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Soul Hackers 2, il nuovo provato del JRPG di Atlus

Stiamo provando a Soul Hackers 2, il nuovo JRPG multipiattaforma che strizza l'occhio a Shin Megami Tensei e tutti i suoi derivati.

PROVATO di Christian Colli   —   04/08/2022

In queste prime ore di gioco, abbiamo intravisto in Soul Hackers 2 tutte le potenzialità per farsi amare da chi non possiede Nintendo Switch ed è rimasto orfano del suo esclusivo Shin Megami Tensei V, e anche da chi sta aspettando con impazienza il prossimo - e ancora lontano - Persona. Soul Hackers 2, tuttavia, non vuole essere solo il punto d'incontro tra i due amatissimi brand di Atlus. Nel character design morbido e nei colori vivaci abbiamo scorto l'erede spirituale di Tokyo Mirage Sessions #FE, il ché ha perfettamente senso visto che al timone ci sono gli stessi capitani, ma ci siamo chiesti fino a che punto questo nuovo JRPG riuscirà ad affermare la sua presenza in un mercato che comincia a essere pure troppo affollato.

Nel nostro nuovo provato di Soul Hackers 2 vi spieghiamo cosa ci è piaciuto e cosa no in queste prime cinque ore di gioco.

Storie di sangue e demoni

Soul Hackers 2, come inizio non c'è male
Soul Hackers 2, come inizio non c'è male

Fermo restando che Soul Hackers è il seguito di un gioco del '97 che a sua volta era il secondo episodio in una serie spin-off di Shin Megami Tensei, è abbastanza chiaro che non vi servirà aver giocato nessun Devil Summoner per capire la storia e, infatti, Atlus ha emancipato il titolo proprio evitare fraintendimenti e confusioni. La prima cosa che colpisce, però, è la brutalità della narrativa, che dopo un inizio eccentrico sfocia in una vera e propria guerra tra sette di evocatori che si sparano in testa, si trafiggono e, in generale, muoiono in laghi di sangue.

In questo mondo futuristico, l'intelligenza artificiale nota come Aion ha previsto la fine del mondo e ha inviato Ringo e Figue, due fanciulle che sono i suoi avatar, a salvare alcuni individui d'importanza fondamentale. Quando Ringo trova il primo di loro morto stecchito, decide di resuscitarlo hackerandogli l'anima, tipo letteralmente. Ve l'avevamo detto che la storia era eccentrica.

Nelle prime ore di gioco, Ringo mette insieme una squadra di evocatori per fermare la Cerchia Fantasma, una setta che intende distruggere il mondo col potere dell'Alleanza, una sorta di dono divino che si è diviso in cinque individui e che Maschera di Ferro, il leader della Cerchia, intende riunire per acquisire poteri senza precedenti. L'obiettivo, insomma, lo conosciamo, ma arrivarci potrebbe essere un problema perché: Arrow, il protagonista, è un membro di Yatagarasu che è in guerra aperta con la Cerchia; Milady, l'altra protagonista, è l'ex amante (sic!) di Maschera di Ferro e quindi è combattuta perché un po' lo vuole fare secco e un po' vuole far fuori Arrow; Saizo, invece, è un evocatore neutrale che però preferirebbe restare in vita ancora per un po', e quindi aiuta Ringo e fa da paciere nella squadra.

A differenza di Persona, i protagonisti in Soul Hackers 2 sono adulti e affrontano il pericolo con una prospettiva più drammatica e concreta, ma non possiamo dire che la loro caratterizzazione spicchi subito.

Soul Hackers 2, Milady apparteneva alla Cerchia Fantasma
Soul Hackers 2, Milady apparteneva alla Cerchia Fantasma

È chiaro, però, che ci sono ancora molti retroscena da scoprire sul loro conto e il labirinto chiamato Matrix dell'anima serve soprattutto a questo, oltre che ad allungare il gioco in sé e per sé. La Matrix ricorda vagamente il Tartarus di Persona 3; è infatti un lunghissimo dungeon a più piani che potremo esplorare ogni volta che vogliamo. È diviso in tre macro-zone, che rappresentano i ricordi dei tre protagonisti e che ci permetteranno di conoscerli meglio, se avremo aumentato a sufficienza il parametro dell'affiatamento, un valore individuale che cambia rispondendo correttamente a certe domande nei dialoghi o partecipando agli eventi sociali, per esempio le bevute in compagnia. Alla Matrix dell'anima, insomma, si torna di tanto in tanto tra un dungeon della storia e l'altro per capire meglio le motivazioni di Arrow, Milady e Saizu, e per potenziare i personaggi combattendo nemici a manetta.

