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PlayStation Vita è morta, evviva PS Vita!

Ricordiamo PlayStation Vita ripercorrendo la storia della console, attraverso i cinque punti di forza, e le cinque maggiori debolezze, della portatile Sony

VIDEO di Raffaele Staccini   —   05/03/2019

Ormai è ufficiale: PlayStation Vita è morta. Anche gli ultimi due modelli ancora disponibili sul sito giapponese di Sony sono infatti esauriti e la compagnia ha annunciato che non produrrà altre unità della sua console portatile. Finisce in questo modo anche l'avventura di PlayStation nel mercato portatile, visto che non sembrano esserci piani per un successore, almeno per il momento. Ma perché PlayStation Vita non ha ottenuto buoni risultati? E quali sono le caratteristiche, e i giochi, che avevano le potenzialità per salvarla? Seguiteci mentre ve lo raccontiamo in questo nuovo video, attraverso i 5 punti di forza e le cinque maggiori debolezze, della console.

Tanta potenza, ma prezzo elevato

Arrivata sul mercato giapponese nel dicembre 2011, e tre mesi dopo anche in occidente, Vita era un piccolo gioiello tecnologico. Con un processore quad core, 512 MB di RAM e persino uno schermo OLED da 5 pollici, l'erede di PSP venne pubblicizzata come una sorta di PlayStation 3 portatile, che avrebbe potuto far girare anche gli stessi giochi della console fissa con pochissimi sacrifici tecnici. Tanto potenziale, però, aveva un prezzo: al lancio di PlayStation Vita servivano ben 250 euro per acquistare il modello Wi-Fi; chi avesse voluto il superiore modello 3G, avrebbe dovuto sborsarne addirittura 300. Una cifra percepita come spropositata in un mercato dove Nintendo era appena stata costretta a ridurre di un terzo il prezzo del suo 3DS, passato da 260 a 170 euro a meno di sei mesi dal lancio. In più la console Sony non aveva praticamente memoria interna: in questo modo costringeva ad acquistare separatamente delle costosissime memory card proprietarie, indispensabili anche solo per i salvataggi dei giochi.

PlayStation Vita è morta, evviva PS Vita!

Sistema di controllo flessibile, scarsa ergonomia

Tra le sue tante caratteristiche, Vita poteva contare su una mappa di tasti molto simile a quella di PlayStation 3, soprattutto grazie al doppio stick analogico e al supporto per i controlli di movimento SixAxis. In più aveva un ampio touch screen e un touch pad posteriore, utili per offrire esperienze mobile simili a quelle di un tablet. Tuttavia la forma della console si è rivelata tutt'altro che comoda. Molti utenti hanno da subito lamentato problemi nell'uso prolungato, mentre l'assenza dei grilletti dorsali causava difficoltà nella gestione di alcuni generi, come sparatutto e giochi di guida. Problematiche in parte risolti con alcuni grip di terze parti, che però andavano ad aumentare sensibilmente le dimensioni della console.

Tanti giochi, ma poco supporto da Sony

PlayStation Vita ha tantissimi giochi nel suo catalogo. A differenza di quanto siamo portati a pensare, infatti, sono davvero molto i titoli terze parti di qualità presenti sulla portatile. Il problema piuttosto è la varietà: visto che in occidente Vita non ha mai sfondato, la libreria della console è piena di JRPG e visual novel, ovvero quei generi storicamente legati al pubblico giapponese. Nonostante qualche esperimento come Assassin's Creed III: Liberation o Call of Duty: Black Ops Declassified, sono pochi i publisher occidentali che hanno supportato con costanza la console. La situazione cambia però drasticamente se si guarda al mercato indipendente: Vita ha infatti ospitato quasi tutti i più importanti e originali giochi indie degli ultimi anni, da Hotline Miami ad Undertale, da Spelunky a Thomas Was Alone, da Limbo ad Axiom Verge. Giochi che spesso sono stati regalati con l'abbonamento a PS Plus o che supportano il cross-buy per continuare le partite iniziate su una console fissa.

PlayStation Vita è morta, evviva PS Vita!

A differenza delle aspettative, anche il supporto di Sony per PlayStation Vita è stato tutt'altro che costante. Se si escludono ottimi titoli come Gravity Rush e Tearaway, alcuni spin-off di serie famose, tra cui spiccano Uncharted, Killzone e WipEout, e qualche porting di giochi PlayStation 2, la compagnia nipponica ha presto abbandonato la portatile al proprio destino. Persino all'E3 è stata spesso snobbata, con il focus degli annunci che si è concentrato completamente su PlayStation 4.

Riproduzione remota con PS4, ma funzioni (poco) smart

L'ultimo tentativo di salvare la baracca fu quello di spingere forte proprio sulla connessione con PlayStation 4. La riproduzione remota era in realtà una funzione presente fin dall'era PS3, visto che sia PSP che Vita potevano riprodurre i giochi in streaming. La funzionalità era però limitata dal numero ridotto di titoli compatibili. Con l'arrivo di PlayStation 4, invece, il supporto era automatico. In questo modo Vita si trasformò in una sorta di versione alternativa del GamePad di Wii U, che permetteva di giocare praticamente ovunque. Al netto di alcuni problemi di mappatura dei controlli, della limitazione del frame rate a 30 fps e della necessità di una connessione a internet molto performante, la riproduzione remota rimane una delle caratteristiche più interessanti della console. Grazie all'ampio schermo touch capacitivo, al lancio di PlayStation Vita in molti hanno poi pensato che la console Sony potesse almeno in parte sostituirsi ai dispositivi smart. Anche la casa nipponica aveva probabilmente un'idea simile, visto che il modello 3G non sfruttava la connessione per giocare online, bensì per navigare in rete e sfruttare applicazioni social di terze parti come YouTube e Facebook. Purtroppo però tali aspettative vennero presto deluse: il supporto terze parti non decollò mai e anche Sony andò via via riducendo il suo interesse, visto che queste app venivano spesso sfruttate come punto d'ingresso per le modifiche e l'utilizzo di giochi pirata.

Retrocompatibilità digitale, ma non fisica

Vita è completamente compatibile con i giochi PlayStation Portable. Ciò significa che tutti i giochi PSP acquistati su PlayStation Store possono essere scaricati e giocati anche su Vita. Inoltre sono compatibili anche una gran parte dei classici per la prima PlayStation acquistati su PS3, quindi è possibile riprendere l'avventura a Midgar con Final Fantasy VII o rigiocare MediEvil, almeno finché non arriveranno i loro remake per PlayStation 4. A una praticamente completa retrocompatibilità del catalogo digitale, non corrisponde però quella dei giochi fisici. Il passaggio dai dismessi dischi UMD alle cartucce ha di fatto reso impossibile utilizzare su Vita i giochi per PSP. Un vero peccato, visto che il mercato digitale è esploso su console solo in questa generazione.

PlayStation Vita è morta, evviva PS Vita!

La nostra analisi dei punti di forza e di debolezza di PlayStation Vita si conclude qui. Se il video vi è piaciuto, vi invito a lasciare un bel like e a iscrivervi al nostro canale su YouTube. Come sempre vi aspetto poi nei commenti per sapere qual è il vostro ricordo di questa sfortunata console.