Sono davvero tante le avventure puzzle pubblicate nel corso di questi anni a risultare estremamente brillanti nel gameplay, ma che si perdono in un bicchier d'acqua per quanto riguarda la trama. Del resto giustificare un continuo susseguirsi di enigmi, indovinelli e puzzle dal punto di vista narrativo non è sempre così facile. Non fa eccezione The Talos Principle, amatissimo esponente del genere uscito ormai 9 anni fa e sviluppato da Croteam. Parliamo di un'avventura puzzle estremamente stimolante, di grande atmosfera e accompagnata da una serie di quesiti filosofici che hanno messo in scacco diversi giocatori. È pur vero però che questi dilemmi esistenziali vengono proposti in modo assai criptico, e il finale del gioco non è stato apprezzato in modo univoco dal pubblico... o almeno, per chi è arrivato a vedere il finale. L'altro grande problema di The Talos Principle infatti è il bilanciamento della difficoltà, che cresce a mano a mano che ci si avvicina alla conclusione, rendendo le battute finali davvero cervellotiche.
The Talos Principle 2 è pronto a fare ammenda dei peccati del suo predecessore, offrendo una campagna narrativa intrigante, ma più didascalica, e un bilanciamento della difficoltà dei puzzle più studiato. Durante la Gamescom di Colonia 2023 due sviluppatori di Croteam, Mario Kotlar (Level e Puzzle Designer) e Jonas Kyratzes (Scrittore) l'hanno giocato di fronte a noi, raccontandoci tutte le novità della loro creatura. Ve le riportiamo in questa anteprima di The Talos Principle 2.
Narrativa più profonda
Come detto, sono passati ormai 9 anni dalla pubblicazione del primo The Talos Principle e, a nostro avviso, il pericolo spoiler è ormai abbondantemente decaduto. Vi invitiamo comunque a saltare al prossimo paragrafo nel caso non voleste rovinarvi né la conclusione del primo capitolo né l'inizio del secondo. "The Talos Principle reinterpreta il mito del Giardino dell'Eden e della creazione della vita, da un punto di vista umano" dice Kyratzes. "Gli umani si sono estinti a causa di un virus sprigionato dallo scioglimento del permafrost terrestre e nel gioco seguiamo il processo di risveglio di un'intelligenza artificiale incaricata di creare una nuova umanità, corpi sintetici con coscienze umane".
The Talos Principle 2 si apre dunque con un tutorial che mima in tutto e per tutto il suo predecessore, spiegando per sommi capi le meccaniche base degli enigmi al giocatore. Il tutorial si rivela essere un test per risvegliare la coscienza del robot protagonista, che viene accolto da una gioiosa folla di suoi simili. Questo rito di passaggio è stato ideato dal primo sintetico risvegliato, quello impersonato nel primo capitolo, che nel tempo ha fondato una vera e propria società di automi, caratterizzati da un'umanità innata.
Il protagonista di The Talos Principle 2, però, è molto speciale: si tratta infatti del millesimo esemplare prodotto, l'ultimo che la società dei robot è disposta ad accogliere. Partendo dalle conoscenze in loro possesso, la maggioranza degli androidi ha sancito che, per evitare di ripetere i danni causati dai loro creatori, la loro società si potrà riprodurre fino a raggiungere mille modelli ma non oltre, perché questo è il numero perfetto che permette un'esistenza pacifica degli automi sul pianeta, senza che il progresso tecnologico porti un'altra volta a compromettere l'ecosistema.
Ovviamente non tutti la pensano in modo uguale, anche perché le risorse scarseggiano e l'elettricità non basta per tutti. Uno spiraglio importante viene aperto quando il protagonista e altri tre robot vengono incaricati di indagare su alcuni fenomeni registrati su un'isola mai esplorata dalle macchine. Qui il gruppo si ritrova al cospetto di imponenti rovine tecnologiche, il cui accesso è costantemente ostacolato da enigmi, proprio come quelli del risveglio.
Upgrade totale
"Per noi era estremamente importante che The Talos Principle 2 non sembrasse un semplice more of the same. Doveva chiaramente essere riconoscibile per tutti i giocatori che avevano apprezzato il primo, ma allo stesso tempo dovevamo portare tutti gli elementi costitutivi dell'esperienza di gioco su un altro livello. Abbiamo arricchito la storia, migliorato l'aspetto grafico, lavorato su puzzle sempre stimolanti, ma bilanciandone la difficoltà". In effetti, ci ritroviamo molto nelle parole di Kyratzes: l'incipit narrativo che vi abbiamo appena raccontato è senza dubbio molto suggestivo e una volta saltata la parte iniziale e immersi nel vivo del gioco, il colpo d'occhio grafico è straordinario. Stavolta, invece di riproporre i resti di templi antichi, il giocatore si trova di fronte a immense costruzioni futuristiche, giganteschi complessi brutalisti ma ridotti in rovina.
