sono momenti ottimi quando la mitologia greca viene integrata a dovere con la campagna (una quest che narra le curiose origini di Afrodite, in particolare, ci ha fatto sghignazzare parecchio). Inoltre, è abbastanza evidente come le divinità greche non siano "i buoni" in questa storia, e siamo curiosi di vedere se questa strana dualità nell'epica di Fenyx porterà a una conclusione più originale di quanto si possa pensare.
Liberi tutti, fino a un certo punto
Lo ripetiamo: la fase tutorial ci ha portato ad apprezzare molto di più il lavoro di Ubisoft, poiché le meccaniche vengono introdotte con più naturalezza, la curva della difficoltà risulta più sensata (e un po' più impegnativa, grazie al cielo) se si segue una progressione naturale, e si viene spinti maggiormente ad esplorare e osservare l'estesa mappa di gioco quando questo non ti riempie di indicatori. Per carità, alcune forzature a nostro parere rimangono: la presenza di una vista in prima persona che mostra con chiarezza tutti gli obiettivi primari rovina un po' il senso di scoperta, e la mappa risulta spesso un po' troppo caotica per supportare al meglio il ritrovamento immediato di punti d'interesse vari ed eventuali, eppure sembra che la progressione nel gioco finito non verrà limitata, grazie alla possibilità di esplorare da subito varie regioni per salvare le divinità da cui queste sono ispirate.
Nel nostro caso? Abbiamo potuto visitare una zona introduttiva e la lussureggiante regione dedicata ad Afrodite, solo per scoprire che alcune delle missioni principali spingono Fenyx in altre zone quasi subito. Crediamo dunque che in generale la campagna sia disegnata per garantire approcci meno lineari, considerando che vi sono svariate linee di quest principali tra cui scegliere già dopo la prima ora. È inoltre piuttosto chiaro come Ubisoft abbia voluto riempire Immortals Fenyx Rising di contenuti in ogni regione, tra oggetti da recuperare per il potenziamento del/della protagonista, boss secondari e segreti, puzzle di vario tipo, e tutta una serie di forzieri con equipaggiamenti vari per personalizzare il proprio stile di combattimento.
Fenyx, per l'esattezza, si potenzia in una sorta di hub principale, dove accompagnato dallo scaltro Ermes può migliorare ogni singola statistica e acquisire nuovi rami di abilità. Sono queste migliorie a deciderne la potenza, poiché le armi danno di norma bonus relativi a come si approcciano le battaglie più che miglioramenti secchi. Ah, i nemici sembrano scalare con il livello del vostro alter ego, quindi non crediate di divenire infinitamente più potenti dei mostri che popolano il mondo di gioco.
Un po’ di cattiveria in più
Certo, la difficoltà del gioco non è cresciuta esponenzialmente nonostante a nostra disposizione ci fosse un eroe più debole rispetto all'ultima prova. Le finestre d'invulnerabilità rimangono comunque un po' troppo ampie dopo le schivate, e anche con i ritardi derivanti da una prova in streaming non abbiamo avuto grosse difficoltà a reagire ai colpi nemici... tanto che l'unico avversario capace di metterci in difficoltà è stata un boss arpia facoltativo di livello estremamente alto (e anche quello non avrebbe rappresentato un problema se l'avessimo affrontata con qualche pozione invece di buttarci allo sbaraglio). Speriamo che alle difficoltà massime l'avventura offra una sfida più brutale, perché il sistema di combattimento non è semplice ma funziona, e sembra esserci una discreta varietà di boss e avversari da combattere nel gioco.
Non molto da dire invece sul comparto tecnico: lo stile cartoonesco del titolo fa il suo dovere e artisticamente le mappe sono molto valide, ma, come detto in uno dei paragrafi precedenti, l'espressività limitata dei personaggi lascia un po' a desiderare, smorzando con forza l'effetto comico di certe scene. Il titolo, se non altro, ci è sembrato molto stabile e tecnicamente solido nonostante la notevole libertà d'esplorazione offerta, cosa non facile per un open world di questa scala. Certo - come avevamo già precisato nella precedente anteprima - qui non si ha un livello di interattività pari a quello visto in Breath of the Wild, eppure questo non significa che Immortals non possieda una fisica complessa, visti i numerosi - e riusciti - puzzle che sfruttano il peso degli oggetti e la capacità di Fenyx di attirarli a sé dalla distanza. Siamo davvero curiosi di vedere se avanzando verranno aggiunti altri poteri in grado di modificare l'ambiente circostante, ma crediamo che il titolo possa reggere il colpo anche senza altre aggiunte simili.
Con la possibilità di testare la normale progressione del gioco, Immortals ha finalmente mostrato i muscoli, rivelandosi un titolo con più potenziale di quanto credessimo. L'opera di Ubisoft ha chiaramente ancora alcuni elementi da limare, e non fa tutto quel che vorrebbe in modo perfetto, ma ci è sembrata ricchissima di contenuti, molto solida, e potenzialmente in grado di diventare il titolo più interessante in arrivo dalla casa. Vedremo se le nostre aspettative verranno rispettate, o se avanzando la struttura andrà a perdersi come era accaduto durante la nostra prima prova, ma siamo fiduciosi.
CERTEZZE
- Con una progressione normale l'esplorazione è molto più godibile
- Ricchissimo di contenuti ed estremamente variegato
- Mappe artisticamente molto valide ed estese
- Puzzle riusciti e buon sistema di combattimento
DUBBI
- L'umorismo del gioco non sempre centra il bersaglio
- Avremmo fatto volentieri a meno di molti degli indicatori
- Difficoltà sempre fin troppo bassina