Rainbow Six ancora una volta
  Naturalmente le innovazioni non interessano esclusivamente aspetti tecnici, ma il gameplay stesso è stato rivisitato e reso più immediato,  a partire da una consistente semplificazione dell’interfaccia e da alcuni ulteriori accorgimenti sul sistema di controllo. 
 Esso ora prevede la possibilità di socchiudere le porte anziché aprirle, di accovacciarsi a terra e nascondersi dietro gli angoli mantenendo  la possibilità di sbirciare oltre il nostro nascondiglio semplicemente piegando il busto a lato, pur mantenendo posizione e copertura.. 
 Un ulteriore elemento degno di nota e che caratterizzerà sicuramente questo prodotto è dato dalla gestione innovativa degli ostaggi che  ci troveremo in moltissimi casi a dover liberare.
 A detta dei programmatori sarà inserito nell'I.A. di questi ultimi, un  fattore "stress" che andrà ad incidere moltissimo sulle reazioni che potranno avere alle varie situazioni in cui si troveranno coinvolti. Nel  caso di uno scontro a fuoco fra forze amiche e nemiche, se si troveranno nel mezzo potrebbero sia rannicchiarsi in un angolo in preda al  terrore, sia fuggire in maniera scoordinata per la mappa rischiando di trovarsi sulla traettoria di una pallottola.
Rainbow Six ancora una volta
  Non manca la possibilità di spaventare i terroristi mdesimi, che assistendo ad una irruzione ben coodinata dei nostri umin  potranno decidere di arrendersi. In tal caso sarà possibile dare loro ordini specifici, come alzare le mani, inginocchiasi, o porgere i polsi per  essere ammanettati.
 Nel corso del gioco potremo coordinare l’azione di ben 3 team contemporaneamente, per un totale di 8 personaggi, ma come per i  precedenti capitoli, la modalità multigiocatore consentirà di tramutare il gioco in un vero e proprio squad game alla Counter-Strike,  lasciando a ciascun personaggio il controllo di un singolo swat e lasciando al leader della squadra il compito di dare gli ordini e coordinare  l’azione. 
  Possiamo dunque convenire che si stia compiendo un buon lavoro per dare un sequel a un ottimo titolo che già presentava ben pochi  margini di miglioramento.                                                                               
Rainbow Six ancora una volta
Il nuovo Rainbow Six ci è stato presentato presso lo sfarzoso stand Ubisoft, dove era giocabile una versione preliminare dell’ultimo nato  dell’affollata famiglia di Tactical FPS di Tom Clancy. Il prevedibile restyle grafico ha coinvolto anche il metodo di visualizzazione dell’arma, che ora appare sullo schermo come negli action in  soggettiva tradizionali.
 Al di là dei meri dettagli grafici, abbiamo apprezzato l’ottimo lavoro solto in luogo del modello fisico, in particolare sulla reazione di cose e  persone ai colpi delle nostre armi (ottimo il sistema di localizzazione dei colpi) e sul sistema di gestione delle collisioni che è andato a  sostituire l’originale e approssimativo del motore di UT. 
 Ad esempio, colpendo un terrorista al ginocchio, sarà possibile vederlo rotolare giù dalle scale o precipitare da una impalcatura, subendo  durante la caduta tutti i cambi di traiettoria previsti dalla collisione con altri elementi dello scenario.





