Alcuni dei giochi selezionati dal CIO (Comitato Olimpico Internazionale) per l'evento Olympic Esports Series 2023 stanno facendo discutere la scena esport, perché considerati completamente inadeguati. In particolare Tic-Tac Bow e Tennis Clash appaiono avere delle criticità non superabili, che rendono un mistero come mai siano stati scelti.
A raccontare bene la situazione è stato Simone Trimarchi su Twitter, uno dei massimi esperti di esport in Italia, che ha parlato di "Una scelta a dir poco scellerata da cui emerge la pochezza dei cialtroni del CIO" riguardo a Tic-Tac Bow. Il motivo di un giudizio così tranciante risiede nel funzionamento del gioco, definito come "completamente inadatto al competitivo" e "che mostra il peggior lato oscuro dell'industria".
Per quale motivo? Semplicemente è un gioco mobile pay-to-win in cui spendendo soldi si possono acquistare attrezzature migliori. Inoltre stiamo parlando di un titolo praticamente sconosciuto, che non ha una scena esport alle spalle. Considerate che al momento di scrivere questa notizia esiste solo in versione Android (quindi niente iOS) ed è stato scaricato poco più di 5.000 volte (era a quota mille prima di essere selezionato dal CIO).
Trimarchi ha anche sottolineato come il CIO abbia "ripetutamente bocciato i tentativi dei VERI videogiochi competitivi, come League of Legends of CSGO, di entrare nel circuito olimpico. Il motivo? Sono violenti e non rispecchiano i valori olimpici!"
In effetti avere dei giochi con già alle spalle una scena esport affermata avrebbe sicuramente aiutato nell'organizzazione dell'evento. Comunque sia, per Trimarchi il problema sono le microtransazioni del gioco: "Conosco argomenti per difendere il medium videoludico da quasi qualunque attacco proveniente, solitamente, da chi i videogiochi non li ha mai adoperati. Non si può però difendere l'industria quando aggiunge microtransazioni e meccanismi psicologici legati ad esse."
Insomma, i principali giochi esport sono stati bocciati perché considerati inadeguati per fare spazio a titoli del genere che usano meccanismi di monetizzazione predatori.
"Cosa c'è di "olimpico" in un gioco sconosciuto, bruttarello, e per giunta Pay To Win?Assolutamente niente, come niente è ciò che questa "iniziativa" rischia di diventare." Ha concluso Trimarchi, trovando una grossa eco nei commenti, dove è stato sottolineato come almeno un altro titolo tra quelli selezionati abbia le stesse criticità: Tennis Clash, anch'esso un pay-to-win, come sottolineano alcune recensioni su Google Play, tipo quella di Roberto Mena: "Ho giocato molto. Posso solo dire che se non spendi soldi come me non si va in nessuna parte. Ad un certo punto non riesci più a progredire e continui solo "mangiare" nervoso. Il gioco è bello. Ma per quanto forte sei è fatto solo per spendere soldi se vuoi continuare a migliorare. Altrimenti ti accontenti di rimanere in fondo. Peccato. Disinstallato. Ho provato 2 volte a reinstallare e giocare in modo diverso. Ma alla fine il risultato è sempre quello." Dello stesso avviso anche la recensione di Simone Passacantilli: "Una vera e propria perdita di tempo, si viene sempre messi contro chi ha molti più punti abilità e, di conseguenza, è molto difficile vincere. L'unico modo per progredire in questo gioco, tanto per cambiare, è pagare. Peccato, perché altrimenti sarebbe davvero carino! Edit. Dopo averci riprovato ed aver visto cose ancor più mostruose di prima (tipo la palla che, una volta superato l'avversario, torna indietro magicamente) con grande disgusto disinstallo definitivamente il gioco."