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Maneater, anteprima dall'E3 2019

Action RPG con protagonista uno squalo affamato, Maneater è stato tra i giochi più sorprendenti, assurdi e violenti che abbiamo visto all'E3 2019

ANTEPRIMA di Vincenzo Lettera   —   16/06/2019
Maneater
Maneater
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Prendete il caro vecchio Carmageddon, aggiungete un po' di acrobazie alla Tony Hawk Pro Skater, rubate la crescita del personaggio a un qualsiasi gioco di ruolo. Poi mescolate tutto e datelo in pasto ai pescecani. Un'occhiata distratta al primo trailer di Maneater poteva dare l'impressione che il nuovo gioco di Tripwire Interactive fosse una sorta di Goat Simulator con protagonista uno squalo, ma quello che abbiamo scoperto all'E3 2019 è stato uno action RPG ridicolo, violento, divertente e con molta più carne al fuoco di quello che sembrava appena un anno fa.

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Baby shark, doo doo doo doo doo

Maneater non è il primo gioco che ci mette nei panni (anzi, nelle pinne) di uno squalo, ma è senza dubbio quello che prova a farlo in maniera più articolata e sopra le righe, attraversando tutte le fasi di vita del pesce predatore e la sua scalata per diventare l'indiscusso re dei mari. Si parte infatti con un cucciolo di squalo, in grado di mangiare solo una varietà molto ridotta di prede. È continuando a cacciare e ricevere ricompense che si può attraversare nuovi stadi evolutivi e crescere in dimensioni fino a diventare dei giganteschi megalodonti. Ovviamente più grande è lo squalo e più è facile ribaltare motoscafi e fare una scorpacciata di bagnanti, ma la crescita è fondamentale anche per accedere a nuovi obiettivi e affrontare i boss del gioco. Ciascuna delle regioni in cui è diviso l'open world nasconde infatti un re delle acque, un grosso superpredatore che va affrontato soltanto quando si è certi di essere all'altezza della sfida. Questi boss spaziano da un titanico alligatore a un orrendo capodoglio geneticamente modificato, e se sconfitti permettono di accedere a evoluzioni speciali. Spendendo le risorse che si accumulano divorando qualsiasi cosa è possibile poi potenziare un gran numero di attributi: denti più aguzzi permettono prevedibilmente di fare più danno, pinne migliori fanno andare più veloci, potenziare la coda permette di muoversi più agilmente, ed è anche possibile migliorare il sistema vascolare e la resistenza fuori dall'acqua, così da sopravvivere più a lungo se si decide di lanciarsi sul ponte di una nave o in mezzo alle persone che prendono il sole in spiaggia. Avrete già capito che Maneater è un gioco volutamente ridicolo, e gli sviluppatori hanno deciso di renderlo ancora più assurdo inserendo la possibilità di accedere a particolari mutazioni. Portando a termine degli obiettivi o esplorando le profondità marine si può raccogliere una rara risorsa mutante che permette, tra le tante cose, di far crescere una corazza di pietra sulla pelle dello squalo oppure di renderlo elettrificato come una torpedine.

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L'humour nero e l'assurdità del gioco si notano anche nella varietà di ambientazioni sottomarine. Al classico assortimento di grotte, foreste di kelp e altri ecosistemi marini, si aggiungono infatti piccole sorprese e zone segrete. Una di queste, chiamata "Il parcheggio dei traditori", è un disturbante cimitero pieno zeppo di cadaveri legati a blocchi di cemento. Sbucando con la testa fuori dall'acqua, si trova il colpevole: un gruppo di gangster si sta liberando delle proprie vittime gettandole nel lago. È una vista estremamente macabra, ma è evidente che gli sviluppatori non vogliano andarci leggeri con l'umorismo nero di Maneater. Ogni volta che addentiamo una persona, l'acqua si tinge di rosso e lasciamo una scia scarlatta mentre il malcapitato si dimena per non farsi trascinare. Le persone che si accorgono della nostra presenza cominciano a nuotare disperate verso la riva, attirando l'attenzione della guardia costiera e dei cacciatori di taglie. Ogni cacciatore ha una sua storia, un suo design, e con un gruppo di piccoli motoscafi comincia a inseguire e arpionare il giocatore in una caccia al topo che ricorda i tallonamenti di Grand Theft Auto. In questo caso si può decidere se nascondersi finché le acque non si saranno calmate (letteralmente) oppure se ingaggiare il combattimento e puntare a una ricompensa più alta. Eppure, tutte le meccaniche finora descritte sarebbero inutili se non fossero accompagnate da un sistema di controllo divertente, vario e immediato, e Tripwire ha voluto dare al giocatore talmente tante abilità e acrobazie da far sembrare Maneater il Tony Hawk Pro Skater degli abissi. Lo squalo nel gioco può saltare fuori dall'acqua, piroettare in slow motion, eseguire improvvisi colpi di coda e fiondarsi in avanti facendo un barrel roll. Più si sbloccano abilità, più spostarsi nelle acque diventa veloce e divertente, al punto che gli sviluppatori stanno discutendo sulla possibilità di aggiungere anche un indicatore dei punti stile per premiare le esecuzioni più spettacolari.

Stupido, sanguinolento e a tratti eccessivo, Maneater ricorderà a qualcuno quel Jaws Unleashed che su PlayStation 2 era talmente trash da fare un giro carpiato e guadagnarsi una buona fetta di appassionati, eppure il nuovo "SharkPG" di Tripwire si è rivelato una delle più improbabili sorprese dell'E3 2019. Quello che sembrava essere un incontro tra Goat Simulator e Sharknado si presenta infatti come un action RPG ricco di attività e personalizzazioni, e che pare tanto ridicolo quanto divertente da giocare. Noi non vediamo l'ora.

CERTEZZE

  • Ridicolo, gore, veloce e divertente
  • Un gran numero di abilità e personalizzazioni per lo squalo

DUBBI

  • La varietà dell'open world e delle missioni è da verificare
  • Da valutare anche i combattimenti coi superpredatori