L'universo multimediale di Star Wars è un mosaico formato da tante tessere, le più importanti delle quali sono i personaggi, e se ce n'è uno cui siamo particolarmente legati non può che essere Kyle Katarn. Apparso per la prima volta in Star Wars: Dark Forces, pubblicato tra il 1995 e il 1998 per MS-DOS e PlayStation, poi riproposto anni dopo in un pacchetto commemorativo, Kyle Katarn non sarebbe dovuto neanche esistere: al suo posto avrebbe dovuto esserci Luke Skyalker, ma considerata la natura del gioco - uno sparatutto in prima persona - e le difficoltà di concordare la storia con la narrativa generale di Star Wars, il team di LucasArts guidato da Daron Stinnett alla fine optò per un personaggio completamente inedito che avrebbe concesso agli scrittori un ampio margine di manovra.
All'epoca, infatti, l'Universo Espanso di Star Wars era molto più caotico. Non c'era la ferrea supervisione di oggi, non c'erano né Disney né Dave Filoni, e George Lucas non stava dietro a ogni creazione multimediale, videogioco o romanzo o fumetto che fosse. Da una parte, questo significava una maggiore varietà di sperimentazioni, dall'altra una qualità generalmente medio-bassa della narrativa. Kyle Katarn fu una delle migliori trovate di LucasArts: il suo carisma fece subito presa sul pubblico dei videogiocatori, valendo a Dark Forces una serie di sequel che cambiarono titolo nella più nota serie Jedi Knight.
Dark Forces
Tutto inizia 23 anni prima della Battaglia di Yavin, quando Kyle Katarn nasce sul pianeta Sulon. Figlio di due agricoltori, Morgan e Patricia, Kyle si arruola nella Flotta Imperiale dopo la morte della madre sul lavoro. In una delle sue prime missioni di combattimento, Kyle ha una serie di premonizioni che gli consentono di salvare i suoi commilitoni e lo spingono a risparmiare la vita di una spia Ribelle di nome Jan Ors. Nonostante il successo della missione, che gli vanta non pochi riconoscimenti tra i ranghi dell'Impero, Kyle apprende che il padre è stato ucciso in un raid della Ribellione su Sulon. Inizialmente ostile nei confronti dei Ribelli, il nostro protagonista si ricrede solo dopo aver rincontrato Jan Ors e aver scoperto la verità: ad attaccare Sulon erano stati proprio gli Imperiali, camuffandosi da Ribelli. A questo punto Kyle diserta la marina imperiale e comincia un percorso come agente della Ribellione per conto di Mon Mothma, arrivando a conoscere Leia Organa in persona.
Sarà per conto della principessa che Kyle ruberà i progetti di un'arma che si riveleranno poi una parte di quelli della Morte Nera, dando così alla Ribellione la chance di distruggerla a Yavin. In una missione successiva, però, Kyle scoprirà l'esistenza di un nuovo progetto: i Dark Trooper. Li abbiamo visti nella seconda stagione di The Mandalorian, ma effettivamente questi micidiali droidi da guerra risalgono all'Universo Espanso e agli esperimenti di un altro imperiale, il generale Rom Mohc (che ovviamente ha ispirato il personaggio di Moff Gideon nella serie televisiva su Disney+). Nel tentativo di sventare i suoi piani, Kyle vivrà una serie di rocambolesche avventure, affrontando villain del calibro di Jabba the Hutt e Boba Fett, prima di riuscire a sventare la minaccia e a guadagnarsi la prestigiosa Stella di Alderaan.
Dark Forces nasce come una specie di clone di Doom, ma i ragazzi di LucasArts decidono di alzare subito la posta, riempiendolo di rompicapi ambientali, fasi platform, power-up, stage a più piani e nemici ispirati all'universo di Star Wars. Estremamente innovativo per la sua epoca, Dark Forces impiega un motore proprietario di LucasArts chiamato, guarda un po', Jedi. Il protagonista, tuttavia, catturò l'attenzione dei fan più di ogni altra feature nel gameplay. Kyle Katarn era un personaggio maturo, barbuto e spaccone, ispirato a Han Solo molto più che al goffo Luke dei primi Star Wars. Conquistò immediatamente il fandom e convinse LucasArts a proseguire la sua storia, cambiando il titolo alla serie che diventò...
