Gli spin-off che abitualmente vengono inglobati nella definizione di "Mario Sports" nel corso degli anni hanno avuto molto successo. Parliamo in tutto di quasi sessanta milioni di copie vendute. Pur esistendo alcuni precedenti, come categoria potremmo sostenere che siano nati ufficialmente in era Nintendo 64, con Mario Tennis e Mario Golf, sviluppati entrambi da Camelot (e prodotti da Nintendo).
Non tutti gli sport marieschi sono belli allo stesso modo, ma alcuni giochi (non ultimo Mario Tennis Aces) hanno sfiorato o raggiunto l'eccellenza. Pur essendo molto diversi, tutti loro hanno delle caratteristiche comuni. In primo luogo, non sono sviluppati direttamente da Nintendo, che produce e supervisiona le operazioni attraverso team appositi (allo stato attuale, principalmente EPD 2). Come abbiamo appena detto, Mario Tennis e Mario Golf sono storicamente scolpiti da Camelot. I titoli di baseball da Bandai Namco, quelli relativi alle Olimpiadi da SEGA. Un altro elemento comune a tutti i giochi è la vocazione arcade e il desiderio di caricaturizzare, senza tradirle nelle fondamenta, le caratteristiche chiave dello sport originario.
All'interno di questa cornice, nel 2005, alla fine del ciclo vitale di Nintendo GameCube, si è inserito Super Mario Strikers (Mario Smash Football in Europa). I suoi creatori sono i canadesi di Next Level Games, che all'epoca erano al loro terzo gioco, il primo realizzato in collaborazione con Nintendo, ma non certamente l'ultimo, tanto che sono stati recentemente acquisiti dalla società nipponica. Nonostante il nome lasci pensare al calcio, in realtà Super Mario Strikers è un gioco di calcetto o meglio, di futsal, di calcio a cinque. Con qualche regola particolare, ad esempio l'assenza di falli e rimesse laterali, nonché la presenza - a bordo campo - d'invisibili recinzioni elettriche.
Tutte caratteristiche, quelle appena elencate, che ritroverete in Mario Strikers: Battle League Football, in arrivo il 10 giugno. Ma adesso è il momento di ricordare il suo antenato.
Super Mario Strikers
Super Mario Strikers ha venduto un milione e mezzo di copie ed è stato anche accolto piuttosto bene dalla critica, con una media Metacritic di 76. È la versione mariesca, come già detto, del calcio a cinque: un portiere (in questo caso era Kritter, rimpiazzato su Switch da Boom Boom, decisamente più coerente al contesto) e quattro giocatori. Questi ultimi non erano tutti uguali e non ci riferiamo soltanto alle caratteristiche diverse degli stessi. Erano divisi in capitani (ed erano otto) e comprimari (quattro). Quindi una squadra era composta da un portiere (Kritter), un capitano (Mario, ad esempio) e tre comprimari (Koopa, Toad, Hammer Bros. e Birdo). Insomma, i team erano ben identificati dal proprio capitano. Al solito Mario era quello equilibrato, Wario quello pesante, e via dicendo. Sorprendentemente, in questo primo capitolo non c'era Bowser, che si limitava a palesarsi in campo per rompere le scatole, inclinare la superficie, sparare fuoco intorno a sé.
Il fuoco di Bowser era solamente la ciliegina sulla torta della violenza del gioco: non soltanto erano assenti i falli (una specie di calcio fiorentino, in sostanza), ma erano state inserite, in pieno spirito mariokartesco, anche delle armi. Armi che si ottenevano come "crediti" per determinate azioni (ad esempio, subendo fallo senza palla), e che potevano essere utilizzate sia per ostacolare le transizioni offensive dell'avversario, sia per proteggersi dai rivali durante l'attacco.
Super Mario Strikers non conteneva molte modalità e aveva una scelta di personaggi e stadi alquanto ristretta. Tuttavia, grazie alla qualità dei controlli e delle sue meccaniche di gioco, riuscì a farsi amare da molti giocatori. Le partite erano molto divertenti, ed era possibile segnare in molti modi, non soltanto attraverso i Supertiri, che valevano due punti: dei colpi da caricare che, non essendo ostacolati, andavano realizzati bloccando al momento giusto - come nei giochi di golf - una linea oscillante da sinistra a destra. Super Mario Strikers inoltre introduceva una caratteristica chiave della serie e cioè la furia dei suoi protagonisti: nelle animazioni e negli atteggiamenti, i personaggi Nintendo in questo gioco erano più "cattivi" del solito.
Mario Strikers Charged Football
Mario Strikers Charged Football (negli USA soltanto Mario Strikers Charged), il secondo e, finora, ultimo capitolo della serie, uscì su Nintendo Wii. Fu il primo gioco interno ad avere il multiplayer online competitivo ed era davvero eccezionale: non solo per sfidare altri avversari parigrado, ma anche per divertirsi in loco, visto che era possibile avventurarsi in rete con un amico (due contro due). Mario Strikers Charged Football, sempre sviluppato da Next Level Games, segnò un netto passi avanti sia nelle vendite (due milioni e mezzo di unità) sia, soprattutto, a livello qualitativo: la sua media Metacritic è di 79, ma la distanza con il predecessore è più ampia dei tre punticini che li separano.
Prima di parlare delle novità introdotte, è bene segnalare come, a livello identitario, Mario Strikers Charged Football abbia ulteriormente elevato quanto accennato nel predecessore: i personaggi non sono solamente più rabbiosi che negli altri sport di Mario, ma anche ricoperti da armature di metallo (succinte perfino, nel caso di Peach!). È un tratto distintivo tipico della serie, vedremo quanto verrà mantenuto nell'episodio per Switch: per certo le armature torneranno (insieme al metallo, appunto...), e adesso possono anche essere personalizzate. Lo stesso pallone, nel capitolo per Wii, non era di cuoio, ma di ferro.
Un pallone di ferro con una luce al suo interno, una luce che diveniva più chiara a ogni passaggio (premiava la manovra, in sintesi) e consentiva di colpire più forte la sfera. Le novità non terminavano certamente qui. Oltre a un incremento notevole nel numero di stadi, personaggi e comprimari, Mario Strikers Charged Football introduceva delle abilità speciali per ogni singolo calciatore: il "tiro caricato" dei compagni aveva un effetto meno devastante di quello dei capitani, ma ognuno di loro ne possedeva uno. Il Supertiro, in base all'esecuzione, poteva valere più dei due gol del primo episodio e il portiere (se non eseguito perfettamente) aveva la possibilità di pararlo attraverso un "microgioco" in cui si usava il Wiimote (e il suo puntatore).
Insomma, sebbene alcuni tendano a preferire il primo episodio, il secondo capitolo era migliore sotto praticamente ogni aspetto: vedremo come sarà il prossimo, che sicuramente resterà fedele alle fondamenta della serie per almeno due aspetti. Uno, la violenza: nessun fallo, niente rimesse laterali, armi per il campo. Due, il gioco aereo: a metà tra futsal e beach soccer, in Mario Strikers i fraseggi a palla alta sono importanti quanto quelli rasoterra. Una differenza notevole l'abbiamo già vista: la meccanica capitani/comprimari è stata rimossa. Ne sapremo di più entro qualche giorno.