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The Sinking City, Lovecraft e dintorni

Dopo aver recensito The Sinking City, in questo pezzo approfondiamo le influenze e i richiami delle opere di H.P. Lovecraft che si colgono nella nuova avventura realizzata da Frogwares

SPECIALE di Davide Spotti   —   27/06/2019

Il successo postumo delle opere di H.P. Lovecraft non è certamente una dinamica isolata nel complesso mondo della letteratura e delle arti in genere. Da Emily Dickinson a Vincent Van Gogh, passando per Franz Kafka, la storia è costellata di personalità che hanno goduto di maggiore prestigio solo dopo essere passate a miglior vita. Idealmente parlando, la vicenda dell'autore americano sembra quella tipica del genio incompreso, dell'uomo avulso dal suo tempo perché proiettato inesorabilmente verso una dimensione futura. Durante la sua (pur breve) esistenza, Lovecraft non riuscì mai a raggiungere la notorietà a lungo inseguita: i suoi scritti rimasero per lo più sconosciuti alle masse e solo in epoche successive i critici e gli appassionati del genere horror (e fantascientifico) iniziarono a rendersi conto delle qualità di quei racconti così oscuri e controversi. Il perenne oscillare dei personaggi tra lucidità e follia, l'imperversare di sentimenti ansiogeni intervallati a momenti di vivida consapevolezza sui limiti intrinseci dell'uomo in rapporto all'Universo, hanno affascinato intere schiere di appassionati per decenni.

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In epoche relativamente recenti il vivido immaginario scaturito dai lavori di Lovecraft è stato fonte d'ispirazione per la creazione di alcuni videogiochi che vengono comunemente ricordati con piacere dagli appassionati. Tra i più celebri ci sono senz'altro Eternal Darkness: Sanity's Requiem e Call of Cthulhu: Dark Corners of the Earth, ma si riscontrano rimandi e tematiche in qualche modo affini anche in altre opere tra le quali Bloodborne, Amnesia: The Dark Descent e Darkest Dungeon. Magari qualcuno ricorderà anche l'avventura grafica Necronomicon, apparsa su PC e PlayStation nel lontano 2001. In questo pezzo ci accingiamo tuttavia a discutere in particolare di The Sinking City, ultima arrivata tra le esperienze investigative realizzate da Frogwares. Dopo aver trascorso quindici anni all'ombra di Sir Arthur Conan Doyle e dell'eccentrico Sherlock Holmes, la software house ucraina è uscita parzialmente dal seminato per immergersi nel controverso universo letterario lovecraftiano. A voler essere pignoli non è la prima volta che lo studio si addentra nel mito di Cthulhu, visto che già ai tempi di Sherlock Holmes: Il Risveglio della Divinità (2007) erano stati introdotti riferimenti all'entità alla quale lo scrittore ha dedicato un intero ciclo di racconti. Ciò nondimeno, questa volta la compagine ucraina ha preferito dedicarsi a una storia inedita eppure direttamente influenzata - per tematiche e mitologia - dai romanzi del visionario scrittore di Providence.

Il controverso immaginario delle opere di Lovecraft: un pozzo di ispirazioni

The Sinking City attinge dunque a piene mani da un immaginario particolarmente complesso. Ambientato negli anni '20, il gioco segue le vicende dell'investigatore privato Charles Reed. Essendo da tempo afflitto da inspiegabili visioni, l'uomo decide di dirigersi a Oakmont, Massachussets, dove la presenza di eventi apparentemente inspiegabili sembra in qualche modo ricollegabile al suo caso. Nel corso delle indagini si troverà dinanzi a una città in ginocchio, pesantemente falcidiata da un'alluvione che ha rapidamente compromesso la vita e il benessere della popolazione locale. L'acqua che riempie i viali e le piazze non è però nulla se rapportata alla repentina comparsa di pericolose creature deformi che hanno progressivamente infestato strade ed edifici. Da dove arrivano questi abomini? Quali correlazioni sussistono tra le allucinazioni sconvolgenti del protagonista e ciò che sta accadendo in questo apparentemente dimenticato angolo di pianeta? Spetta al giocatore andare alla ricerca di risposte, addentrandosi in situazioni e tematiche fortemente influenzate dalla produzione letteraria di Lovecraft.

The Sinking City, Lovecraft e dintorni

Basandosi sulla sua complessa mitologia, sondandone le suggestioni e i concetti cardine, il team ucraino ha dato vita a un'avventura infarcita di richiami a eventi, personaggi e situazioni che possono considerarsi canoniche e ricorrenti in tutti i lavori dell'autore statunitense. Come spiega il lead narrative designer Sergey Ten, i temi da cui gli sviluppatori sono partiti per tracciare l'essenza del loro ultimo lavoro sono sostanzialmente tre: la paura dell'ignoto, l'assenza di speranza e la desolazione. La stessa localizzazione geografica di Oakmont trova diretta corrispondenza nella mitologia che è alla base dei racconti di Lovecraft. La città è situata idealmente nelle vicinanze di altri centri abitati senz'altro conosciuti dai fan dei romanzi, come Arkham, Dunwich e la stessa Innsmouth, citata in più occasioni nel corso dei dialoghi. La lore è evidentemente impostata sull'esistenza dei cosiddetti "Grandi Esseri" ("Great Old Ones"), creature antiche e dall'intelletto superiore, la cui presenza viene esplicitata dalle parole dei sopravvissuti e finanche dai fenomeni allucinogeni che si impadroniscono della loro psiche conducendoli alla perdizione. Altri riferimenti canonici alla tradizione di Lovecraft si colgono nel citazionismo di eventi come il raid su Innsmouth o l'esistenza del culto religioso noto come Ordine Esoterico di Dagon.