Star Wars Jedi Knight: Dark Forces II
Diretto da Justin Chin, che aveva lavorato anche al prequel, Star Wars Jedi Knight: Dark Forces II esce originariamente per PC nel 1997. La storia comincia quattro anni dopo Dark Force, quindi un anno dopo la Battaglia di Endor che conclude Il ritorno dello Jedi. Nel prologo, un Jedi Oscuro di nome Jerec assassina il Maestro Jedi Qu Rahn nel tentativo di estorcergli alcune informazioni preziose. Quasi contemporaneamente, Kyle Katarn, che ora lavora come mercenario per la Nuova Repubblica, che è stato proprio Jerec a uccidere suo padre molti anni prima. Il nostro scoprirà che Jerec sta cercando la leggendaria Valle dei Jedi e che suo padre ne conosceva l'ubicazione: sarà questo il momento in cui Kyle comincerà a percorrere una volta per tutte le vie della Forza. Impugnata una spada laser che apparteneva proprio a Qu Rahn, che si manifesta sotto forma di Fantasma della Forza per consigliarlo e guidarlo, Kyle dà una caccia spietata a Jerec per tutto il gioco, sconfiggendo tutti i Jedi Oscuri che gli sbarrano il passo.
Dark Forces II implementa dunque una nuova arma, la spada laser che può deviare i colpi e illuminare i luoghi bui, e un'inedita feature di gioco: la Forza. Il giocatore sviluppa i poteri di Kyle come in un gioco di ruolo, scegliendo tra il Lato Chiaro e il Lato Oscuro: spostando l'ago della bilancia più da una parte che dall'altra, la storia tende a cambiare nelle cinematiche d'intermezzo, che questa volta sono recitate da attorni in carne ossa su sfondi prerenderizzati. Ogni cosa in Dark Forces II sembra un passo avanti rispetto al prequel: LucasArts abbandona il 2.5 D per impiegare un nuovo motore, il Sith Engine, che è veramente in 3D come Quake e Unreal. Il gioco ha un successo enorme e LucasArts decide di svilupparne un'espansione che prende le mosse dal finale "vero" in cui Kyle resiste alla tentazione del Lato Oscuro, risparmia Jerec - per poi ucciderlo poco dopo per autodifesa - e salva la Valle dei Jedi.
Nell'espansione Mysteries of the Sith, molto più incentrata sul combattimento melee via spade laser e sui poteri della Forza, Kyle Katarn ha preso un'apprendista cinque anni dopo la conclusione di Dark Forces II: si chiama Mara Jade e questo nome probabilmente sarà molto familiare a chi ha letto i romanzi o i fumetti del vecchio Universo Espanso. Ex sicario dell'Imperatore Palpatine, Mara passa dalla parte della Repubblica dopo una lunga e tormentata battaglia interiore che si sviluppa soprattutto nelle pagine dei romanzi scritti da Timothy Zahn, che Multiplayer Edizioni ha ripubblicato pochi anni or sono. Il giocatore, infatti, controlla Mara Jade per gran parte dell'avventura e solo verso la fine si reca su Dromund Kaas a cercare Kyle, che aveva lasciato l'apprendista per indagare sul ritrovamento di un antico tempio Sith. Mara scoprirà che il Lato Oscuro ha corrotto il suo Maestro e solo sconfiggendolo in duello riuscirà a farlo rinsavire. Il trauma, tuttavia, convincerà Kyle ad abbandonare il nuovo Ordine dei Jedi e a riprendere il mestiere di mercenario.
Star Wars Jedi Knight II: Jedi Outcast
Datat0 2002, uscito su praticamente qualunque piattaforma disponibile all'epoca, Star Wars Jedi Knight II: Jedi Outcast avrà anche il titolo più complicato nella serie, ma è anche l'avventura più memorabile di Kyle Katarn e ancora oggi i fan di Star Wars che lo giocarono ricordano con affetto il sistema di combattimento dinamico che lo faceva sembrare un simulatore di duelli a spade laser. Ironicamente, il gioco inizia con un Kyle depotenziato che ha abbandonato le vie delle Forza, ma nel giro di qualche missione il nostro eroe, dopo aver visto morire Jan per mano di due nuovi Jedi Oscuri, Desann e Tavion, si reca nella Valle dei Jedi e poi all'Accademia di Luke Skywalker per riconciliarsi con la Forza e riprendersi la spada laser. A quel punto, Kyle si mette sulle tracce di Desann, che in realtà è un ex studente di Luke che ha perso la bussola ed è passato al Lato Oscuro. La sua ricerca lo porterà in luoghi iconici del franchise come Nar Shaddaa e Cloud City, dove incontrerà Lando Calrissian e scoprirà che Jan è ancora viva, ma prigioniera sullo Star Destroyer di Desann.
