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Uccide la madre per Call of Duty

Un terribile raptus che non mancherà di far discutere

NOTIZIA di Mattia Armani   —   05/05/2013

Se non fossimo di fronte a un vero e proprio dramma, ci sarebbe quasi da sorridere per come questa tragedia casalinga riesca a mescolare, in parti uguali, armi libere e videogiochi violenti.

Noah Crooks, 14 anni, si è visto sottrarre la propria copia di Call of Duty dalla madre, Gretchen Crooks, e in un raptus l'ha uccisa un fucile calibro .22 che la stessa madre gli aveva regalato. Una tragedia che, scommettiamo, corroborerà le critiche contro armi e videogiochi, con poche considerazioni sul fatto che questi ultimi non sono efficaci strumenti per uccidere anche quando sono prodotti di dubbio gusto. Inoltre c'è un altro dettaglio nella vicenda ed è probabilmente quello che lascerà i più basiti ma che indica come probabilmente il fucile e i videogiochi non siano concause del raputs del giovane. Noah Crooks infatti, in piena isteria, ha prima cercato di violentare la madre.

Con questo non intendiamo puntare i riflettori contro presunte deviazioni di origine familiare visto che a quanto pare si tratta, o meglio si trattava, di una famiglia piuttosto normale. Anzi, sarebbe meglio non dare la colpa assolutamente a nulla di esterno all'uomo stesso. Perchp in molti casi la semplice negazione della condizione umana, portata avanti anche con la censura e con la mancanza di spiegazioni ai propri figli davanti a un telegiornale o a un lutto, per far si che un uomo, posto di fronte a qualcosa di ingestibile e di bruciante possa perdere il lume della ragione. Abbiamo esempi di questa meccanica, dai risvolti orribili ma drammaticamente normali, quasi ogni giorno, eppure preferiamo pensare di essere alla base perfetti ingranaggi, collocati al centro dell'universo, ma drogati e corrotti da una violenza creata da un misterioso male. Un meccanismo che un tempo ha creato satana e che oggi porta a paragonare un fucile con un disco argentato.

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