Remothered: Tormented Fathers è stata una delle migliori sorprese degli ultimi anni, fatta dall'industria dei videogiochi italiana: uno dei pochi titoli nostrani (fortunatamente però sempre di più) a potersi affacciare sulla scena internazionale senza sfigurare. Non è solo una questione tecnica, ma anche di impatto complessivo, ossia del suo aver saputo inserirsi nel genere horror da primo attore, invece che da comparsa. Remothered: Broken Porcelain riparte da quel successo lì e cerca di migliorare il migliorabile. Darril Arts e Stormind Games hanno ampliato la portata del gioco, senza però rinunciare alle peculiarità che hanno fatto amare l'originale e senza eccedere in ambizione, evitando così un atteggiamento spesso letale per i piccoli studi al primo successo. Almeno questo è ciò che ci ha trasmesso la demo da cui abbiamo tratto questo provato.
Scenario
Benvenuti all'Ashmann Inn, un ridente hotel in cui sarete accolti e accoltellati con grande calore dalla direzione e dal personale di servizio, che tende a cambiare molto spesso, soprattutto quando scopre cose che non andrebbero scoperte. Del resto le macchie di sangue stanno benissimo con l'arredamento in stile siciliano, quindi perché privarne i clienti che verranno dopo di voi? La protagonista di questa nuova avventura è Jennifer, Jen per gli amici, una quindicenne irrequieta assunta dall'hotel dopo essere stata cacciata dal Flemmington Girls Institute. Peccato che l'anima oscura dell'hotel (un forte richiamo a Shining) sembri percepirla come una minaccia.
All'inizio dell'avventura, dopo un breve prologo in cui facciamo la conoscenza di Porcelain, quello che sarà l'antagonista principale dell'intero gioco (il classico inseguitore spietato e apparentemente invincibile), troviamo Jen nell'ufficio del direttore, che l'ha convocata per uno strano incidente in cui è coinvolta anche Lindsay, un'altra dipendente dell'hotel, nonché personaggio secondario di primo piano con cui avremo modo di interagire in più occasioni. Ad accompagnarla la paranoica governante Andrea Massino, che ricorda da vicino la Cathy Bates di "Misery non deve morire" e che non mancherà di mostrare ben presto la sua vera natura. Fin qui tutto sembra abbastanza normale: il direttore redarguisce Jen ricordandole di come sia stata fortunata a essere stata assunta dall'Ashmann, quindi la Massino la riporta nella sua stanza dandole dei buoni consigli. Raggiunta da Lindsay, dopo un alterco Jen finirà però chiusa in bagno, dove potremo finalmente prenderne il controllo. Una volta uscita dalla sua stanza, inizieranno i veri guai.
Gameplay
Remothered: Broken Porcelain riprende buona parte dei sistemi del primo capitolo, aggiungendone però diversi per arricchire il gameplay. Come in Tormented Fathers, l'ambiente è pieno di cassetti da aprire, armadi in cui nascondersi e oggetti da raccogliere. La differenza principale è il diverso modo, molto più strategico, di utilizzare questi ultimi: lì dove nel primo capitolo ogni oggetto aveva una sua funzione ed era una componente di un sistema stealth molto rigido, qui è stata aggiunta la possibilità di combinarli creando situazioni più articolate in cui il ciclo classico del genere, formato dai verbi nascondersi e fuggire, viene spesso spezzato per rendere il ruolo della protagonista meno passivo. L'atmosfera horror è sempre molto pregna e non aspettatevi di veder diventare Broken Porcelain un action in cui si spara agli inseguitori, ma è davvero intrigante poter preparare delle trappole o dover gestire le fughe in modo più ragionato, valutando in modo più tattico gli elementi dello scenario.
Non mancano comunque scene da horror puro, amplificate da alcune scelte di design molto intelligenti, come quella di dover spingere le porte fisicamente per doverle aprire, azione che nei momenti più concitati crea un senso di urgenza che un'apertura automatica avrebbe ridotto notevolmente. Rimane solo da capire se il sistema di gioco reggerà bene per tutta l'avventura o se ci ritroveremo a dover ripetere sempre le stesse azioni. Ma di questo se ne riparlerà in fase di recensione.
Grafica
Dal punto di vista della grafica Remothered: Broken Porcelain è un deciso passo in avanti rispetto a Tormented Fathers. Non solo gli ambienti sono più dettagliati e particolareggiati, con una fotografia più curata, tanto da dare al gioco un'identità più forte dal punto di vista stilistico, ma anche personaggi e animazioni sono in maggior numero e modellati meglio, tanto da permettere un racconto più denso, fatto di sequenze filmate ben girate e dialoghi generalmente ben scritti.
L'unica nota stonata, che speriamo non sia presente nella versione finale del gioco, è la treccia di Jennifer, che tende a fare un po' quel che le pare. Per la maggior parte del tempo se ne sta buonina sulla schiena della protagonista, ma in alcune occasioni se ne va un po' per i fatti suoi con piglio decisamente anarchico. A ben vedere non sarebbe un problema gravissimo, se non fosse che è costantemente davanti agli occhi del giocatore. Menzione a parte la meritano le musiche di Luca Balboni, un'ottima evoluzione di quelle del capitolo precedente, in cui si sente chiaramente la maturazione del loro autore.
Quello che abbiamo visto di Remothered: Broken Porcelain ci ha davvero convinti, confermandoci al contempo che il successo di Remothered: Tormented Fathers non è stato frutto del caso. C'è del talento giù in Sicilia e fortunatamente sta riuscendo a esprimersi. Per quel che riguarda il gioco in sé è troppo presto per dare giudizi definitivi, visto che ci manca un bel pezzo di avventura da provare, ma in linea generale possiamo dire che questo seguito sembra migliorare in ogni aspetto l'originale, sia a livello di meccaniche di gioco che di rifiniture. Comunque sia vi sapremo ridire quando avremo in mano la versione completa.
CERTEZZE
- Sembra migliorare l'originale in ogni aspetto
- La trama sembra essere intricata e intrigante
DUBBI
- La treccia di Jen fa un po' quel che le pare
- Il sistema di gioco reggerà per tutta l'avventura?