In una serie di rocambolesche missioni, Kyle riuscirà a salvare la sua partner, ma scoprirà di essere stato gabbato dall'inizio perché Desann, in realtà, puntava proprio all'Accademia di Luke su Yavin IV. Lì si svolge una battaglia finale epocale tra le forze della Nuova Repubblica e quelle del villain, che Kyle affronta, e sconfigge, nei sotterranei dell'Accademia. Alla fine, Luke si congratula con lui, ma quando si offre di riprendere la spada laser di Kyle per tenerla al sicuro, quest'ultimo decide di proseguire lungo il sentiero dei Jedi.
Strutturato narrativamente come un vero e proprio filmone di Star Wars, Jedi Outcast offre non solo una trama accattivante e ricca di scenari e situazioni diverse, ma anche tante armi e poteri della Forza che rendono il gameplay vario e divertente. Passando all'engine id Tech 3, lo sviluppatore Raven Software riuscì, per conto di LucasArts, a settare nuovo standard di gameplay che allontanava ulteriormente la serie dall'identità di semplice clone di Doom con cui era cominciata, ampliando il sistema di combattimento con una quantità di manovre, acrobazie e tecniche di attacco e difesa che ne facevano una vera gioia da giocare, specialmente in modalità multiplayer.
Star Wars Jedi Knight: Jedi Academy
Star Wars Jedi Knight: Jedi Academy, classe 2003, è purtroppo l'ultimo videogioco in cui compare Kyle Katarn... che per giunta non è neanche il protagonista. Essendo ormai un potente Maestro Jedi, Raven Software si ritrovò in difficoltà a stabilire una progressione sensata per il suo arco narrativo, che praticamente non aveva più molto da dire. Decise quindi di affidare il ruolo di protagonista a Jaden, un nuovo personaggio che i giocatori potevano personalizzare a inizio partita, scegliendone sesso e aspetto. Kyle lə prende quindi sotto la sua ala insieme a un altro Padawan, Rosh, che però nutre nei confronti di Jaden una profonda gelosia. In seguito a un attacco dei Jedi Oscuri all'Accademia, Luke incarica gli studenti di seguire le tracce dei loro nemici in giro per la galassia. Ciò condurrà Jaden a scoprire che l'artefice di tutti questi problemi è Tavion, l'ex apprendista di Desann, e che Rosh è passato al Lato Oscuro. Alla fine del gioco, dopo una lunga serie di missioni, Jaden e Kyle affrontano raggiungono Tavion sul pianeta Korriban per lo scontro finale.
Anche in questo caso, le scelte del giocatore in termini di poteri della Forza incidono sulla narrativa. Se incline al Lato Chiaro, Jaden risparmia Tavion, ma quest'ultima completa un rituale che offre il suo corpo allo spirito di un antico Maestro Sith e deve essere comunque sconfitta: Jaden torna quindi dai suoi mentori e amici, compreso un redento Rosh, e viene accoltə con tutti gli onori. Se Jaden si è piegatə al Lato Oscuro, invece, prenderà per sé lo scettro mistico della Jedi e il controllo della sua flotta: in questo caso, la storia si conclude con un cliffhanger in cui Kyle promette di cercarlə, ma che non si risolverà mai.
Sebbene non si possa controllare Kyle, vale la pena spendere due parole sul sistema di progressione del gioco, che per la prima volta consente a un fan di Star Wars di seguire il percorso di un Padawan a tutti gli effetti. A un certo punto, infatti, si imparano due stili aggiuntivi di combattimento con la spada laser, ed è possibile personalizzare la propria arma scegliendo tra tre modelli diversi: la classica impugnatura singola, la spada laser doppia sdoganata da Darth Maul in La minaccia fantasma oppure due spade laser, una per mano. Insieme ai rinnovati poteri della Forza, questa varietà di stili e meccaniche di combattimento sposta l'ago della bilancia più sugli scontri all'arma bianca in terza persona che sulla prospettiva da sparatutto originale, ma rende il gioco ancora più vario e divertente che in passato.
