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Lady Macbeth è viva, si chiama Lili ed è la protagonista del primo videogioco in concorso al Festival di Cannes

Lili, realizzato da iNK Stories, è un coraggioso esperimento interattivo che trasporta il Macbeth nell'Iran contemporaneo ed è anche il primo videogioco in concorso a Cannes.

SPECIALE di Fabio Di Felice   —   08/06/2025
Lili è il primo videogioco in concorso al Festival di Cannes

Di tutte le figure che popolano il Macbeth, l'immortale opera di William Shakespeare, una in particolare continua a parlarci attraverso i secoli: Lady Macbeth. Potrei provare a descriverla con quegli aggettivi - non proprio lusinghieri - che da sempre la inseguono, ma c'è una frase che la inquadra ancora meglio. La sussurra lei stessa al marito quando capisce i suoi tentennamenti morali davanti alla profezia regicida delle Streghe: "Non mi fido della tua natura, troppo latte d'umana tenerezza ci scorre, perché tu sappia seguire la via più breve". Lady Macbeth contiene in sé l'essenza della tragedia shakespeariana. Per secoli è stata la personificazione di un'ambizione sfrenata, forse anche superiore a quella del marito. La tentatrice, seducente, spregiudicata. Eppure, con il tempo, questa immagine si è affiancata a un'altra lettura, più sfumata, più profonda. Lady Macbeth è diventata anche il simbolo di uno scontro di genere: una donna nella Scozia della prima età moderna che non può raggiungere la grandezza solo a causa del suo sesso e che è costretta a farlo attraverso un uomo. Lady Macbeth è una leader, ma in un mondo che non è ancora pronto al suo potere.

Un personaggio che, quasi mezzo millennio dopo la sua nascita, continua ad abitare con forza le discussioni attorno a una delle opere più affascinanti e attuali del Bardo. E se ne parla oggi, in questo contesto, perché nel corso dell'ultima edizione del Festival di Cannes (la numero 78), Lady Macbeth è tornata come fonte d'ispirazione principale per Lili, titolo sviluppato da iNK Stories, e primo videogioco in assoluto a entrare in concorso al Festival nella categoria Immersive Competition.

Zar Amir è Lili, una moderna Lady Macbeth in Iran
Zar Amir è Lili, una moderna Lady Macbeth in Iran

Lili nasce da una collaborazione illustre. L'azienda che lo sta sviluppando, iNk Stories, aveva già pubblicato nel 2016 1979 Revolution: Black Friday, il racconto della rivoluzione iraniana del 1979 che vide il rovesciamento della monarchia di Mohammad Reza Pahlavi e l'ascesa al potere dell'Ayatollah Khomeini. Per Lili, iNK Stories ha cooperato con Alambic Production, casa di produzione cinematografica parigina, e con la Royal Shakespeare Company. Cinema, teatro e videogioco si incontrano quindi su un terreno comune. Un momento importante per tutte e tre le forme d'arte, fuse in questo manifesto politico che vede la partecipazione nelle vesti di protagonista di Zar Amir, attrice e attivista per i diritti delle donne iraniane.

Prendi l'aspetto del fiore innocente, ma sii il serpente sotto di esso

Spostiamoci proprio in Iran: Lili è la moglie di un comandante della milizia Basij, un corpo paramilitare volontario fondato da Khomeini nel 1979. Esattamente come nell'opera di Shakespeare, Lili e suo marito congiurano per organizzare un omicidio che assicuri all'uomo una promozione nella carriera militare. L'assassinio, però, sconvolge irrimediabilmente le vite dei due coniugi, e risveglia in Lili qualcosa di profondo: la voglia di mettere in discussione un sistema che l'ha sempre costretta al silenzio. Nell'opera originale, sono tre Streghe a mettere la pulce nell'orecchio al generale Macbeth a proposito della possibilità di diventare sovrano. Quando le incontra per la prima volta, le descrive come creature fuori dal tempo, alludendo proprio all'origine antica di figure che viaggiano dalla mitologia greco romana delle Parche fino all'età moderna.

In Lili, la figura delle tre Streghe è stata sostituita da un gruppo di hacker chiamato Hecate Web (Ecate è la dea della magia e dell'oscurità nella mitologia greco romana). Proprio come le Parche, gli hacker sono forze sovrannaturali, che osservano dall'esterno lo svolgersi degli eventi: in parte spettatrici, in parte responsabili della tragedia. Si tratta di un ruolo ritagliato perfettamente attorno alla figura del videogiocatore; è nei panni degli hacker che chi gioca terrà sotto controllo Lili.

Una delle tematiche fondamentali di Lili è proprio la sorveglianza, il controllo e la censura del regime iraniano. L'oppressione è parte della vita quotidiana della donna. In una scena mostrata nel trailer, Lili cerca di visualizzare un tutorial di make up su YouTube, solo per essere bloccata dal firewall dello stato. In quanto hacker possiamo garantirle comunque l'accesso, e assistere a una scena che si è già impressa con forza nell'immaginario del titolo: Lili si copre il volto con una pellicola trasparente prima di applicare il trucco, cosicché nessuno possa scoprire che è venuta meno alle leggi soffocanti dello stato. È il suo segreto, così come il rapporto con gli hacker che, da quel momento, tramano assieme a lei per far crollare il sistema dall'interno.

