Un errore che i giocatori commettono pensando al mondo dello sviluppo è eliminare il fattore umano dall'equazione. Molto spesso, le idee che spingono uno sviluppatore o un intero team a produrre un videogioco nascono da pensieri estemporanei, aneddoti di vita vissuta, eventi accaduti nel privato delle loro vite. Il vero talento sta non nell'avere solo l'idea giusta, ma nel saperla concretizzare al meglio, un po' come accade per il nuovo gioco di D-Pad Studio, gli autori del bellissimo Owlboy.
Abbiamo avuto modo di provare Vikings on Trampolines insieme a Jo-Remi Madsen, creatore del gioco e programmatore del team, e Simon Stafsnes Andersen, Art Director.
Ideazione e sviluppo
Dicevamo: idee estemporanee forgiate attraverso uno sviluppo consapevole del prodotto. Madsen ci racconta che il concept di Vikings on Trampolines nasce molto tempo fa, quando lui aveva appena quattordici anni. A quei tempi per lui e la sorellina più piccola, i videogiochi erano un momento di condivisione molto importante, ma non sempre così piacevole: i comandi di giochi come Mario Kart e Smash Bros erano complessi per una bimba piccola, troppi tasti da premere. Così, come ogni buon fratello maggiore, Madsen inizia a pensare a come sarebbe stato un videogioco giocabile con un solo tasto.
Lo sviluppatore, ci racconta, programmò la prima versione del gioco, ma senza sapere come far muovere i personaggi a schermo: senza nozioni di animazione, l'unica cosa che sapeva programmare erano salti e rimbalzi. Il prototipo venne ripreso più volte dopo l'incontro tra Madsen e Andersen, tanto che nel trailer gli stessi sviluppatori fanno ironia definendolo "il Gioco dell'anno... di 10 anni fa" in riferimento alla vittoria del prototipo ai Nordic Game Awards nel 201. Da quella prima dolcissima idea ad oggi sono trascorsi circa vent'anni, un record che batte persino la lunga gestazione di Owlboy, sviluppato e ricominciato da zero più volte da D-Pad Studio e che ha visto la luce dopo una decina d'anni dalla sua ideazione.
Comandi e modalità
Vikings on Trampolines nasconde dietro al suo aspetto giocoso e divertente di platform 2D una complessità notevole, e il motivo è da ricercare nel minimalismo estremo della sua interfaccia. Come detto, il titolo è giocabile solo ed esclusivamente con un tasto, ovvero la levetta analogica sinistra del gamepad. Sfruttandola, il giocatore può muoversi, eseguire azioni e navigare nei menù senza dover mai affidarsi ad altri pulsanti. Inutile dire che l'idea di partenza nasceva già da una forte necessità di accessibilità, che si trasforma all'atto pratico in una democratizzazione totale dell'esperienza, davvero affrontabile da chiunque.
Prendere confidenza coi comandi è un processo veloce e molto intuitivo, vista anche la leggibilità estrema degli scenari di gioco. In ognuno di essi sono presenti un numero variabile di tappeti elastici, su cui i nostri vichinghi rimbalzeranno in autonomia. Se si atterra su un trampolino si rimbalza, se si casca fuori dal suo perimetro ci si spiaccica a terra, facile. Utilizzando i comandi su e giù della levetta analogica i personaggi acquistano maggior slancio in fase di ascesa e si schiantano più rapidamente, generando ovviamente un momento del rimbalzo maggiore, mentre premendo destra e sinistra si naviga all'interno dello scenario.
"Il gioco, inizialmente, è nato come multiplayer-brawl, poi è arrivata la pandemia" ci racconta Madsen. Per questo motivo alla modalità competitiva fino a quattro giocatori, D-Pad Studio ha aggiunto anche una campagna, affrontabile sia in single player che in cooperativa locale. L'avventura è strutturata lungo una serie di livelli che culminano in una boss fight; noi abbiamo giocato e sconfitto il primo, un arcigno clown-palloncino trincerato dentro una statua di roccia... ah sì, i nemici di Vikings on Tampolines sono dei cattivissimi palloncini. Alla fine della battaglia ci sono anche piccoli minigiochi bonus, attraverso cui è possibile guadagnare delle medaglie, che a loro volta permettono di sbloccare nuovi livelli e contenuti nella modalità versus.
