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Nintendo pensa a chiudere la produzione di console?

Una frase del presidente di Nintendo su un possibile abbandono del mercato console ha scatenato varie congetture.

NOTIZIA di Giorgio Melani   —   07/01/2019

È stata sicuramente la notizia più discussa e controversa del fine settimana: il presidente di Nintendo, Shuntaro Furukawa, ha proprio accennato alla possibilità che la compagnia abbandoni la produzione di console? È stato un breve accenno ma tanto è bastato per far discutere un po' tutti, perché ovviamente si tratterebbe di una rivoluzione non solo per Nintendo stessa ma per tutto il panorama videoludico in generale. Cosa succederebbe se la casa di Kyoto, come Sega prima di lei, decidesse di abbandonare la costruzione di hardware per dedicarsi esclusivamente al software, magari addirittura su piattaforme non essenzialmente videoludiche come quelle mobile? Si tratterebbe sicuramente di una vera e propria "bomba", per dirla con un po' di overstatement giornalistico, ma è possibile una prospettiva del genere? Al momento non sembra che ci siano i presupposti per pensarlo e in effetti bisogna valutare il contesto in cui Furukawa ha pronunciato parole simili.

"Non siamo completamente legati alle nostre console, al momento stiamo offrendo una soluzione unica con Nintendo Switch e il suo software", ha riferito il presidente di Nintendo, "e questo è ciò su cui ci basiamo per fornire la nostra Nintendo difference. Detto questo, la tecnologia cambia, continueremo a pensare in maniera flessibile a come offrire quel tipo di esperienza con il tempo che passa". Siamo ancora un po' sul vago ma poi è arrivato il passaggio incriminato: "Sono passati più di 30 anni da quanto abbiamo iniziato a sviluppare console, la storia di Nintendo però è precedente a tutto questo e attraverso tutte le sfide che ha affrontato l'unica cosa a cui ha sempre pensato è cosa fare successivamente. Sul lungo termine, forse il nostro focus in termini di business potrebbe spostarsi dalle console domestiche, la flessibilità è importante quanto l'ingegnosità".

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Si parla dunque di "home console", ovvero console casalinghe, dunque l'idea che se ne potrebbe trarre è che l'esperimento estremamente riuscito con Nintendo Switch potrebbe aver convinto la compagnia a continuare a investire su una soluzione del genere anche per le prossime generazioni, considerando anche come i portatili Nintendo abbiano sempre riscosso grande successo, dunque senza tornare alle console domestiche tradizionali. Già questa potrebbe essere una prospettiva più verosimile e anche tranquillizzante, il fatto di interpretare Switch come una console ibrida non necessariamente domestica e continuare eventualmente su questa strada, ma ci sono altre considerazioni da fare, che di fatto smontano un po' la prospettiva di una Nintendo senza home console. Il fatto che la compagnia abbia fatto registrare incassi per 348 milioni di dollari nel 2018 solo per quanto riguarda le entrate da titoli mobile, se da una parte può incrementare la paura di una Nintendo lanciata esclusivamente su tale settore, dall'altra ha chiaramente galvanizzato gli azionisti, che da diversi anni aspettavano questo impegno su smartphone.

L'affermazione di Furukawa sulle console domestiche rappresenta dunque un periodo ipotetico in cui il CEO riferisce semplicemente che, anche a fronte di difficoltà enormi sul fronte hardware, la compagnia troverebbe comunque il modo di andare avanti nel miglior modo possibile, affidandosi agli altri rami in cui si sta specializzando, ma sembra più una frase di circostanza per tener buoni gli investitori che un'ipotesi realistica sul futuro della compagnia. D'altra parte, che il mercato mobile rappresenti una sorta di base sicura su cui appoggiarsi per poter comunque proseguire con il proprio core business a base di console e videogiochi appare chiaro anche da un frammento successivo dell'intervista, nel quale il CEO spiega come abbia intenzione di minimizzare i rischi delle fluttuazioni croniche del mercato videoludico: "vorrei incrementare la quantità di giochi su smartphone che possano assicurare un flusso costante di ricavi", ha spiegato, aggiungendo anche che "ci stiamo anche dilettando in parchi tematici e film, modi diversi di diffondere i nostri personaggi come parte della vita quotidiana. Mi aspetto una grande sinergia anche su questi canali". Poi è sicuramente vero che nessuno possa prevedere con esattezza il futuro del mercato console e l'idea dello streaming che si sta affermando un po' ovunque porta a pensare a un'incombente smaterializzazione dell'hardware da gioco, ma sembra proprio che i timori per una Nintendo priva di console (anche solo domestiche o meno) siano al momento poco fondati.