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Konami e la difficoltà di rivitalizzare Silent Hill, Castlevania e Metal Gear

Cerchiamo di capire perché rivitalizzare franchise come Silent Hill, Castlevania e Metal Gear non è semplice come molti credano, soprattutto per la Konami attuale

SPECIALE di Simone Tagliaferri   —   08/07/2021

Si narra che da qualche anno Konami vada in giro per studi di sviluppo specializzati in titoli horror cercando quello giusto cui affidare il reboot della serie Silent Hill. L'attività del publisher giapponese è stata così spasmodica da aver prodotto diverse voci di corridoio, il cui errore di fondo è stato sempre quello di aver dato per scontato l'avvenuto accordo. Invece è probabile che il nuovo Silent Hill non esista ancora, se non nei documenti di design di Bloober Team, con cui Konami ha recentemente stretto una partnership per un progetto non ancora annunciato, ma che è difficile non collegare alla storica serie, visto il pedigree dello sviluppatore.

Ma come mai c'è voluto così tanto tempo per avere quantomeno il nome di una software house? Il problema principale è che Silent Hill, come altre proprietà intellettuali di Konami, ad esempio quella Metal Gear e quella Castlevania, è difficile da rivitalizzare, perché legato a un concetto di autorialità che va sparendo dal mondo dei videogiochi, almeno in ambito tripla A.

Giusto qualche settimana fa ci chiedevamo se avesse senso volere un ritorno di certe serie a tutti i costi. Non è meglio lasciarle morire in pace invece di affidarle al primo che passa? La domanda non è provocatoria come sembra, ma parte da un dato di fatto, con cui probabilmente il publisher giapponese si sta confrontando da qualche anno: produrre un singolo videogioco tripla A costa ormai decine di milioni di euro e per rientrare dei costi bisogna vendere milioni di copie.

Quindi ogni fattore di rischio diventa automaticamente un ostacolo che invita a prendere tempo... e la mancanza di autori, per serie come quelle citate, è un impedimento enorme, visto che una qualsiasi controversia rischia di far mettere mano ai forconi al pubblico tradizionale, quello a cui questi titoli sono rivolti. Avrebbe senso, quindi, dal punto di vista squisitamente economico, lanciare dei nuovi capitoli alla cieca, con il rischio che diventino dei boomerang?

Metal Gear

Un Metal Gear senza Kojima? Ma non scherziamo...
Un Metal Gear senza Kojima? Ma non scherziamo...

Prendiamo ad esempio la serie Metal Gear, congelata dai tempi di Metal Gear Survive. Mettiamo che Konami decidesse di sviluppare un nuovo capitolo, il pubblico lo accetterebbe a cuor leggero se dietro non ci fosse Hideo Kojima, il papà della serie dai tempi dei capitoli per MSX?

Stesso discorso per Silent Hill: abbiamo bisogno di un altro gioco horror generico al gusto di nebbia e infermiere non morte, o cerchiamo qualcosa di più profondo che richiami i primi due capitoli o, quantomeno, che sia al livello di quello scritto da Sam Barlow? Purtroppo Konami negli anni ha sostanzialmente azzoppato il suo settore creativo, smantellando gruppi affiatati, facendo fuggire i suoi nomi migliori e mettendo i pochi superstiti su pachinko e titoli mobile (oltre che su PES). Gestire internamente progetti come un nuovo Metal Gear o un nuovo Silent Hill significherebbe tornare ad assumere centinaia di sviluppatori, oltre a dover cercare delle nuove figure forti, che diano la loro impronta ai franchise. Si tratta di un'operazione lunga e complessa, sia dal punto di vista economico, sia da quello culturale, che l'attuale Konami, molto più rapace e concreta di quella di un tempo, non crediamo possa concepire. Significherebbe rinnegare la gestione degli ultimi anni, che comunque ha prodotto ottimi risultati in termini di ricavi.

Castlevania

Castlevania: Lords of Shadow 2 ha affossato definitivamente la serie?
Castlevania: Lords of Shadow 2 ha affossato definitivamente la serie?

