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Half-Life: Alyx ha dimostrato che della VR non importa a molti, per Forbes

Per Forbes Half-Life: Alyx non ha rilanciato la VR, ma ha solo dimostrato che di questa tecnologia interessa davvero a poche persone.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   12/04/2020

Half-Life: Alyx ha dimostrato che della VR interessa a pochissime persone. A dire ciò che è nell'aria da giorni è stato Paul Tassi in un'editoriale di Forbes, che ha analizzato l'andamento del gioco e di come abbia prodotto un effetto molto più mite di quello sperato.

Tassi parte esaminando il fatto che, Persona 5 Royal a parte, Half-Life: Alyx è il gioco con le migliori recensioni tra quelli usciti nel 2020. Se non consideriamo il JRPG di Atlus, che è sostanzialmente una versione aggiornata di un gioco vecchio, il titolo di Valve è primo, sopra a Final Fantasy 7 Remake, Resident Evil 3 e a tutti gli altri giochi usciti quest'anno.

Nonostante quindi Half-Life: Alyx sia finora il gioco migliore del 2020, i suoi risultati su Steam non sono stati esaltanti in termini di affezione verso il gioco. In effetti, dopo una fiammata iniziale, che lo ha portato a essere giocato da un massimo di 42.000 giocatori contemporaneamente (dato di SteamDB), attualmente il gioco è fuori dalla top 100 dei più giocati.

Non si tratta di numeri negativi e, anzi, sono il meglio che la VR abbia mai prodotto. Ma non sono comunque numeri eccezionali o da rilancio di una tecnologia che è rimasta e probabilmente rimarrà di nicchia. Insomma, se anche Half-Life: Alyx non è riuscito a convincere la massa dei giocatori a fare il salto verso la VR, in condizioni oltretutto molto favorevoli (lockdown che costringe a stare tutti in casa, visori più economici e semplici da usare rispetto al passato, titolo di enorme richiamo su cui Valve ha investito moltissimo, ritorno di una serie amatissima ferma da più di dieci anni), quale gioco potrebbe riuscirci?

Per maggiori informazioni, vi rimandiamo alla nostra recensione di Half-Life: Alyx.