Alexa, l'assistente virtuale di Amazon, riceve e interpreta comandi vocali per fornire tutta una serie di servizi. Per migliorare questa tecnologia, tuttavia, le conversazioni degli utenti con l'intelligenza artificiale vengono ascoltate da migliaia di dipendenti del colosso americano.
La procedura in questione, indicata nelle note in piccolo riguardanti la privacy che però fondamentalmente nessuno legge, viene chiamata "data annotation" ed è un cardine del machine learning: è grazie a questa soluzione che le tecnologie di riconoscimento vocale hanno fatto tanti passi in avanti negli ultimi anni.
La questione è che gli utenti finali dovrebbero essere maggiormente consapevoli di come vengono utilizzati i loro comandi vocali, del fatto appunto che ad ascoltarli non sia soltanto una macchina ma anche un numero imprecisato di persone il cui lavoro consiste nel rilevare e correggere incongruenze del sistema.
Amazon ha rilasciato un comunicato per chiarire che solo una piccola parte delle conversazioni con Alexa viene trascritta al fine di migliorare l'esperienza, e che la politica aziendale vieta in maniera molto severa qualsiasi tipo di abuso in tal senso, proteggendo la privacy degli utenti.