Dall'analisi dei alcuni documenti interni rubati a Crytek, emergono alcune informazioni piuttosto interessanti che aiutano a capire i costi e determinati comportamenti da parte delle software house. Uno dei dati più interessanti, per esempio, è sapere quanto lo sviluppatore tedesco abbia dovuto pagare Denuvo per inserire il suo sistema anti-pirateria nel gioco: 140mila euro. L'accordo, oltretutto, vale solo per 12 mesi e ha altre clausole che potrebbero far lievitare ulteriormente il salatissimo conto.
Se questi documenti si rivelassero veri, fanno capire come mai dopo 12 mesi molti publisher tendono ad eliminare Denuvo dai loro giochi: non è un gesto fatto nei confronti della loro community, quanto la naturale scadenza di una licenza piuttosto salata.
Per un anno di protezione da parte di Denuvo, infatti, Crytek ha dovuto versare 140 mila euro, rinnovabile a botte di 2000 euro al mese. A questi vanno aggiunti 60mila dollari nel caso in cui il gioco venda più di 500mila copie in 30 giorni e 10mila euro per ogni negozio digitale sul quale il gioco compare.
La compagnia, però, fornisce anche un supporto post vendita piuttosto completo, che consente di analizzare come e quando un software è stato piratato. Denuvo, infatti, scansiona i siti di pirateria e avvisa nel caso in cui qualcuno sia stato in grado di superare i suoi sistemi di sicurezza e in seguito dà gli strumenti per capire come agire di conseguenza.
Tra la documentazione rubata comparirebbero anche ulteriori conferme dell'esistenza di una Crysis 2 Remastered, ma anche di una versione rimasterizzata del terzo capitolo.