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NBA 2K: nasce una causa legale contro Take-Two per le loot box e le microtransazioni

Take-Two sta affrontando una causa legale legata alla serie di NBA 2K e alle sue loot box e alle sue microtransazioni. Ecco i dettagli.

NOTIZIA di Nicola Armondi   —   08/03/2022

Take-Two Interactive sta affrontando una causa legale per la presenza di loot box e microtransazioni all'interno della serie di videogiochi NBA 2K.

"Il modello a prezzo fisso, tramite il quale i clienti acquistano NBA 2K per accedere ai suoi contenuti, è ingannevole in quanto i clienti credono che avranno un'esperienza di gioco completa dopo la loro transazione, ma poi scoprono che il gioco è disseminato di microtransazioni che sono necessarie ai giocatori, compresi i minori, per avanzare e competere nel gioco", afferma la causa.

Non è solo la presenza del contenuto aggiuntivo ad essere un problema, ma il modo in cui Take-Two lo offre. L'acquisto di contenuti deve essere fatto usando i "VC", che possono essere guadagnati attraverso il gioco, ma farlo è "difficile, richiede tempo e un processo inconsistente". Questo induce i giocatori a comprare semplicemente il VC che vogliono, la querela sostiene, nel mentre gli sconti offerti su grandi bundle di VC li incoraggia a spendere più di quanto abbiano realmente bisogno.

Una giocatrice di NBA 2K22
Una giocatrice di NBA 2K22

La natura stessa del VC è anche un problema, secondo la causa, perché "allontana psicologicamente" il giocatore dalla quantità di denaro reale che ha investito nel gioco "scollegando la spesa di denaro reale dai prodotti che i giocatori finiscono per acquistare con i loro VC".

"Questo è specialmente il caso dei minori che possono non avere una comprensione chiara della correlazione tra la quantità di denaro del mondo reale e i VC spesi", afferma la causa. "Queste transazioni sono particolarmente costose perché il giocatore ha già speso fino a 99,99 dollari per acquistare il gioco [base] e poi è costretto a completare le microtransazioni, aumentando ulteriormente i loro costi totali ad un prezzo esorbitante da pagare per giocare ad un singolo videogioco."

La facilità e la convenienza del processo di acquisto dei VC, e il prezzo dei DLC a importi che non corrispondono ai bundle VC (costringendo così agli acquirenti ad avere sempre bisogno di un po' più di quello che hanno a portata di mano), sono anche citati come fattori nel caso, così come l'assenza o l'offuscamento della politica di rimborso VC.

Naturalmente, le loot box stesse sono anche al centro delle critiche: la causa dice che ogni loot box contiene una selezione casuale di oggetti, e che le probabilità sono nascoste, "spingendo i giocatori a fare sempre più acquisti nella remota possibilità che la prossima lootbox contenga l'oggetto o la scheda giocatore che stanno cercando".

Il querelante nella causa è un minore rappresentato dal suo tutore, che sta cercando di far certificare la causa come una class action. Il querelante "cerca plausibilmente un risarcimento superiore a 5 milioni di dollari", più i costi.