Pur con qualche ruvidità, The Invincible ha dimostrato già il talento di Starward Industries, in grado di maneggiare un soggetto non facile come l'omonimo libro di Stanislaw Lem e trasformarlo in un'avventura dotata di un fascino notevole, cosa che rende automaticamente interessante il loro nuovo progetto, che sembra poter spaziare su elementi ancora più peculiari. Into the Fire conferma la capacità del team di mettere in scena una fantascienza alquanto fuori dagli schemi, riprendendo la bizzarra caratterizzazione retro-futuristica, ma trasferendola in un contesto che sembra davvero unico, permeata di misticismo ed elementi sovrannaturali ma con una base ancorata alla realtà.
Non abbiamo ancora visto molto, ma il trailer gameplay esteso pubblicato il mese scorso basta a lanciare Into the Fire tra i titoli da tenere d'occhio per quest'anno, almeno per quanto riguarda il lancio in accesso anticipato.
La premessa è apparentemente semplice: ci troviamo in un'isola misteriosa dominata da un colossale vulcano attivo, con attività eruttiva, lava e fiamme che si propagano ovunque mettendo a rischio la vita degli abitanti. Si tratta di "sopravvivere 30 giorni" in questa inospitale ambientazione, prendendo parte a varie missioni di salvataggio che coinvolgono l'uso di attrezzature più o meno realistiche, facendo fronte a diverse situazioni critiche sempre a contatto con il fuoco.
C'è qualcosa di più della semplice contingenza del fuoco, però: il vulcano, in particolare, "è un personaggio a sé stante nel gioco", ci ha spiegato il game director Wojciech Ostrycharz. "Abbiamo fatto in modo che il suo comportamento sia il più realistico, dinamico e imprevedibile possibile. Ma sotto la superficie si nasconde qualcosa di più. Con il progredire del gioco, i giocatori scopriranno gradualmente elementi soprannaturali. Lungo il percorso del protagonista iniziano a comparire anomalie, rituali e soprattutto entità demoniache nate dal fuoco, dalla lava e dalla cenere".
Tra survival ed extraction shooter
Il gameplay viene descritto come qualcosa di simile all'extraction shooter, ovvero un gioco d'azione nel quale dobbiamo prendere parte a missioni incentrate su specifici obiettivi, all'interno di un ambiente decisamente ostile, solitamente legate al salvataggio di superstiti da portare all'Hub che fa da base, e che rappresenta anche l'elemento centrale nella progressione della narrazione. La storia, tuttavia, si costruisce attraverso l'ambiente, l'esplorazione, i dialoghi con personaggi unici e i frammenti di conoscenza scoperti - note, rituali, suoni e simboli.
Il tutto è però incentrato sul PvE, con le minacce che derivano direttamente dallo scenario e la meccanica che solitamente ci vede combattere contro fuoco, esplosioni e lava per cercare di salvare dei superstiti e portarli al sicuro alla base. I mezzi per raggiungere lo scopo sono per lo più attrezzature anti-incendio, ma Into the Fire non è propriamente una simulazione di vigile del fuoco. Proprio qui sta la particolarità del gioco: nonostante si basi su una riproduzione piuttosto realistica del comportamento del fuoco e della lava, ci sono elementi fantastici e sovrannaturali che si inseriscono nel contesto e rendono il mondo ben più strano a angosciante di quanto si potrebbe pensare.
L'ispirazione dichiarata da Starward Industries ha basi solidamente scientifiche, trattandosi in particolare del film Fire of Love di Sara Dosa, che racconta la storia di due vulcanologi, ma a partire da questo studio appassionato sui vulcani viene costruita una storia più strana e complessa, che coinvolge miti arcani, antiche reliquie, leggende e misticismi inquietanti che si intravedono appena nei primi materiali diffusi dagli sviluppatori. Non per nulla, gli sviluppatori hanno menzionato le opere di Jules Verne, l'horror fantascientifico più classico come La Cosa ma anche l'esistenzialismo di Camus tra le fonti d'ispirazione di un lavoro evidentemente eclettico.
Questi possono essere elementi potenti nella caratterizzazione, in grado di creare qualcosa di veramente unico e dare anche una spinta narrativa interessante a una meccanica di gioco che sembra già alquanto strutturata e solida. Legare la potenza del vulcano a forze arcane e metafisiche incrementa l'epica dello scontro con il fuoco, che trascende in una lotta primordiale dell'uomo contro un nemico misterioso e soverchiante, anche se questi elementi non sono ancora molto visibili, al di là della strana atmosfera che permea tutta l'ambientazione.