La modalità brawl di Vikings on Trampolines offre diverse sfide, affrontabili su vari scenari. Noi ne abbiamo provate due, la classica tutti contro tutti e una partita speciale a calcio. Nella prima l'obiettivo è spingere gli avversari fuori dai trampolini e farli schiantare a terra; nel corso del match i giocatori possono impadronirsi di power up speciali, per incrementare velocità o potenza d'attacco. Noi abbiamo partecipato da una partita con tre giocatori su quattro presenti nell'arena di gioco e ammettiamo, con un pizzico di stupore, che il gioco è sì frenetico e carico di elementi a schermo, ma non diventa mai confusionario. Il secondo match l'abbiamo disputato in una partita a squadre, giocata su uno scenario che si estendeva su una lunga porzione orizzontale di schermo e che terminava su ambo i lati con una porta da calcio. Nell'arena viene rilasciato un enorme pallone, che le squadre si contendono e che devono colpire fino a segnare gol nella rete avversaria.
Scelte artistiche e di programmazione
Abbiamo menzionato poc'anzi l'estrema leggibilità dello schermo, con un'azione di gioco mai caotica, ma dal ritmo frenetico. Una caratteristica che Vikings on Trampolines raggiunge grazie ad una direzione artistica incredibilmente curata, con una pixel art dettagliata e raffinatissima. Merito del lavoro di Andersen, che per i suoi vichinghi ha scelto uno stile meno sognante e poetico di quello di Owlboy, ma comunque assolutamente azzeccato per la tipologia di gioco. I quattro vichinghi protagonisti sono tutti molto ben caratterizzati e immediatamente riconoscibili per colori e fisionomia. Gli ambienti invece variano molto, partendo da quelli molto basilari e semplici, ma sempre ben curati, per arrivare a scenari in movimento con i trampolini posizionati sui vagoni di un treno in movimento ad uno incredibile visibile nel trailer, con una nave vichinga in mezzo al mare ghiacciato e assalito da un palloncino gigante a forma di mostro marino.
Gli sviluppatori hanno quindi le idee chiare e sanno bene cosa vogliono, ma soprattutto cos'è meglio per il loro gioco. Gli abbiamo chiesto, infatti, se era previsto all'uscita un multiplayer online e Madsen, pragmaticamente, ci ha risposto che è una valutazione che faranno in seguito. "Il nostro gioco è stato pensato per essere giocato attraverso la più tradizionale modalità co-op in locale e non crediamo che il multiplayer online possa diventare un'esperienza altrettanto soddisfacente.
Inoltre abbiamo pensato a Vikings on Trampolines come un gioco per famiglie e solitamente la presenza del multiplayer scoraggia i genitori all'acquisto proprio perché ritengono pericoloso esporre i propri figli ad un'esperienza multiplayer, quando in realtà il titolo è stato pensato soprattutto per i bambini. A questo va aggiunta la difficile sostenibilità di una modalità multiplayer: io sono l'unico programmatore nel team, se decidessimo di inserire l'elemento online del gioco, farei solo quello per mesi e mesi, quando potremmo invece concentrarci sulla pubblicazione di contenuti e migliorie".
Trasformare l'idea di un ragazzo adolescente in un gioco di successo è frutto di grande talento e capacità, che D-Pad Studio possiede. Dopo Owlboy il team si dedica a qualcosa di totalmente diverso ed inaspettato e riesce a centrare il bersaglio grazie allo slancio dei suoi trampolini elastici. Vikings on Trampolines è un gioco matto e divertentissimo, che fa dell'accessibilità il suo punto forte; i contenuti sembrano essere molti e la possibilità di ampliarli post release c'è tutta. Non resta che attendere data d'uscita e piattaforme.
CERTEZZE
- Minimale e divertentissimo
- Incantevole da vedere
DUBBI
- Mancherà al lancio il multiplayer online
- Da valutare il supporto post lancio