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I primi quattro mesi di Nintendo Switch: cosa sta funzionando e cosa no

Il punto sullo stato di Nintendo Switch a quattro mesi dal lancio

NOTIZIA di Tommaso Pugliese   —   06/07/2017

Arrivata nei negozi di tutto il mondo il 3 marzo scorso, Nintendo Switch continua a far parlare di sé: la console sembra aver conquistato il grande pubblico, ma non mancano le perplessità circa la sua tenuta sul lungo periodo. A tre mesi dal lancio, dunque, proviamo a fare il punto della situazione e a ragionare sulle cose di Switch che finora hanno funzionato e su quelle che non hanno funzionato.

Nintendo Switch sta vendendo meglio del previsto, e la cosa all'inizio era tutt'altro che scontata, tanto che l'annuncio della nuova console aveva prodotto un crollo delle azioni di Nintendo. Molti pensavano che il prezzo di 329 euro fosse troppo alto, specie considerando che si tratta di una console portatile, eppure ciò non ha smorzato l'entusiasmo dei milioni di utenti che finora hanno deciso di acquistare la nuova piattaforma. Nella fattispecie, Switch ha venduto un milione di unità solo nel mese di lancio, ha superato ad oggi il milione di pezzi nel solo Giappone e c'è chi pensa che abbia le carte in regola per vendere più di Xbox One da qui alla fine dell'anno.

La strategia di Nintendo per quanto concerne i giochi sta funzionando, non c'è dubbio: consapevole di non avere le risorse per produrre una quantità enorme di titoli first party, l'azienda nipponica ha pensato bene di cadenzare le uscite perché arrivi nei negozi almeno un gioco di valore ogni mese. In termini di offerta siamo ben distanti dai numeri di PC, PlayStation 4 e Xbox One, ma questa strategia mantiene alta l'attenzione verso le nuove uscite, spesso e volentieri dotate di una struttura robusta, capace di intrattenere tranquillamente per le quattro settimane necessarie prima del "ricambio".

Certo, le terze parti stanno facendo fatica a rapportarsi con la console, ma questo già lo sapevamo: il mercato spinge verso soluzioni tecnologiche più spinte, con architetture x86 molto simili fra loro e la ricerca dei 4K, reali o dinamici che siano, e gli sviluppatori third party non possono certo ripensare la propria progettualità, con i suoi enormi costi, in favore di un'unica console diversa dalle altre. Alcuni publisher parlano apertamente di capacità tecniche troppo limitate, altri fanno buon viso a cattivo gioco e lavorano a versioni custom delle proprie esperienze sperando in una crescita della base installata, altri ancora dicono chiaramente che i loro titoli non arriveranno mai su Switch.

Nintendo dovrà anche stavolta supportare da sola la propria console, il che da un lato non è una cattiva notizia, vista la straordinaria qualità delle proprietà intellettuali della casa di Kyoto; dall'altro crea una situazione di potenziale fragilità qualora le vendite dovessero subire un improvviso arresto. Per il momento i mancati investimenti sul fronte dei team di sviluppo first party sono stati compensati dalla possibilità di riproporre tante produzioni che su Wii U hanno avuto un pubblico limitato, come Mario Kart 8 Deluxe, Pokkén Tournament DX e le probabili "remaster" di Bayonetta e Wonderful 101. Quando però questa piccola riserva terminerà, alcuni nodi verranno al pettine e Nintendo dovrà dimostrare di aver davvero creduto al successo della sua nuova creatura e non di aver fatto anche stavolta una rischiosa scommessa da cui prendere mestamente le distanze in caso di insuccesso.