Il punto forte di PUBG Blindspot è che non c'è niente di simile nel mercato mainstream degli sparatutto free to play. Con una prospettiva dall'alto, i controlli (quasi) di un twin stick shooter e le meccaniche molto semplificate di Rainbow Six: Siege, chi è alla ricerca di un'esperienza davvero unica nel mondo dei videogiochi a base di sparatorie, la troverà di certo in Blindspot.
Il nome di questa esperienza sotto l'ombrello di PUBG (PlayerUnknown's Battleground) non è casuale. Il gameplay ruota tutto attorno alla visione condivisa: i cinque membri di ciascuna delle due squadre che si affrontano vedono ciò che si trova nel campo visivo di tutti i loro compagni. Questo rende la condivisione delle informazioni istantanea e la comprensione del gioco più semplice.
L'altro grande punto di forza di Blindspot è che ogni partita dura un massimo di dieci minuti divisi in quattro round, due in attacco e due in difesa. La nostra esperienza in compagnia di questo esperimento, tuttavia, non è stata tutta rose e fiori. Vista l'assenza di un tutorial, il gioco più vantare una delle peggiori prime impressioni che abbiamo mai registrato in compagnia di uno sparatutto e, per la discutibilissima scelta di includere il fuoco amico, la community di chi gioca sembra sempre a un passo dal sabotaggio tossico della propria partita.
Le basi di Blindspot
Quella che abbiamo provato è una versione alpha con molti asset temporanei, alcune geometrie senza nemmeno le texture e moltissimi artwork non definitivi. Nonostante questo, l'idea a livello di gameplay era chiarissima: Rainbow Six Siege ma con visuale isometrica. Ad ogni round, proprio come nello sparatutto Ubisoft, si può scegliere un nuovo personaggio che ha un gadget e un'arma unici e, a seconda del ruolo (attacco o difesa), può scegliere tra una serie di strumenti.
I difensori hanno barricate, filo spinato e scudi portatili, gli attaccanti granate a frammentazione, fumogeni e stordenti. Le mappe sono su un piano solo e hanno porte, pareti e finestre distruggibili per provare ad arrivare in uno dei due siti dove è possibile piazzare un dispositivo che, se fatto detonare, fa vincere il round agli attaccanti. I difensori possono vincere eliminando tutti gli avversari o disinnescando il dispositivo.
Non ci sono eroi vincolati al ruolo di attaccante o difensore, ma alcuni hanno gadget unici che rendono uno dei due ruoli molto più semplici. C'è un personaggio con un grosso martello da demolizione perfetto per l'attacco e uno con un rilevatore di movimento preziosissimo in difesa. Non c'è nulla, a livello di meccaniche, che Siege non abbia già implementato, ma la visuale isometrica in terza persona rimescola completamente le carte.
Su PC, il primo impatto con il sistema di mira vi farà sentire di avere in mano un gioco rotto o che non funziona. Questo perché non basta puntare nella direzione di un nemico come in un twin stick shooter, ma è necessario regolare "l'altezza" della mira avvicinando o allontanando il cursore. In poche parole, non basta puntare verso un nemico per colpirlo, dovrete avere il puntatore su di lui quasi come in un punta e clicca. Nella frenesia di una sparatoria tattica è particolarmente difficile abituarsi a questa meccanica, fortunatamente c'è una modalità deathmatch in cui fare pratica.
Una questione di visione
PUBG Blindspot ha la visione condivisa, questo vuol dire che se un vostro alleato ha nel suo campo visivo un nemico, anche voi, allontanando la visuale, sarete messi al corrente della sua posizione. Gli sviluppatori hanno giocato bene le loro carte implementando questo sistema perché è la meccanica attorno alla quale ruotano la maggior parte delle dinamiche di squadra e delle strategie.
