Hideo Kojima è diventato famoso soprattutto per la serie Metal Gear, i cui capitoli hanno spesso trame complesse molto difficili da spiegare, soprattutto in relazione l'uno con l'altro. Nonostante il traumatico divorzio da Konami e i tentativi dell'editore di rimuoverlo in qualche modo dalla serie, è indubbio che gli appassionati identifichino i Metal Gear con lui. Comunque sia, parte che secondo Kojima stesso non sia stata la sua serie più famosa a essere la più difficile da spiegare ai giocatori e agli sviluppatori, ma quella Boktai.
Il sole non arriva ovunque allo stesso modo
Kojima è tornato a parlare di Boktai per il ventunesimo anniversario del primo capitolo, pubblicato in esclusiva su Game Boy Advance (la serie è poi arrivata anche su Nintendo DS, ma lì è morta). In effetti il gioco ha delle meccaniche davvero particolari, visto che sfrutta l'energia solare per gli scontri con alcuni dei nemici. Come? Tramite un sensore inserito nella cartuccia originale. Questa caratteristica creò non pochi problemi, soprattutto in territori dove il sole non è così scontato, ma non tergiversiamo.
Anche dopo 21 anni, molti faticano ancora a credere nell'esistenza di un progetto affascinante quanto improbabile come la serie Boktai. Riflettendo sul gioco, Kojima stesso ha spiegato come il suo concept sia stato più difficile da spiegare internamente ed esternamente rispetto a quello dei Metal Gear Solid, che di suo era un gioco stealth con una storia intricata. Nel caso, l'autore ha fatto riferimento a quando ha presentato il progetto a Konami e alle difficoltà che ha avuto nello spiegarlo (la fase di pitch).
La serie Boktai conta tre titoli: The Sun is in your hand del 2003, Solar Boy Django del 2004 e Sabata's Counterattack del 2005.