Il percorso di Kyle Katarn
Conclusa la serie Jedi Knight, di Kyle Katarn si perdono pian piano le tracce. Nei videogiochi ricompare solo come cammeo in Empire at War del 2006, sotto forma di unità speciale in modalità Schermaglia: il gioco è ambientato tra Episodio III e Episodio IV, di conseguenza Kyle non possiede ancora i poteri della Forza. Più incisivo, invece, il suo ruolo nell'Universo Espanso che oggi chiamiamo Legends. Nei romanzi e nei fumetti, soprattutto nella saga del Nuovo Ordine Jedi, Kyle continua a istruire i Padawan nell'Accademia di Luke e combatte in prima fila le battaglie più difficili, come l'invasione della specie aliena Yuuzhan Vong in uno dei cicli narrativi più controversi di Star Wars. Come ben saprete, questa fetta della mitologia di Star Wars a un certo punto è stata disconosciuta, per così dire, quando il marchio è passato a Disney nel 2014 e si è deciso di fare una tabula rasa per coordinare e supervisionare meglio ogni opera multimediale. Kyle Katarn, sfortunatamente, è stato colpito insieme a tanti altri personaggi e storie.
Nel 2016, però, qualcosa si è mosso più timidamente con l'inclusione del personaggio in un gioco di carte ufficiale. Non sarebbe il primo eroe o villain nella lunga storia di Star Wars a essere retroattivamente canonicizzato: è successo da pochissimo anche al grand'ammiraglio Thrawn, concepito nei romanzi di Timothy Zahn intorno al 1991 e solo recentemente rintrodotto nel canone ufficiale con la serie animata Star Wars Rebels. Potrebbe essere un personaggio interessantissimo da affiancare al Mandaloriano o da collocare in una serie Disney+ futura come Andor, dopotutto. Sebbene oggi possa apparire un po' cliché l'idea dell'antieroe che scopre i poteri della Forza e rischia di cedere al Lato Oscuro, all'epoca la caratterizzazione di Kyle Katarn colpì l'immaginario del fandom così tanto da ispirare la creazione di altri personaggi come Corran Horn, protagonista del romanzo Io, Jedi di Michael A. Stackpole. Kyle è un personaggio in cui è facile immedesimarsi, molto più umano e simpatetico del tipico eroe di Star Wars. Non è un campagnolo come il Luke degli inizi e non è una canaglia alla Han Solo, ma una via di mezzo che affascina per il suo carisma e i suoi modi di fare pragmatici.
Si potrebbe dire, tuttavia, che il personaggio di Kyle assuma una vera profondità soltanto a partire da Dark Forces II, quando si scoprono i suoi legami con la Forza: fino a quel momento, quando la serie era più uno sparatutto in prima persona tipo Doom, il nostro protagonista mancava dell'appeal che gli conferisce invece restare continuamente in bilico tra il Lato Chiaro e il Lato Oscuro. È un personaggio controverso, per certi aspetti, ma la sua indecisione gli dà una maturità e un carattere di notevole spessore. La scelta di abbandonare temporaneamente le vie della Forza in Dark Forces II rappresenta una tappa decisiva nel suo percorso, nonché un colpo di scena inaspettato che ha un impatto narrativo importante: quando Kyle poi torna da Luke per superare le prove e riprendersi la spada laser, quello che dovrebbe essere semplicemente un livello del gioco in Jedi Outcast diventa qualcosa di più. Kyle, e il giocatore con lui, guadagna finalmente il titolo di Jedi e vede maturare gradualmente il mercenario che ha conosciuto anni prima, fino a diventare un Maestro nell'Accademia.
Sotto certi aspetti, i videogiochi di Star Wars non sono più riusciti a riproporre un personaggio carismatico e moralmente diviso come Kyle. Si sono molto avvicinati con Iden Versio in Star Wars: Battlefront II, ma la portata della sua storia era drasticamente più limitata, mentre in apparenza sembra che stia seguendo un percorso più simile il protagonista di Jedi: Fallen Order, Cal Kestis. Oggi i giocatori possiedono diversi mezzi per recuperare almeno le sue ultime due avventure, riproposte sulle piattaforme moderne appena lo scorso anno: non possiamo fare a meno di consigliare questa esperienza a ogni fan di Star Wars che si rispetti, nella speranza che Disney ritorni sui suoi passi e trovi il luogo ideale per riportare Kyle Katarn sul palcoscenico del nuovo canone. Noi lo vedremmo bene nel probabilissimo sequel di Jedi: Fallen Order, magari sotto forma di reboot che lo contestualizzi meglio nel canone ufficiale, mettendo da parte i Jedi Oscuri e tutto il complicato retaggio di Legends.