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PS5 e Xbox Series X, gli errori da non ripetere

Gli errori da non ripetere su PS5 e Xbox Series X a partire da una serie di riflessioni fatte sull'attuale generazione di console

SPECIALE di Luca Porro   —   04/02/2020

Sono passati ben sette anni dal 2013, periodo in cui PlayStation 4 e Xbox One si confrontavano a livello di annunci, errata corrige e roboanti speculazioni sul futuro di una generazione che, nel bene o nel male, avrebbe consegnato ai posteri una sequela di titoli e innovazioni davvero in grado di rivoluzionare la scena videoludica. Sette anni dopo, dunque, ci ritroviamo a pensare a quanto fatto all'epoca in prospettiva di cosa accadrà per PS5 e Xbox Series X, che alla fine del 2020 si daranno battaglia per porre le basi per gli anni a venire. Quali sono stati gli errori da non commettere e quali sono le differenze tra oggi e sette anni fa? Facciamo il punto.

Quando si pensa alla scorsa generazione, uno dei primi elementi memorabili fu la diatriba sul prezzo. Sony puntò decisamente forte sull'uscita della propria ammiraglia a cento euro in meno: un prezzo che non solo mise alla berlina la scelta di una console più cara e meno potente da parte di Microsoft, ma che dall'azienda di Redmond veniva giustificato dell'integrazione del Kinect, cimelio ormai dimenticato e passato alla storia. Allo stato attuale, l'unica ragione per cui ci immaginiamo una differenza di prezzo di una rispetto all'altra sarebbe l'eventuale scarto di potenza. Non conoscendo l'hardware di PlayStation 5 e rimanendo ai rumor che vedrebbero Series X più "muscolosa" dell'ammiraglia Sony, ci verrebbe quasi da dire che questo errore del passato oggi non sarebbe considerato tale, se però giustificato da elementi che migliorano l'esperienza ludica.

Xbox Series X Controller

Se ci spostiamo quindi sui servizi, è chiaro che anche in questo senso troviamo quelli che furono errori di strategia che sicuramente la nuova generazione non farà. Microsoft al lancio commise l'errore di mostrare al pubblico un progetto troppo proiettato nel futuro per quelle che erano le condizioni generali dei consumatori nel 2013: la necessità dell'always online, piuttosto che la volontà di andare nel più breve tempo possibile verso un mercato digital che oggi, sette anni dopo, è sì radicato ma non ancora del tutto. PlayStation 5 e Series X però partono da premesse diverse tra loro, fondate su concetti simili a quanto visto sette anni fa. Sony porterà avanti l'idea del "miglior posto dove giocare" o del "for the players", andando probabilmente ad ampliare i servizi a livello di intuitività e di possibilità, di gestione delle funzionalità e di stratificazione delle scelte. Il nuovo sistema di vibrazione piuttosto che i grilletti adattivi sono, poi, scelte legate all'immersività come mezzo per coinvolgere il consumatore. Dall'altro lato invece, Microsoft negli anni ha capito gli errori, li ha assimilati e ha comunque spinto su una strada che riteneva vincente. Game Pass è un servizio in linea con quanto visto in altri settori affini dell'intrattenimento, che spinge sulla quantità e sulla qualità di titoli in grado di fare breccia non solo nel cuore ma anche nel backlog dei giocatori. Le possibilità di X Cloud sono sotto gli occhi di tutti proprio grazie all'esperienza accumulata in questi tanti anni di lavoro nel settore da Microsoft (vero Stadia?!?).

Ps5 5

L'errore più grande nel 2013 fu di visione, più che di concetto. Xbox arrivò sul palco presentando un futuro che unisse al mondo dei videogiochi la vita quotidiana di ogni famiglia, un ecosistema in grado di unire Skype, Kinect per le video conferenze, la possibilità di condividere l'esperienza con la propria famiglia, un ecosistema multimediale insomma, con Xbox One al centro che non era però forse adatto al momento storico in cui vivevamo. Le aziende, le famiglie hanno iniziato solo da qualche anno ad affacciarsi ad un mondo completamento gestito da uno smartphone, da un computer o da una console. Se pensiamo ad un progetto come fu quello di Microsoft, ideato e migliorato nell'anno in cui Samsung presenta Ballie per la gestione della casa da remoto, forse valuteremmo gli errori in un altro modo. Allo stesso modo anche Sony, nonostante una visione più vicina a quella che era lo standard del 2013, ora si trova a dover ragionare su dove e come osare e dove e come restare fedele ad alcuni pilastri del suo recente successo. PlayStation Now insegna: la volontà di proporre un rivale a Game Pass non è stata supportata da risultati all'altezza, almeno finora.

Ps5 Concept

Se pensiamo agli errori di una generazione vissuta con la lente d'ingrandimento puntata costantemente addosso, ognuno di noi troverà qualcosa che ha pesato di più o di meno. Ci saranno giocatori che non hanno digerito il sovrapprezzo di Kinect, così come per altri la retrocompatibilità mancata di Sony sarà stato un problema insormontabile. Forse però è giunto il momento di non guardarsi più indietro, di chiudere la saracinesca sul passato e proiettarsi sul futuro perché l'orizzonte degli eventi che ci stanno per colpire sembra molto più ricco di quello passato. Microsoft ha investito sulle esclusive facendo una delle più grandi scommesse degli ultimi tempi, ha un parco servizi rodato e innovativo allo stesso tempo. Dall'altra parte Sony ha delle esclusive che negli ultimi anni hanno fatto terra bruciata di qualunque altro titolo uscisse nello stesso periodo e sta lavorando per un ecosistema di servizi e funzionalità differente da quello Microsoft, che possa variare l'offerta nel mercato. E come diceva Brunetto Latini a Dante nel Canto XV dell'Inferno della Divina Commedia: "Se tu segui la tua stella non puoi fallire a glorioso porto, se ben m'accorsi ne la vita bella".