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PlayStation sbaglia tanto ma viaggia come un treno: merito della forza del brand e dell'assenza di concorrenza

NOTIZIA di Stefano Paglia   —   07/08/2025
PS5

Nonostante il naufragio della strategia legata ai live service, la cancellazione di progetti, la chiusura di team, eventi dimenticabili e un paio d'anni sottotono sul fronte delle esclusive, PlayStation continua a registrare numeri eccellenti, in crescita anno su anno.

È quanto emerge dagli ultimi risultati finanziari pubblicati dalla compagnia per il trimestre fiscale appena concluso. Ecco un breve riassunto:

  • PS5 ha raggiunto 80,3 milioni di unità vendute, appena dietro a PS4, nonostante la pandemia e l'aumento di prezzo della console.
  • Gli utenti mensili del PSN sono saliti di 7 milioni rispetto all'anno precedente, per un totale di 123 milioni.
  • 65,9 milioni di giochi acquistati, di cui 6,9 milioni esclusive: +12,3 milioni anno su anno.
  • Ricavi in crescita dell'8% su base annuale, per un totale di 6,4 miliardi di dollari. Profitti pari a 1 miliardo, con un incremento del 127% rispetto all'anno precedente.

Il paradosso PlayStation: quando il brand è più forte degli errori

È evidente una discrepanza tra la percezione degli appassionati e i risultati economici della divisione PlayStation. Da un lato, una parte della community lamenta State of Play deludenti e una line-up di esclusive sottotono negli ultimi due anni. Dall'altro, i numeri raccontano una realtà opposta: vendite in crescita, profitti record, e una base utenti sempre più ampia.

Eppure, i passi falsi non mancano. Concord è stato un disastro, diversi progetti live service sono stati cancellati, Bungie ha registrato risultati negativi e alcuni studi sono stati chiusi. Tutti segnali di una strategia che, sulla carta, dovrebbe penalizzare l'azienda. Ma non lo fa. O meglio, sicuramente hanno un impatto negativo, ma non nella misura che si potrebbe pensare.

Insomma, PlayStation sbaglia, e lo fa anche in modo evidente. Ma continua a crescere. Perché?

Perché la forza del brand è talmente radicata da resistere a scelte discutibili e a una proposta creativa non sempre all'altezza. PlayStation non è più solo una console: è un'icona culturale. E qui tanto di cappello, perché parliamo di un marchio costruito su decenni di fiducia, fedeltà e qualità, che oggi può permettersi di inciampare senza perdere slancio.

Al contrario, quando la reputazione è fragile, anche gli sforzi più ambiziosi faticano a cambiare la percezione del pubblico. Microsoft ne è l'esempio lampante: nonostante Game Pass sia un servizio senza pari e gli investimenti in studi ed esclusive siano stati enormi, il peso della generazione Xbox One continua a farsi sentire. Tanto da spingere l'azienda a rivedere completamente la propria strategia, puntando meno sull'hardware e più su giochi e servizi.

In questo scenario, PlayStation può fare il buono e il cattivo tempo. Con Xbox che non solo non compete più, ma, anzi, finisce per alimentare le vendite software di Sony - basti pensare che quattro dei cinque giochi più venduti negli USA nel trimestre analizzato sono titoli Microsoft - e Nintendo che gioca un campionato a parte, il pericolo più grande per PlayStation oggi... forse è PlayStation stessa.

Questo è un editoriale scritto da un membro della redazione e non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.