La serie Castlevania sembra essere meno soggetta a queste "pressioni", visto che l'autore originale, Hitoshi Akamatsu, lo conoscono in quattro, mentre Koji Igarashi, cui dobbiamo la svolta presa dal franchise con Castlevania: Symphony of the Night, si è fatto la sua di serie (Bloodstained).

Konami potrebbe semplicemente prendere il franchise e affidarlo a uno dei numerosi studi che negli ultimi anni hanno realizzato dei metroidvania di successo. Quindi, qual è, in questo caso il problema? Per capirlo basta guardare alle ultime rivitalizzazioni di franchise di Konami, in particolare a quelli di Contra e Bomberman. Il primo è stato affossato dal pessimo Contra Rogue Corps, mentre il secondo ha riscosso un buon successo grazie a Super Bomberman R. In entrambi i casi si tratta di piccole produzioni, figlie della stessa logica: svecchiare senza rivoluzionare, citare senza apparire nostalgici, strizzare l'occhio al vecchio pubblico, andando alla ricerca del nuovo.

Se rivitalizzare significa lanciare Contra: Rogue Corps, lasciamo pure morire le serie
Se rivitalizzare significa lanciare Contra: Rogue Corps, lasciamo pure morire le serie

Si tratta di due progetti che non miravano a vendere milioni di copie, me poche centinaia di migliaia. Castlevania è una proprietà intellettuale particolare che non ha mai fatto numeri immensi, ma che conta comunque su di una base utenti ampia e molto fedele, che probabilmente non tollererebbe operazioni simili (basti vedere come ha reagito all'annuncio del Castlevania mobile...).

Purtroppo non crediamo che Konami voglia più investirci quanto fatto con i Lords of Shadow, gli ultimi capitoli maggiori, perché le prospettive di vendita attualmente non lo permettono e quel modello, semplicemente, non funziona più (o funziona molto meno). L'unica possibilità è che la serie Netflix abbia aumentato l'interesse generale sul franchise al punto da giustificare uno sforzo importante, ma il fatto che Konami non l'abbia sfruttata per un rilancio dà molto da pensare.

Unicità

The Medium è stato la porta per la serie Silent Hill?
The Medium è stato la porta per la serie Silent Hill?

L'unicità delle proprietà intellettuali citate e la difficoltà di trovare qualcuno in grado di gestirle, nonché il loro radicamento tra un certo pubblico, sono problemi difficili da arginare. Bloober Team è lo studio giusto per Silent Hill? Guardando alla sua produzione, in particolare al recente The Medium, potrebbe riuscire, ma si tratta di un bel salto nel vuoto. Non è facile dare un seguito a una serie simile, soprattutto dopo che il pubblico con P.T. ha assaggiato un capitolo sviluppato da Kojima, cancellato in corso d'opera.

E Metal Gear? A chi si potrebbe affidare un franchise che è cambiato di episodio in episodio seguendo i percorsi mentali del suo autore? Come potrebbe riuscire un qualsiasi studio di sviluppo a farsene carico? Che probabilità di successo avrebbe? E di Castlevania che ne facciamo? Proviamo a fare un action 3D, multimilionario, magari open world, con altissime probabilità di fallimento, o ci affidiamo alla vecchia formula, seguendo magari l'esempio di quanto fatto da Nintendo con Metroid Dread? Il pubblico lo accetterebbe? Ma, soprattutto, riuscirebbe ad attirare qualche nuovo giocatore?

Con questo non vogliamo dire che Konami non lancerà mai più un Silent Hill, un Castlevania o un Metal Gear. Per quel che ne sappiamo potrebbe annunciarli domani. Il nostro intento era solo quello di ragionare sulla difficoltà di gestire certe proprietà intellettuali, difficoltà che nasce dall'aver depotenziato enormemente il suo settore sviluppo, inseguendo un mercato in cui le tre serie non hanno più alcun ruolo.