Combattimenti classici

Soul Hackers 2, il sistema di combattimento è una variante del classico Press Turn
Soul Hackers 2, il sistema di combattimento è una variante del classico Press Turn

Come avrete intuito, la trama si avvicina più a Persona che a Shin Megami Tensei: nel secondo, la narrativa lascia sempre maggiore spazio al gameplay e alla componente ruolistica, mentre i Persona tendono a essere un po' verbosi, sebbene sia parte del loro fascino. Soul Hackers 2 sembrerebbe azzardare un compromesso: è ancora un po' verboso, come praticamente tutti i GDR giapponesi, del resto, ma narrativa e personaggi appaiono meglio definiti fin da subito e incuriosiscono genuinamente il giocatore.

Il fatto che Soul Hackers 2 insista sui personaggi perché non sembrino meri strumenti di gameplay è abbastanza significativo. I quattro protagonisti impugnano armi diverse - dette anche COMP - che infliggono danni fisici, mentre i demoni legati a ogni evocatore conferiscono i tradizionali incantesimi elementali dei giochi Atlus, come Agi, Zio, Bufu e così via. Il sistema Press Turn, però, qui funziona in modo un po' diverso.

Soul Hackers 2, i personaggi evocano i demoni con le armi chiamate COMP
Soul Hackers 2, i personaggi evocano i demoni con le armi chiamate COMP

Le fondamenta sono le stesse. Ogni nemico è vulnerabile a uno o più elementi, ma non perde turni come nei Persona e negli Shin Megami Tensei: qui, invece, ogni vulnerabilità correttamente sfruttata migliora una combo e, alla fine del turno del giocatore, Ringo scaglia in automatico un attacco contro tutti i nemici - praticamente l'equivalente dell'All-out Attack di Persona, ma qui si chiama Sabbath - che infligge i danni in base al numero di vulnerabilità sfruttate.

Anche i nemici possono sfruttare le vulnerabilità dei nostri personaggi ma non possono farci perdere turni come succedeva, bene o male, nei Persona e in Shin Megami Tensei V, quindi il giocatore per certi versi è avvantaggiato, ma non deve comunque sottovalutare vulnerabilità e resistenze: in Soul Hackers 2, infatti, siamo noi a decidere i demoni di tutta la squadra, e quando "equipaggiamo" un demone a un determinato personaggio, andiamo a influenzare i valori di quest'ultimo. La componente gestionale è quindi un pelo più importante rispetto a Persona 5, in cui ogni personaggio eccetto Joker era legato a una sola Persona, o lo stesso Shin Megami Tensei V, in cui il meccanismo era identico ma valeva solo per il Nahobino.

Soul Hackers 2, Ringo e Figue sono intelligenze artificiali materializzate da Aion
Soul Hackers 2, Ringo e Figue sono intelligenze artificiali materializzate da Aion

Come abbiamo detto, il sistema di combattimento è molto più incentrato sui personaggi, e già nelle prime ore si imparano a microgestire molteplici aspetti della personalizzazione, dai rari Magigioielli, che influenzano certi parametri, ai modificatori delle armi COMP, che costano yen e materiali lasciati dai mostri e migliorano o cambiano proprio statistiche e abilità. Le abilità che i personaggi apprendono esplorando la Matrix dell'anima, inoltre, consentono di definirli meglio a livello ruolistico, e di riflesso aprono Ringo a un certo margine di personalizzazione ulteriore grazie alle cosiddette Abilità comandante che influenzano fortemente il gameplay, consentendo, per esempio, di cambiare i demoni dei compagni di squadra durante la battaglia.

Venendo ai demoni, i fan delle serie Atlus ritroveranno le loro figure mitologiche preferite, tra cui l'immancabile Jack Frost, ma ce ne sono alcune completamente inedite fin dalle primissime battute che quantomeno rinnovano un po' il Grimorio. Naturalmente c'è la Fusione anche qui: si fa al Cirque du Goumaden, e funziona praticamente allo stesso modo di sempre, ma c'è anche una specie di mini motore di ricerca che aiuta a trovare meglio certe combinazioni in base ai parametri selezionati.

