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Tokyo Xtreme Racer, abbiamo provato il gioco di guida che segna il ritorno di un classico

A venticinque anni dall'originale Tokyo Xtreme Racer per Dreamcast, Genki riporta in vita lo storico gioco di guida ambientato sulle autostrade della capitale giapponese: lo abbiamo provato in accesso anticipato.

PROVATO di Tommaso Pugliese   —   17/02/2025
Una delle vetture di Tokyo Xtreme Racer

Tokyo Xtreme Racer è stato uno dei titoli di lancio del Dreamcast, nel lontano 1999: giunto in Europa con il titolo di Tokyo Highway Challenge, il gioco di guida sviluppato da Genki affonda le proprie radici nella serie Shutoko Battle, nata su SNES alcuni anni prima, e mette in campo una formula senza dubbio originale e affascinante.

Le sue entusiasmanti gare clandestine si ispirano infatti a quanto davvero accadeva in quel periodo sulle autostrade di Tokyo, che vengono riprodotte in maniera fedele, con le loro differenti diramazioni e i punti di accesso, e fanno da sfondo a sfide di velocità che utilizzano concetti diversi da un banale traguardo per determinare il vincitore.

Ebbene, Genki ha deciso di riportare in vita la serie con un reboot rigorosamente single player e fedele allo spirito originale, nel bene e nel male: abbiamo provato Tokyo Xtreme Racer in accesso anticipato su Steam ed ecco le nostre impressioni.

Bentornati a Tokyo: vetture e struttura

Lo spirito nipponico di Tokyo Xtreme Racer emerge fin dalle primissime battute, e per chi ricorda gli esordi della saga si pone alla stregua di un vero e proprio viaggio nel passato. Le vetture fra cui potremo scegliere inizialmente sono soltanto tre, ma il messaggio è molto chiaro visto che si tratta di una Suzuki Swift, di una Mazda MX-5 e di una... Toyota Trueno AE86, che farà felice il Takumi Fujiwara dentro di voi.

Naturalmente è solo una selezione di partenza, visto che il parco macchine del gioco include al momento sei differenti marchi (Toyota, Nissan, Daihatsu, Mazda, Subaru e Suzuki - sì, manca clamorosamente Honda) e un totale di quasi cinquanta modelli che tuttavia vanno sbloccati progressivamente e non vi verranno dunque regalati in maniera sconsiderata, come accade in molti racer di recente fattura.

Lo stesso identico approccio viene applicato ai tracciati, che come detto riprendono in maniera fedele quella che è la rete autostradale presente nella zona di Tokyo: la Shuto Expressway, con i suoi anelli e i suoi suggestivi panorami, diventerà più accessibile man mano che completeremo le missioni che caratterizzano l'attuale campagna di Tokyo Xtreme Racer, battendo centinaia di rivali progressivamente più scaltri e veloci.

Non la vedremo in azione sul monte Akina, ma la Toyota Trueno AE86 ha sempre il suo fascino in Tokyo Xtreme Racer
Non la vedremo in azione sul monte Akina, ma la Toyota Trueno AE86 ha sempre il suo fascino in Tokyo Xtreme Racer

Acquistata la nostra auto, avremo la possibilità di identificare gli avversari e lanciarci all'inseguimento nel tratto in cui si trovano, innescando la gara dopo averli sfanalati alle spalle (come si suppone accadeva davvero su quelle strade tra la fine degli anni '80 e la prima metà degli anni '90) e poi continuando a girare liberamente in cerca di altre sfide, oppure tornando al garage per impiegare l'eventuale denaro guadagnato in tuning o nell'acquisto di nuove vetture.

Il gameplay e le regole della SP Battle

A caratterizzare fortemente il gameplay di Tokyo Xtreme Racer è il concetto di SP Battle: una sfida a base di "punti spirituali" che non utilizza elementi banali come un traguardo per determinare il vincitore di una corsa, bensì contrappone due barre dell'energia "morale" che si svuotano rapidamente quando l'avversario ci supera e costruisce un954870 vantaggio, oppure quando sbattiamo contro un ostacolo perdendo spunto.

Una Suzuki Swift durante una gara in Tokyo Xtreme Racer
Una Suzuki Swift durante una gara in Tokyo Xtreme Racer

Il risultato di questa meccanica sono gare di breve durata, in cui diventa evidente fin da subito chi sarà il vincitore, a meno di clamorose sorprese: non c'è ombra di rubber band, ovviamente, e il successo è strettamente legato alla potenza dei veicoli, visto che i tratti autostradali giapponesi presentano curve impegnative solo di rado e l'intensità del traffico non è tale da richiedere frequenti manovre al limite per evitare impatti indesiderati.

Il fatto che venticinque anni dopo Genki abbia deciso di riproporre questa formula praticamente senza alcun rimaneggiamento costituisce di per sé una grande dimostrazione di coraggio e di personalità: due fattori di cui l'attuale industria videoludica avrebbe davvero bisogno. Tuttavia è anche vero che l'impianto originale di Tokyo Xtreme Racer soffre di una evidente e inevitabile ripetitività, inasprita da un bilanciamento che non sembra conoscere mezze misure.

