È risaputo che giocare online può essere una grande esperienza o un vero inferno a seconda dei compagni di avventura, ossia dei giocatori che si incontrano o che ci si porta dietro sui server. Negli ultimi anni, soprattutto per via della crescita d'importanza della scena competitiva, si sono moltiplicati i comportamenti offensivi. Non parliamo solo di cheater e feccia del genere, ma anche di tutti quei giocatori che dall'alto di non si sa quale pretesa di superiorità si permettono di offendere compagni di squadra e avversari. Vero è che gente simile è sempre esistita, ma agli albori del gioco online erano casi sporadici, ora sono la norma. In particolare le partite classificate possono diventare un girone dantesco di offese, che quando superano certi limiti possono far passare la voglia di giocare.
Affrontiamo l'argomento perché ne ha parlato Jeff Kaplan, il director di Overwatch, nell'ultimo aggiornamento video dedicato al gioco. Kaplan si è scagliato contro questo tipo di giocatori che sembra considerare il punteggio delle modalità competitive una questione di vita o di morte. Ha quindi invitato tutti al rispetto reciproco, perché certi comportamenti rovinano il divertimento, oltre a far perdere molto tempo agli sviluppatori, che invece di doversi occupare dei report potrebbero lavorare a nuovi contenuti per il gioco. Stando a Kaplan, il recentemente introdotto sistema di segnalazione dei comportamenti scorretti ha evidenziato un grosso abuso di offese di ogni tipo, a partire da quelle razziali, passando per inviti al suicidio e ad altre nefandezze del genere. "Se siete delle persone cattive, non vi vogliamo in Overwatch," ha quindi dichiarato. Che dire? Evidentemente Kaplan frequenta poco i server di gioco perché altrimenti non avrebbe avuto bisogno di chissà quale nuova tecnologia software per scoprire l'andazzo. Servirà a qualcosa il suo appello? Sinceramente ci crediamo poco, però tentar non nuoce.