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Gomorra è violento? “I videogiochi sono peggio”, per Marco D’Amore, l’attore di Ciro (Aggiornata)

Per Marco D'Amore, l'attore di Ciro di Marzio in Gomorra, i videogiochi parlano solo di futuri distopici e dove i giocatori si esaltano nell'ammazzare, sventrare e violentare.

NOTIZIA di Stefano Paglia   —   17/11/2021

Marco D'Amore, l'attore che interpreta Ciro Di Marzio nella serie TV Gomorra, che racconta le malefatte di spacciatori di droga e organizzazioni criminali di stampo camorristico, afferma che i videogiochi parlano solo di "futuri distopici" e in cui si deve "ammazzare, sventrare e violentare", con i giocatori che "si esaltano" per questo.

Aggiornamento: con un post sui suoi canali social, Marco D'Amore afferma che lo stralcio d'intervista qui sotto è stato riportata male dal Quotidiono e che lui in realtà non avrebbe attaccato i videogiochi, affermando anzi il contrario.

"Io ho asserito (come faccio da anni!) che ogni tipo di esperienza narrativa contribuisce solo ad esorcizzare certi atti efferati e a prenderne le distanze! E per narrazione intendo quella televisiva, cinematografica oltre che quella scritta ed ovviamente quella virtuale! Tra l'altro l'esperienza virtuale comprende anche l'atto del gioco che è il primo strumento che abbiamo sin da bambini per codificare la realtà.", il commento di D'Amore.

Notizia originale

In un'intervista con il Quotidiano, alla domanda "cosa risponde a chi ha accusato Gomorra di presentare i criminali con una certa aura epica, tali da creare suggestione e forse anche imitazione?", d'Amore ha risposto così:

"Mi sembra davvero immorale accusare Gomorra di provocare emulazione quando basterebbe conoscere i videogiochi con i quali passano il tempo i ragazzi: videogiochi che raccontano solo di futuri distopici in cui devono ammazzare, sventrare e violentare, e si esaltano di questo. Altro è parlare di fascinazione narrativa. Io sono cresciuto idolatrando i miti della letteratura efferata ma non è che sono diventato un omicida, perché alle spalle avevo un certo contesto familiare e sociale."

Ciro Di Marzio, uno dei protagonisti di Gomorra, interpretato da Marco D'Amore
Ciro Di Marzio, uno dei protagonisti di Gomorra, interpretato da Marco D'Amore

Affermazioni che sicuramente faranno storcere il naso a voi come a noi e che denotano una certa ignoranza di D'Amore riguardo al mondo videoludico. Va bene leggere libri, guardare serie TV e film violenti, ma i videogiochi no? Ci sembrano i classici "due pesi, due misure".

Per rispondere per le rime, chi scrive "è cresciuto con i videogiochi, anche quelli violenti come GTA, ma non è che sono diventato un omicida, perché alle spalle avevo un certo contesto familiare e sociale."

Le affermazioni di D'Amore di fatto sono l'ennesima dimostrazione di quanto i videogiochi in Italia siano ancora vittima di numerosi luoghi comuni errati, determinati da una scarsa conoscenza dell'argomento e disinformazione.

Fortunatamente le cose stanno cambiando, seppur lentamente. Ad esempio secondo gli ultimi dati di IIDEA i videogiochi in Italia si stanno affermando sempre di più non solo per il loro valore economico ma anche per quello sociale, e la cosa non può che farci piacere.