The Sinking City, Lovecraft e dintorni

La minaccia dell’ignoto e il cosiddetto “horror cosmico”

Per comprendere un po' più approfonditamente il complesso immaginario plasmato dalla mente di H.P. Lovecraft è però necessario fare un piccolo passo indietro e accennare brevemente alla biografia dell'autore. Il tema della sanità mentale, ricorrente in tutte le sue opere, è strettamente legato alle esperienze traumatiche vissute in tenera età. Il padre fu internato in una struttura psichiatrica dove morì pochi anni più tardi, e la stessa sorte toccò anche alla madre successivamente. Proprio a seguito di queste esperienze destabilizzanti lo scrittore americano iniziò a sviluppare una forma di ossessione verso l'argomento, temendo che prima o poi avrebbe subito la stessa sorte dei genitori. Tendendo all'isolamento ed essendo afflitto da una personalità disturbata, il giovane Lovecraft iniziò a sviluppare una progressiva sfiducia nella reale funzione dell'essere umano come individuo dotato di intelletto, al cospetto di una realtà apparentemente priva di una logica e guidata da forze talmente superiori da sfuggire a ogni comprensione. Questo insieme di convinzioni, ulteriormente rafforzato dagli incubi che tormentavano il sonno dello scrittore, lo stimolarono a rifugiarsi nella scrittura come valvola di sfogo, come metodo efficace per rappresentare organicamente quel turbinio di stati d'animo che ormai era parte integrante della sua vita quotidiana. Proprio da queste premesse scaturì l'idea di dare consistenza alle paure più recondite della sua psiche, efficacemente rappresentate attraverso concetti comunemente riconducibili alla cosiddetta teoria del cosmicismo. Alle basi di carattere filosofico si accostavano peraltro evidenti propensioni xenofobe che non possono essere trascurate nell'analisi dell'autore. Lovecraft era infatti fermamente convinto che gli immigrati potessero rappresentare una minaccia per la comunità.

The Sinking City, Lovecraft e dintorni

Non a caso The Sinking City si apre con una dichiarazione d'intenti molto chiara degli sviluppatori: "The Sinking City descrive un'epoca in cui le minoranze etniche, razziali o altre venivano spesso maltrattate dalla società. Questi pregiudizi erano e sono sbagliati, ma sono stati inclusi per una rappresentazione più autentica di quei tempi, piuttosto che far finta che non siano mai esistiti". Insomma, una scelta che trae origine dal contesto storico di riferimento, ma che di fatto è anche parte integrante del pensiero e del modo di interfacciarsi col diverso di uno degli autori più oscuri del '900. Pur rifuggendo la socialità, Lovecraft era dunque un uomo perfettamente inquadrato nella società del tempo. Un'epoca di proibizionismi, pesanti scontri razziali, guerre tra clan: tutti temi che vengono ripresi e introdotti dall'autore nelle sue opere, dalle quali emerge una forte disillusione verso le capacità e il ruolo dell'essere umano sul pianeta Terra. Come si coglie in più momenti del racconto, in The Sinking City la popolazione locale appare morbosamente legata alle proprie tradizioni ed è davvero poco incline a sopportare i cambiamenti imposti da contingenze esterne. L'atteggiamento distaccato e ostile non subisce mutamenti nemmeno ora che la città versa in una situazione complessa, o per meglio dire quasi disperata. Oakmont è un ginepraio dominato dai particolarismi, un luogo di perdizione in cui il conservatorismo domina incontrastato, secondo soltanto alle inquietanti forze che silenziosamente stanno sconquassando la quiete cittadina. In un contesto ai limiti del sostenibile, dove la realtà circostante sembra ormai muoversi secondo logiche insondabili, Charles Reed deve provare a resistere. L'investigatore dà il massimo per trovare delle risposte, giungendo persino a mettere in gioco la propria stessa esistenza nel tentativo di dare una chiave di lettura a quello che sta accadendo.

The Sinking City, Lovecraft e dintorni

La rappresentazione che viene data degli ibridi, per metà uomini e per metà pesce - definiti anche Innsmouther - è fedele ai racconti ed è espressione delle già citate opinioni di Lovecraft per il diverso. Nelle convinzioni dell'autore fu soprattutto il massiccio afflusso di immigrati di origine non anglossasone - che interessò gli Stati Uniti nei primi decenni del secolo scorso - a determinare un atteggiamento apertamente intollerante nei confronti delle minoranze etniche. L'autore era infatti fermamente convinto che questi fenomeni avrebbero finito per avere influssi negativi sulle comunità autoctone, minandone usi e integrità dei costumi. Proprio per questo motivo nel corso del gioco capita spesso di intrattenere dialoghi con soggetti mossi da una forte vena di pregiudizio per gli "stranieri", segno di una mentalità tradizionalista e conservatrice. Gli Innsmouther presentano i tratti tipici dei soggetti descritti nel racconto "L'Ombra su Innsmouth" (che è anche uno dei più celebri di Lovecraft): occhi fissi e sporgenti dalle palpebre immobili, un'andatura caratteristica e una pelle secca con evidenti piaghe intorno al collo che ricordano le branchie dei pesci. Altri riferimenti si colgono nella presenza di individui per metà uomini e per metà scimmie, come l'altolocato Robert Throgmorton. Pur narrando una storia inedita, l'atmosfera che si respira in The Sinking City è quindi abbastanza fedele all'imprinting tipico delle opere di riferimento, dando adito a situazioni estremamente stranianti. L'orrore che vive Charles Reed è per lo più slegato dalle dinamiche tradizionali del genere horror applicato al mondo dei videogiochi, nascendo da presupposti prevalentemente psicologici.