Su queste caratteristiche, Ostrycharz ha spiegato che "i giocatori dovranno affrontare intensi incontri con demoni infuocati, personificazioni delle forze distruttive scatenate dal vulcano. Queste entità demoniache incarnano il fuoco, la lava e la cenere e fungono da potenti boss o minacce significative che mettono alla prova le abilità e la resistenza del giocatore", dunque ci saranno momenti anche particolarmente epici in mezzo a missioni di vario tipo. "Inoltre ci saranno anomalie, fenomeni misteriosi e imprevedibili che fungeranno da sfide simili a boss, sorprendendo il protagonista durante l'azione e aggiungendo un ulteriore livello di tensione e pericolo. La loro presenza aggiunge una dimensione soprannaturale all'esperienza di sopravvivenza, fondendo i disastri naturali con il mito e la leggenda".
Ben più di una simulazione di pompiere
Questo strano equilibrio fra realtà e fantasia si ritrova anche nella meccanica del gioco, incentrata sull'utilizzo di vari strumenti simili alle controparti reali, ma con applicazioni differenti, per far fronte a minacce apparentemente realistiche, ma con risvolti imprevedibili.
La tecnologia retro-futuristica propone una serie di soluzioni apparentemente antiquate, ma molto efficaci: una sorta di motoslitta per viaggiare veloci sulla superficie dell'isola coperta di cenere, sistemi di cavi e rampini per spostarsi velocemente, asce per abbattere porte e pareti ed estintori, ma anche bombe anti-incendio e armi meno convenzionali sono gli strumenti del mestiere per il protagonista di Into the Fire.
La quantità di eventi critici che emergono nell'isola impone di stabilire delle priorità e a fare delle scelte su come e dove agire, cercando anche di pianificare l'azione attraverso un veloce studio della situazione. È necessario analizzare i sismografi per valutare l'approccio migliore alle varie missioni, gestire le risorse e utilizzare la strumentazione più adatta in ogni condizione, tutte azioni che possono essere svolte all'interno del rifugio che funge da base operativa e consente di radunare le risorse e anche espandere e migliorare l'equipaggiamento.
Una volta scelta la missione da completare, si tratta di spostarsi sul luogo con uno dei veicoli messi a disposizione e prepararsi a ogni evenienza.
La lotta contro il fuoco configura una dinamica quasi da sparatutto in terza persona classico, dove l'estintore è l'arma e il fuoco ovviamente il nemico da estinguere, ma questo può propagarsi facilmente seguendo una dinamica avanzata, imponendo di mantenere sempre alta l'attenzione e seguire delle tattiche anche per non esaurire le scorte di acqua e consumabili utili. In tutto questo bisogna sempre tenere presente l'obiettivo principale, che solitamente è il salvataggio dei superstiti in condizioni sempre più critiche, ma avanzando tra le "quest" è possibile anche imbattersi in testimonianze e reliquie del passato, che riportano alla luce antiche leggende legate agli oscuri misteri che aleggiano nell'isola vulcanica.
Un mondo di fuoco
Pur nella semplicità delle ambientazioni, c'è una notevole ricercatezza estetica in Into the Fire, che prosegue un po' lo stile visto anche in The Invincible, tra visioni futuristiche ancorate al passato e notevoli scelte in termini di effettistica.
La cosa che risalta maggiormente è la scelta di adottare una tecnologia che sembra derivare dagli anni '50, anche in questo caso: il "retro-futurismo" risulta evidente nella goffa attrezzatura del protagonista, che tuttavia ha effetti decisamente avanzati e moderni una volta messa in azione, così come la strana moto-slitta utilizzata e le architetture rientrano precisamente in questo ricercato design.
L'altro elemento che risalta in maniera evidente sono gli effetti grafici utilizzati per la rappresentazione di fuoco e cenere, che risulta essere una delle più convincenti viste di recente in ambito videoludico. Il modo in cui il fuoco si propaga dimostra una notevole ricercatezza nell'interazione tra questo e gli elementi dello scenario, ma anche gli effetti particellari che scaturiscono da esplosioni e collisioni varie.
L'effetto volumetrico del fuoco, del fumo e della cenere, insieme alla gestione dinamica della luce, mettono in scena un'ambientazione apocalittica impressionante, che ci cala perfettamente nel clima di costante urgenza e minaccia che caratterizza Into the Fire.
In mezzo a tutto questo, oltre ovviamente a poter provare con mano il gameplay, ci resta la curiosità di scoprire qualcosa di più sulla base narrativa e su quegli elementi mistici e sovrannaturali che finora sono stati solo accennati ma che potrebbero donare una decisiva spinta in più a questo interessante action survival che sembra poter fare davvero fuoco e fiamme.
L'accesso anticipato di Into the Fire dovrebbe arrivare nel corso del 2025, mentre l'uscita è probabilmente prevista per il 2026, ma rimaniamo in attesa di informazioni più precise da parte di Starward Industries, che ci ha confermato di voler concentrarsi prima di tutto sulla versione PC, ma ha già in programma l'uscita anche su console (PlayStation e Xbox), oltre che l'ottimizzazione per Steam Deck.