Il fatto dovreste conoscerlo: siamo a Napoli, nel quartiere pianura, dove tre uomini di ventiquattro anni hanno preso un ragazzo di quattordici anni e lo hanno torturato con un compressore, sfondandogli l'intestino. La motivazione dell'insano gesto è il peso eccessivo del ragazzo, diventato oggetto delle loro attenzioni perché troppo grasso. Ora la vittima è ricoverata in terapia intensiva all'ospedale San Paolo di Napoli, con delle gravi lesioni al colon.
In questa sede ci interessa poco commentare il comportamento dei genitori del torturatore, che hanno definito l'insensata violenza un gioco finito male e i tre bulli dei "bravi ragazzi che si prendevano in giro tra loro" (ma l'arresto per i genitori di criminali che dicono vaccate per difendere gli scarrafoni loro non è previsto nel nostro ordinamento giuridico? No, vero?). Non ci interessa nemmeno fare tirate razziste vestite da sociologia da accatto.
Molto più attinente al nostro mondo e meritevole di un commento è la nota congiunta di Donatella Marazziti, docente di psichiatria a Pisa, e di Mario Campanella, presidente di Peter Pan onlus, sulla quale possiamo leggere: "I bulli vengono nutriti dai video giochi violenti e dalla totale assenza di sanzioni. Sono almeno 200mila i bulli in Italia, eredi di un nonnismo arcaico e tribale".
Qual è il problema di questa dichiarazione? Se volessimo essere puerili diremmo che come al solito si tirano in ballo i videogiochi violenti come capro espiatorio per problemi dalla natura molto più complessa, ma francamente siamo stanchi anche di ripetere le stesse banalità. Però c'è un punto che non ci è chiaro e di cui vorremmo discutere, invitandovi a riflettere senza dare in escandescenze: ma la professoressa Marazziti e il presidente Campanella, da quali studio dei fatti sono partiti per tirare fuori la loro diagnosi? Le forze dell'ordine non hanno ancora accertato la dinamica esatta di quanto successo (diciamo di sì, ma ci sono ancora dei dettagli da verificare), l'arrestato non ha ancora parlato con psichiatri e psicologi vari, e questi hanno già diramato una bella nota congiunta che distribuisce colpe ai soliti noti? Il sospetto che ci assale è che la nota fosse pronta da tempo e che si stesse aspettando il momento buono per tirarla fuori. Poi magari i "bulli" nemmeno videogiocavano nel tempo libero, o magari erano videogiocatori appassionati, chissà. Rimane il problema che i due professori si sono comportati come quei dottori che tirano fuori una diagnosi e prescrivono la cura senza aver nemmeno visitato il malato, oppure partendo da massimi sistemi che non è chiaro se si possano applicare al caso specifico.