G2A, il celebre rivenditore di chiavi per PC, è già stato al centro delle polemiche in diverse occasioni, come quando si scoprì che le key dei titoli di tinyBuilds non fornivano alcun guadagno agli autori. Ebbene, poco prima di Natale il CEO di Trion Worlds, Scott Hartsman, ha nuovamente puntato il dito contro l'azienda, accusandola di frode.
"Ogni chiave che abbiamo analizzato e che era stata venduta sottocosto in realtà proveniva da falsi pagamenti o truffe relative ai prezzi applicati nei diversi paesi", ha detto Hartsman. "Il mito del 'giocatore appassionato che vuole solo vendere una singola chiave' in realtà non esiste, è solo fumo negli occhi. (...) È questo che hanno creato: un business basato su frode e illecito sfruttamento dei prezzi, del tutto intenzionali e con un ampio margine di guadagno. Il solo motivo per cui non sono finiti in prigione è che operano in paesi la cui legislazione li rende intoccabili."
Alcune ore fa Mariej Kuc, head of PR presso G2A, ha voluto rispondere alle accuse. "Mr. Hartsman non ci ha portato alcuna prova né ci ha contattato. Se ciò che dice è vero, perché non ha provato in alcun modo a risolvere il problema con G2A?", ha detto, aggiungendo che a suo avviso le dichiarazioni sull'analisi delle chiavi sono false. Il metodo di raccolta delle key su base regionale, che Hartsman descrive come frode, si basa infatti su meccanismi che G2A non controlla e che dipendono invece da chi le chiavi può generarle. "Se le chiavi non sono legate ad alcuna regione specifica, ciò significa che possono essere utilizzate in tutto il mondo e che la gente può rivenderle dove vuole, anche nel nostro marketplace, a chiunque e ovunque. Dove sarebbe la frode?"
"Ci sono molti marketplace nel mondo che operano con venditori di terze parti, come eBay. Abbiamo oltre dodici milioni di clienti e più di 260.000 venditori che offrono oltre 50.000 diversi prodotti, ed è su questo che guadagniamo."