Questa immagine è stata scelta come poster dell'opera in concorso a Cannes
Questa immagine è stata scelta come poster dell'opera in concorso a Cannes

Creare un videogioco ispirato al Macbeth di Shakespeare è un'impresa titanica, perché significa rimasticare uno dei racconti più oscuri e avvincenti della letteratura mondiale, per restituirlo come esperienza interattiva. Una storia che ha a che fare con l'ambizione, il destino, la moralità, ma anche con le dinamiche di genere. Per farlo, iNK Stories si è data come modello narrativo di riferimento quello esplorato da Sam Barlow nei suoi titoli pluripremiati come Her Story e Immortality: un mix di filmati live action e gameplay, filtrato da un'interfaccia che simula quella di un computer. Solo una figura umana in scena, quindi: Lili, interpretata da Zar Amir. E conoscere chi sia questa straordinaria attrice è importante per comprendere la potenza di questo videogioco.

Chi è Zar Amir?

Non si può immaginare questo progetto senza Zar Amir. È lei Lili, perché nella sua storia personale c'è già tutta quella carica rivoluzionaria che muove la nuova Lady Macbeth. Interprete dal grande successo internazionale, vincitrice del premio come miglior attrice all'edizione 2024 del Festival di Cannes, Zar Amir fu costretta a fuggire dal suo paese natale, l'Iran, nel 2008. La pietra dello scandalo fu la diffusione di un presunto video porno che la vedeva protagonista e che le sarebbe costato, oltre all'allontanamento da film e programmi televisivi per i successivi dieci anni, anche una condanna al carcere e la pena di 99 frustate. Aveva 26 anni, una vita e una carriera a pezzi. In Iran il sesso prematrimoniale è illegale, e sapeva che, passati gli anni di onta, non le sarebbe mai più stato permesso di tornare a far parte del mondo dello spettacolo.

Zar Amir nei panni di Arezoo Rahimi, giornalista sulle tracce del serial killer in Holy Spider
Zar Amir nei panni di Arezoo Rahimi, giornalista sulle tracce del serial killer in Holy Spider

Così, Zar Amir è fuggita in Francia, a Parigi, dove ha dovuto ricostruire la sua vita. Nel 2024 ha vestito i panni della giornalista Arezoo Rahimi in Holy Spider di Ali Abbasi. Una donna che indaga su un caso realmente accaduto a Mashhad, nel nord-est dell'Iran, nel 2001: un serial killer di donne che ha mietuto 16 vittime, quasi completamente ignorato dalla polizia iraniana. L'interpretazione di Amir è solo un altro tassello della lotta che l'attrice porta avanti contro l'oppressione delle sue connazionali. Nel 2022, alla morte della ventiduenne Mahsa Amini, arrestata dalla polizia religiosa iraniana per non aver indossato correttamente l'hijab, una sommossa popolare ha scatenato grandi proteste in piazza, nonostante le violente rappresaglie delle autorità. L'attrice ha supportato la causa, affermando che in Iran il muro è ormai incrinato, ed è solo questione di tempo prima che crolli. Le proteste del 2022 sono state le più grandi e violente da quando, nel 1979, il regime teocratico di Khomeini si è instaurato. I social e le informazioni in rete hanno giocato un ruolo cruciale: veloci, incontrollabili da qualsiasi potere superiore. Anche per questo motivo, oggi, un'opera come Lili è tanto importante. Una forza che opera attraverso la rete per distruggere il sistema dall'interno. E non poteva esserci che Zar Amir a vestire i panni della protagonista.

Immersive Competition

L'Immersive Competition di Cannes è solo alla sua seconda edizione. Solitamente, la selezione del concorso non include videogiochi, ma è composta da film in realtà virtuale o esperienze come From Dust (la vincitrice del premio di quest'anno). Da questo punto di vista, Lili segna la prima volta di un videogioco in concorso in uno dei festival di cinema più importanti al mondo. Si tratta di un primato che arriva in un periodo storico in cui i videogiochi stanno titillando lo schermo in tutte le sue forme: in TV e al cinema, con la serie televisiva di The Last of Us, ma anche con i film di Minecraft, di Elden Ring e di The Legend of Zelda. I videogiochi, sono ovunque, eppure non erano ancora arrivati a competizioni così profondamente autoriali come il Festival di Cannes.

Come nell'opera originale, le Streghe agiscono per tentare i protagonisti
Come nell'opera originale, le Streghe agiscono per tentare i protagonisti

Lili è in una fase avanzata dello sviluppo e dovrebbe arrivare nel corso del 2025. Sarah Ellis, che partecipa alla produzione del videogioco in qualità di Director of Digital Development della Royal Shakespeare Company, ha perfino dichiarato che, secondo lei, dato il carattere innovatore del Bardo, oggi Shakespeare sarebbe uno scrittore di videogiochi. È una prospettiva stimolante, sebbene l'autore di Macbeth sia senz'altro figlio del suo tempo. Lady Macbeth, per esempio, è un personaggio che non ha avuto un riconoscimento pieno per la sua tridimensionalità. Alla fine dell'opera, la sua morte avviene perfino fuori scena, come fosse poco importante. Lili è un'ottima occasione per rileggere questa figura tragica e affascinante, e farlo oggi in un contesto in cui la sua frustrazione verso un sistema ingiusto potrebbe dirci qualcosa di più, anche a 400 anni di distanza.

"Domani, e domani, e domani..." recitava Macbeth, nel suo immortale monologo sulla futilità della vita. "Un'ombra che cammina, un povero attore che si pavoneggia e si agita per la sua ora sul palcoscenico". Oggi, quell'attrice è una donna: Lady Macbeth. E non muore più dietro le quinte, è viva, si chiama Lili e diventa la scintilla, il caos, il grido di una rabbia silenziosa che si prende il centro della scena. In un videogioco.