152

Ai videogiocatori piacciono davvero i videogiochi?

Possibile che di fronte a quasi ogni nuovo annuncio la reazione del videogiocatore medio debba essere di sufficienza, quando non proprio di ribrezzo?

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   15/07/2020

Ai videogiocatori piacciono davvero i videogiochi? La domanda sembrerà un po' paradossale, ma in realtà nasce da una riflessione scaturita dagli annunci delle ultime settimane, in particolare dalla lettura delle reazioni di stampa e pubblico ai vari titoli presentati nei vari eventi, maggiori e minori.

Spieghiamo meglio: possibile che di fronte a decine, se non centinaia di nuovi giochi mostrati la maggior parte dei commenti sia piena quasi solo di sufficienza, quando non di ribrezzo? "Robetta", "ma che è sta roba", "ma che è sta schifezza"...

Vero che molto di ciò che è stato mostrato è di livello indie o doppia A, ma possibile che non ci sia niente nel mucchio che incuriosisca questa creatura deforme e dalle aspettative completamente irreali che è il giocatore medio, cui fa eco una stampa perennemente annoiata da qualsiasi cosa che non sia un tripla A?

Molti si stupiscono che i siti specializzati parlino solo di una manciata di giochi, tralasciando tutti gli altri, in particolare tra le notizie. Il motivo è in realtà facilissimo da spiegare: quando si pubblicano articoli dedicati a giochi non mainstream, vanno praticamente deserti.

A parte una manciata di persone, purtroppo non economicamente rilevantissima nell'economia del tutto gratis, il pubblico medio, anche quello dei cosiddetti giocatori hardcore, sembra avere interesse zero per qualsiasi cosa che non sia il blockbuster ultra pubblicizzato di turno. In particolare vanno forte le esclusive, che consentono di dare sfogo al proprio lato più tribale e infantile (io ce l'ho e tu no, io ce l'ho e tu no).

Questo non vuole essere un articolo assolutorio per nessuno, sia chiaro. Le colpe sono di tutte le parti in commedia perché è anche vero che se smetti di offrire varietà poi non puoi aspettarti altro che un pubblico apatico e poco curioso. L'amarezza di vivere in un tempo in cui il videogiocatore medio sostanzialmente ignora il vasto mare del medium videoludico per vivere su delle isolette, sì piene di comfort, ma anche piccole e limitate, è davvero tanta.