Esplorare con stile

Soul Hackers 2, il Grimorio comprende demoni vecchi e nuovi
Soul Hackers 2, il Grimorio comprende demoni vecchi e nuovi

Stiamo giocando Soul Hackers 2 su PlayStation 5 e sebbene sia un titolo cross-gen, c'è da dire che la pulizia dell'immagine ci ha colpito: Atlus sta lavorando sempre più sul cel shading, un look che si presta perfettamente al character design e alla narrativa in stile anime, e il nuovo GDR a tratti sembra davvero una produzione animata per la TV, vuoi per il taglio più ricercato della regia, vuoi per il livello di definizione e dettaglio di ambienti e personaggi. Questo si nota soprattutto nei quartieri della città, e nei cosiddetti Regni, che sono zone di dimensioni più contenute ma ricchissime di particolari. Le visiterete continuamente per accedere ai negozi o proseguire nelle tantissime missioni secondarie che vi faranno girare come una trottola per la città e per i dungeon già visitati.

Il gioco finora si è rivelato fluidissimo sulla console Sony di nuova generazione, ma alcune scelte ci lasciano perplessi, per esempio la posizione della telecamera durante l'esplorazione, che può essere leggermente spostata ma mantiene un'angolazione insolita e non particolarmente comoda, soprattutto perché nei dungeon bisogna reagire alla presenza dei nemici che compaiono dal nulla a pochi passi da noi: Ringo può colpirli col COMP e stordirli per prendere tempo o attaccare con un vantaggio iniziale, ma i nemici rari e più forti possono solo essere respinti, e non è facile darsela a gambe con l'inquadratura che ci rema contro.

Soul Hackers 2, i quartieri della città sono strapieni di dettagli
Soul Hackers 2, i quartieri della città sono strapieni di dettagli

A proposito dell'esplorazione, abbiamo apprezzato qualche idea più originale del solito - per esempio, il fatto che i nostri demoni si sparpaglino per la mappa in cerca di tesori e poi facciano effettivamente da... forzieri, quando li incontriamo - e il ritorno di alcune dinamiche viste in Shin Megami Tensei V. Alcuni demoni, per dire, si faranno reclutare sul campo al costo di consumabili o yen, ma sembra che non ci sia un metodo vero e proprio per reclutarli durante o dopo i combattimenti. Un altro elemento che ci ha convinto poco è la planimetria dei dungeon, che sono intricate combinazioni di corridoi e vicoli ciechi che fanno molta vecchia scuola, e potranno piacere ai nostalgici, ma che sicuramente rappresentano un monotono passo indietro rispetto a quanto visto in Persona 5 e, in parte, Shin Megami Tensei V.

Soul Hackers 2, la mappa della città
Soul Hackers 2, la mappa della città

Del resto Soul Hackers 2 sembrerebbe essere proprio questo: una via di mezzo tra i due giochi, non solo a livello di narrativa, ma anche di gameplay: e considerando che Shin Megami Tensei è il ramo originale, e quello più conservativo, mentre Persona è lo spin-off più aperto alle sperimentazioni, l'equilibrio ha senso. Ora bisogna solo capire quanto sia forte la sua identità. Da questo punto di vista, la nuova proposta Atlus dovrebbe riuscire a soddisfare chiunque ami il sistema di combattimento Press Turn e le tematiche esoteriche di fondo.

Le prime ore passate in compagnia di Ringo e i suoi evocatori di demoni ci hanno lasciato una buona impressione, ma persiste un déjà vu di fondo che è difficile scrollarsi di dosso. Restano da verificare parecchi aspetti del nuovo JRPG targato Atlus, a cominciare dal bilanciamento della difficoltà, che per molti veterani è un aspetto imprescindibile, alla riuscita di questo compromesso tra Shin Megami Tensei V e Persona 5 che Eiji Ishida e Mitsuru Hirata hanno cercato a tutti i costi, mettendoci un pizzico del loro eccentrico Tokyo Mirage Sessions #FE.

CERTEZZE

  • La trama thriller sci-fi spinge a proseguire nella storia
  • Sembra l'ideale combinazione dei più famosi titoli Atlus

DUBBI

  • Bilanciamento della difficoltà e ripetitività dei dungeon sotto scrutinio
  • Riuscirà a guadagnarsi un'identità tutta sua o resterà una "via di mezzo"?