Le mappe sono davvero molto grandi e tutte esplorabili, nonostante la dimensione delle singole arene dei puzzle che abbiamo visto non siano così vaste. Il level design di The Talos Principle 2 non si discosta molto dall'originale: ogni area avrà il suo raggruppamento di puzzle e ogni enigma è contenuto all'interno di un'area delimitata. Per aprire gli sbarramenti che bloccano il passo del protagonista andranno risolti almeno un numero minimo di puzzle sul numero complessivo del gruppo.
A Kotlar abbiamo chiesto come hanno organizzato e bilanciato la mappa di gioco open world rispetto alla quantità di spazio necessario per creare ogni singolo puzzle. "Potrei parlare per ore di questo!" ha risposto lo sviluppatore. "Per prima cosa procediamo creando prototipi molto semplici, per esplorare l'idea alla base dell'enigma, poi viene a mano a mano raffinata finché non siamo soddisfatti. A quel punto va conferito un aspetto estetico al puzzle: in quel momento inizia un processo di passaggio continuo tra designer e artisti per trasmettere all'area dell'indovinello il giusto aspetto, senza rompere ovviamente il puzzle in sé. Vanno rispettate distanze, traiettorie, punti focali e così via. In passato il team era fortemente suddiviso per ruoli, per The Talos Principle 2 io per primo ho curato molto l'aspetto artistico nonostante non sia la mia area di competenza, perché volevamo raggiungere un risultato in cui tutto sembrasse perfettamente organico e integrato con il resto".
La fiamma di Prometeo
Altro punto importante da affrontare per Croteam è stato il bilanciamento della difficoltà. "Sappiamo di molti giocatori che non hanno finito il primo capitolo, frustrati dall'eccessiva difficoltà, e questa l'abbiamo ovviamente vissuta un po' come una sconfitta" dice Kyratzes. Continua poi Kotlar "Il problema, siamo convinti, non risiede tanto nella difficoltà in sé degli enigmi, ma nel ritmo di crescita della curva di difficoltà, che impenna più si va verso la fine. Questo probabilmente lascia un generale senso di pesantezza nel giocatore, di affaticamento". Per questo motivo la progressione dell'avventura segue due distinti binari: un andamento oscillatorio della difficoltà e uno di crescita costante della complessità.
Ciò significa che la difficoltà è bilanciata in ogni singola area (con una composizione ad esempio di un enigma molto facile, uno facile, tre medi, tre difficili e due difficilissimi), mentre man mano che si procede nel gioco aumenterà la complessità dei puzzle, visto che si aggiungeranno sempre nuove meccaniche e gadget. Per bilanciare ulteriormente l'esperienza, gli sviluppatori hanno introdotto la meccanica della Fiamma di Prometeo, nome che rimarca l'ossessione dei robot per miti greci. Si tratta di una particolare tipologia di oggetto che può essere trovata e raccolta durante le fasi esplorative dell'avventura e funge da chiave per sbloccare un puzzle.
Qualora ci trovassimo in difficoltà potremo aggirare la risoluzione di un enigma utilizzando una Fiamma di Prometeo, che verrà poi teletrasportata dietro un cancello bloccato nell'arena del puzzle. Se volessimo riappropriarci dell'oggetto non dovremo fare altro che risolvere il suddetto puzzle. Questa meccanica di prestito secondo noi funziona molto bene: è vero che costringe il giocatore a ritornare eventualmente sui suoi passi, ma rivisitare un vecchio puzzle non risolto dovrebbe essere sempre più facile con il senno di poi. Inoltre c'è una maggiore gestione dell'avventura da parte del giocatore, anche se non sappiamo se questo possa avere effetti sul finale.
Per quanto riguarda i puzzle possiamo dire veramente poco perché ne abbiamo visti una carrellata, ma saltando qua e là nell'avventura, senza riuscire a studiarli a dovere. Tuttavia, tra i congegni a disposizione per risolverli ci sono i puntatori laser, degli attivatori elettrici, una trivella quantica, capace di aprire un varco su specifiche superfici, e simulacri vuoti che possono essere posseduti proiettandovi dentro la nostra coscienza. Una novità interessante riguarda i puntatori laser, che ora funzionano all'inverso di quanto visto nel capitolo precedente: se per attivare un interruttore rosso era necessario reindirizzare un laser rosso, ora per fare la stessa operazione bisogna ragionare per esclusione, proiettando quindi due laser, uno verde e uno blu.
Sapevamo che The Talos Principle 2 ci sarebbe piaciuto, ma non eravamo pronti a rimanere così esaltati. Il gioco riesce sia ad essere fedele al primo capitolo, sia a modificare e migliorare ogni singolo aspetto del capostipite. In questi nove anni sembra che gli sviluppatori di Croteam si siano risvegliati come i loro robot, portando narrazione e meccaniche ad un livello superiore. I puzzle sembrano decisamente stimolanti e complessi al punto giusto, e la meccanica della Fiamma di Prometeo aiuta il giocatore a gestire in modo più personale la progressione di gioco.
CERTEZZE
- Trama ricca e accessibile
- Graficamente bellissimo
- Stimolante senza essere troppo frustrante
DUBBI
- Rischio di una narrazione troppo ridondante
- Enigmi accessibili si, troppo facili no