La nostra AE86 supera agilmente il traffico in Tokyo Xtreme Racer
La nostra AE86 supera agilmente il traffico in Tokyo Xtreme Racer

L'assenza del pur odioso "elastico" riduce infatti al minimo situazioni di rimonta e gli entusiasmanti testa a testa con cui speravamo di poterci cimentare, trasformando le gare in vittorie schiaccianti da una parte o dall'altra: spesso sarà la nostra auto a seminare senza problemi l'avversario di turno, battendo i membri di una squadra uno alla volta fino ad arrivare al boss; altre volte verremo invece asfaltati senza appello e costretti a racimolare il denaro necessario per ulteriori potenziamenti.

Corri, guadagna, potenzia e ripeti: per quanto semplice, il loop riportato alla luce da Genki ha ancora un grande fascino, specie una volta compresi i suoi intrecci con un sistema di progressione davvero interessante, che come detto sblocca non solo nuove sezioni della Shuto Expressway man mano che collezioniamo vittorie, ma anche nuove vetture acquistabili, componenti per il tuning e personalizzazioni estetiche, nonché abilità passive in stile RPG che ci torneranno utili nell'ambito delle SP Battle.

Il tuning di una Suzuki Swift in Tokyo Xtreme Racer
Il tuning di una Suzuki Swift in Tokyo Xtreme Racer

Chiaramente l'intera impalcatura avrebbe ben poco senso a fronte di un modello di guida inadeguato, e da questo punto di vista Tokyo Xtreme Racer mette in campo un approccio simcade anche qui ricco di personalità, con le auto che si riassettano dopo ogni sollecitazione e un impiego di cambio manuale, freni e freno a mano che, in combinazione con i tantissimi parametri regolabili sul piano dell'assetto, dipingono il quadro di un impianto solido e convincente.

Realizzazione tecnica

Se è vero che i valori produttivi del reboot firmato Genki non appaiono enormi e ci sono sicuramente delle cose che andrebbero riviste da qui al lancio ufficiale, in primo luogo l'interfaccia, per il resto ci troviamo di fronte a un prodotto sorprendentemente valido per quanto concerne la grafica, capace di sfruttare bene le tecnologie messe a disposizione dal potente Unreal Engine 5.

Un'altra veloce gara in Tokyo Xtreme Racer
Un'altra veloce gara in Tokyo Xtreme Racer

Correre unicamente in notturna sulle highway della capitale giapponese implica un'inevitabile monotonia visiva, che tuttavia Tokyo Xtreme Racer riesce almeno in parte a scongiurare lavorando soprattutto sulle luci, sulle ombre e sui riflessi che questi elementi generano sulla carrozzeria delle vetture, portate sullo schermo in maniera realistica e dettagliata.

Le quattro visuali disponibili rappresentano un po' il minimo sindacale, manca una telecamera dall'abitacolo e gli impatti non producono danni, ma per il momento va benissimo così: il contesto urbano conferisce all'esperienza una grande atmosfera e gli scorci di Tokyo fanno il resto, donando al gioco un carattere peculiare e ben riconoscibile.

I neon non potevano mancare fra le personalizzazioni estetiche di Tokyo Xtreme Racer
I neon non potevano mancare fra le personalizzazioni estetiche di Tokyo Xtreme Racer

La colonna sonora rappresenta anch'essa un gradito viaggio nel passato, mentre le numerose opzioni grafiche su PC mettono in evidenza un certo grado di scalabilità, andando anche a supportare tecnologie di upscaling come DLSS e Temporal Super Resolution, la soluzione proprietaria dell'Unreal Engine, pur producendo al momento risultati leggermente al di sotto delle aspettative in termini di prestazioni: con una RTX 4070 a 1440p maxati (o 4K con DLSS su qualità) i 60 fps non sono garantiti.

Tokyo Xtreme Racer è un prodotto davvero particolare, senza dubbio frutto della nostalgia ma anche del coraggio e della personalità di un piccolo team di sviluppo giapponese che ha ancora le idee molto chiare su ciò che vorrebbe vedere in un gioco di guida. L'impianto è fondamentalmente lo stesso di venticinque anni fa, nel bene e nel male, ma il fascino delle SP Battle e il loop del gameplay non sembrano essere stati intaccati dal tempo e qui possono anche contare su di un comparto tecnico sorprendente, sebbene con ancora chiari margini di miglioramento e ottimizzazione. Sarà davvero interessante scoprire in che modo verrà utilizzato questo accesso anticipato, ma i presupposti sono ottimi.

CERTEZZE

  • Un impianto con tanto carattere e atmosfera
  • Il loop del gameplay conquista ancora
  • Tecnicamente sorprendente

DUBBI

  • Di base è piuttosto ripetitivo
  • Struttura estremamente asciutta: verrà arricchita?
  • Interfaccia e prestazioni da ottimizzare