Quando i difensori stanno barricando i siti della bomba non possono, proprio come in Siege, chiudersi dentro come in un bunker, o verranno stanati a furia di granate; perché ogni giocatore ne ha tre. Bisogna creare linee di tiro (e di visione) fortificate per capire da dove sta arrivando l'assalto. Le mappe, infatti, sono piuttosto grandi e ci sono sempre almeno tre vie (una più breve e rischiosa, una mediamente lunga e una più sicura, ma che richiede molto tempo, per arrivare vicino ai siti.
C'è un eroe che può installare una videocamera e vedere una stanza attraverso un muro, uno con granate esplosive per abbattere le porte e una che spara nuvole di gas venefico che negano un'area ai difensori. Le strategie che abbiamo incontrato sono state tante e varie, ma abbiamo riscontrato subito un evidente sbilanciamento nel comportamento dell'arma di un personaggio semplicemente troppo precisa rispetto alla concorrenza.
Una volta appresi i sistemi di Blindspot, però, giocare con la visione, le strettoie, gli ostacoli (fisici e sonori), e il posizionamento si è rivelato piuttosto divertente. Quando le cose si sono fatte caotiche, invece, i limiti del sistema di mira uniti a un cursore di cui non è possibile cambiare il colore e che si mimetizza con l'ambiente, ci hanno fatto mal sopportare i combattimenti a distanza ravvicinata e frenetici.
Scelte discutibili
PUBG Blindspot è ancora nelle sue prime fasi di sviluppo, quelle in cui molto è ancora temporaneo, anche a livello di game design. Per questo siamo fiduciosi del fatto che gli sviluppatori rimuoveranno il prima possibile il fuoco amico. Mai ci siamo ritrovati, così in fretta, nella situazione di venire attivamente sabotati dai nostri compagni di squadra come in Blindspot.
Ci è bastato sbagliare una volta e il compagno che abbiamo colpito (non ucciso) per errore è venuto a ucciderci per tutti i successivi round. E questo è capitato, in un modo o nell'altro, in tre o quattro partite almeno, sia nella nostra squadra sia in quella avversaria. Un altro punto su cui intervenire in modo massiccio è il comportamento delle varie armi da fuoco.
I fucili a pompa, come spesso succede, hanno letalità a gittata inverosimili, la mitragliatrice pesante di un personaggio spara carezze invece di proiettili e il fucile d'assalto di un'eroina sembra un'arma laser piuttosto che un'arma da fuoco. Detto questo, il flusso di gioco che si viene a creare, dopo un iniziale periodo di aperta ostilità, per la totale assenza di spiegazioni, ci ha conquistato soprattutto perché i match sono davvero brevi e intensi.
Quasi tutte le esperienze "tattiche" disponibili oggi hanno partite interminabili che, se la squadra fa pena, possono protrarsi per più di 15 o venti minuti, tutti passati a perdere 13 round di fila. Un match di Blindspot non dura mai più di 10 minuti, spesso non arriva a più di sei o sette, e quando c'è da obliterare un team nemico avviene in 3 round, quando c'è da contendersi il risultato, si va avanti per quattro o cinque. È deliziosamente rapido senza sacrificare la profondità, e questo crediamo sia il suo punto di maggior forza.
PUBG Blindspot ha deciso di mettersi nelle mani del grande pubblico molto presto nella sua fase di sviluppo e per noi è stata una mossa azzeccata. Al momento, nel mercato free to play, non c'è niente di paragonabile all'esperienza che offre: gameplay tattico a base di gadget in stile Rainbow Six Siege, ma con visuale isometrica e uno shooting molto particolare. Il primo impatto con l'esperienza è disastroso per via della mancanza assoluta di spiegazioni ma, con un po' di pazienza, il suo potenziale emerge con forza anche grazie alla rapidità delle sue partite che si chiudono in quattro round, due in attacco e due in difesa. I problemi non mancano, dal bilanciamento al fuoco amico, ma da elementi familiari rimescolati sapientemente emerge una formula di cui è evidente il potenziale per chi avrà la pazienza di impararla.
CERTEZZE
- Familiare e innovativo
- Elevato potenziale tattico
- Rapido e fluido
DUBBI
- Primo impatto terribile
- Bilanciamento da rivedere