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Left Alive, primo contatto alla GamesCom 2018

Non si sapeva praticamente nulla di Left Alive prima di questa Gamescom, ma lo sparatutto-survival di Square Enix pare un titolo di rara profondità

ANTEPRIMA di Aligi Comandini   —   24/08/2018

Nell'ultimo decennio Square Enix si è mossa con incredibile lentezza nel mare della rete, annunciando alcuni importanti titoli molto prima del tempo, e svelando informazioni su buona parte dei loro prodotti più attesi col misurino. La seconda strategia è comprensibile in un'era in cui ogni sorpresa viene rovinata con mesi di anticipo, ma si tratta anche di un'arma a doppio taglio nel mercato, perché periodi di silenzio stampa prolungati rischiano di annullare l'interesse del pubblico per un videogioco. Left Alive - presentato inaspettatamente all'ultimo Tokyo Game Show - rischiava di fare questa fine, ma con un colpo di coda il colosso nipponico ha deciso di dare fuoco alle polveri a Colonia, e di smuovere sia il director del gioco, Toshifumi Nabeshima (veterano degli Armored Core), che il leggendario producer Hashimoto per la prima presentazione. Mossa brillante, perché dopo una lunga chiacchierata con i due ,e qualche interessante video, le nostre aspettative sono esplose oltre ogni limite.

Uno sparatutto col cervello

Nabeshima ha voluto introdurre il suo pargolo con una frase impossibile da fraintendere: "ragazzi, tenete bene a mente che Left Alive sarà un gioco estremamente difficile". Non c'è pertanto alcun tentativo di indorare la pillola in questo titolo, né alcuna disperata corsa all'accessibilità: siamo di fronte a uno shooter volutamente hardcore, dove si muore facilmente e buttarsi negli scontri senza pensare equivale a un suicidio. Anzi, nel caso di Left Alive è persino sbagliato l'inserimento nel semplice sottoinsieme degli sparatutto in terza persona, poiché ci troviamo chiaramente davanti a un action con meccaniche da survival, pochi proiettili su cui fare affidamento, e molta più tattica e libertà di quanto sia logico pensare.

Left Alive 01

Meglio spiegarsi a dovere e partire dalle basi: Left Alive è un titolo ambientato nell'universo di Front Mission - tra il quinto capitolo e Front Mission Evolve per l'esattezza - che vi mette nei panni di tre diversi combattenti intrappolati in una città in guerra. Tutti e tre desiderano solo fuggire dalla pericolosa metropoli, ma non potrete selezionare a piacere il vostro alter ego tra una missione e l'altra; la storia sarà infatti divisa in capitoli, e all'inizio di ognuno vi troverete obbligatoriamente alle redini di un membro del trio. Curiosamente però questa è l'unica limitazione posta dal gioco, perché come ci ha spiegato il buon Toshifumi "la scelta è centrale in Left Alive", e il gameplay è studiato per permettere al giocatore di risolvere ogni situazione con innumerevoli approcci diversi.

Trappole fai da te

Come detto a inizio preview, dopotutto, qui le munizioni scarseggiano, e in generale i protagonisti risultano peggio equipaggiati dei soldati che vagano per la città (quasi tutti corazzati e dotati di armi automatiche). Per non dover affrontare scontri impossibili muniti solo di pistola d'ordinanza, quindi, è necessario arrabattarsi in un menu del crafting che per stile e complessità ricorda quelli di Metal Gear Survive. Durante il primo scontro abbiamo perciò visto l'unica protagonista femminile piazzare trappole esplosive e creare molotov per facilitarsi la vita contro una truppa di avversari (tre bastano e avanzano a sopraffarvi, ma sono spesso più numerosi), mentre in una scena successiva sono comparse granate fumogene per limitare la loro visibilità, corpetti difensivi in grado di assorbire un paio di colpi - visto che si muore rapidamente - armi improvvisate dalla corta distanza e tutta una serie di altri strumenti che dovrebbero aumentare esponenzialmente di numero con l'avanzare della campagna.

Left Alive 02

D'altro canto in Left Alive non ci sono livelli, e non c'è albero delle abilità che tenga: le migliorie sono solo legate al "fai da te" e alle capacità di chi gioca, perché secondo Nabeshima "se uccidere i nemici potenziasse i personaggi, non si eviterebbero gli scontri più pericolosi né si sceglierebbe oculatamente quando combattere". E siamo quantomai d'accordo con questa scelta, perché l'intera campagna è costruita attorno agli equilibri di una città in preda alla guerra totale, e scegliere di salvare civili o rischiare la propria pellaccia per ottenere armi e oggetti non avrebbe lo stesso impatto potendo semplicemente accumulare punti esperienza. Contate che il titolo vanta addirittura un sistema di scelte multiple nei dialoghi per rapportarsi ai civili sopravvissuti - che può portare certe persone a seguirvi o perdere fiducia nei vostri confronti - e che la storia principale indicherà sul finale il destino di coloro che avrete deciso di aiutare. Una profondità davvero impressionante per un videogame che sembrava inizialmente poco più di un action scarsamente ispirato.

Left Alive 05

Arrivati a questo punto della nostra preview, tuttavia, molti di voi si staranno facendo una importante domanda: ma dove sono i mech? Beh, non temete: nonostante il cambio di genere e prospettiva, questo è comunque un gioco della serie Front Mission, dunque i Wanzer (disegnati peraltro da quel geniaccio di Yoji Shinkawa) sono presenti e utilizzabili in vari capitoli. Tra i video mostrati abbiamo potuto osservare alcune battaglie a bordo di questi potenti esoscheletri, e ci sono sembrati curatissimi, oltre che dotati di manovre complesse. Difficile dire quanto preponderanti saranno durante l'avventura, ma pare che siano limitati ad alcune fasi e che rubarne uno a una pattuglia nemica richiederà grandi sacrifici. Ah, non crediate di poterli affrontare a piedi: è praticamente sempre meglio darsela a gambe levate davanti a questi mostri meccanici.

Tattico e difficile come non mai, Left Alive ci ha lasciato a bocca aperta grazie alla sua enorme libertà d'approccio all'azione e alla sua profondità. Non sarà il gioco più bello da vedere in circolazione, ma con un team di veterani alle redini, idee brillanti a fare da scheletro alla campagna, e la chiara volontà di offrire un'esperienza strategica ed elaborata, questo "strano" membro della famiglia dei Front Mission ci ha catturato in toto. Non vediamo l'ora di giocarlo.

CERTEZZE

  • Hardcore, brillante e profondissimo
  • L'universo di Front Mission è ancora affascinante
  • Battaglie tra mech spettacolari

DUBBI

  • Bilanciamento del livello di sfida e qualità dell'I.A. da definire