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Acquisizione Activision Blizzard, il giudizio della Commissione Europea non risolve i problemi

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   15/05/2023
Acquisizione Activision Blizzard, il giudizio della Commissione Europea non risolve i problemi

Il fatto che la Commissione Europea abbia approvato l'acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft è sicuramente un passo in avanti importante per l'affare, che ha trovato l'avallo ufficiale di uno dei tre organi antitrust il cui giudizio è vincolante. Chi canta vittoria però sta sbagliando un'altra volta i conti, perché la transazione ha ancora due grossi scogli da superare per poter andare avanti, scogli che non possono essere dimenticati quando si esamina il quadro generale.

Il primo è il contenzioso con l'FTC, l'organo antitrust statunitense, tutt'altro che concluso e il cui risultato non è per niente scontato. Se c'è una cosa che l'intero affare dovrebbe aver fatto capire finora è che di sicuro non c'è proprio niente, tanto che tutti quelli che davano per certe alcune decisioni sono finiti travolti dalla realtà. Date le sue dimensioni, l'acquisizione non è solo un accordo privato da Microsoft e Activision Blizzard che colpisce una singola industria, ma un fatto che ha forte rilevanza politica e sociale, oltre che economica, su scala globale. Per questo motivo le voci che si sono sollevate per difenderla o avversarla sono state molteplici e sono arrivate da ogni direzione, in particolare negli Stati Uniti.

Il secondo scoglio è la sentenza della CMA, che non viene automaticamente cancellata da quella della Commissione Europea e che non perde di forza in virtù della stessa. Anzi, in buona parte la sentenza europea sembra essere giunta alle stesse conclusioni di quella della CMA sul mercato del cloud gaming, con l'unica differenza di aver accettato la buona fede di Microsoft negli impegni presi e, soprattutto, di aver proposto una soluzione vincolante per evitare abusi. Detto questo, la CMA rimane un organo indipendente di un paese sovrano, quindi la sua decisione non perde di efficacia a causa dell'altra. Non basta un solo avallo e non basta nemmeno la maggioranza degli avalli, ma servono tutti gli avalli degli organi antitrust della UE, del Regno Unito e degli Stati Uniti perché vada in porto.

Sicuramente Microsoft potrà proporre la soluzione accettata dall'Europa anche agli altri organi antitrust, cosa che ha un suo peso, ma non diamo per scontato che venga accettata e stiamo a vedere come si evolverà la situazione, prima di tirare fuori le bandierine.