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Il samurai nero di Assassin's Creed Shadows è l'ultimo affronto del politicamente corretto

Cerchiamo di capire perché Ubisoft ha deciso di rovinare una serie basata sull'accuratezza storica inserendo un personaggio come Yasuke in Assassin's Creed Shadows.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   17/05/2024
Il samurai nero di Assassin's Creed Shadows è l'ultimo affronto del politicamente corretto

Stavolta gli sviluppatori di Ubisoft l'hanno fatta davvero grossa con la serie Assassin's Creed. Dopo aver proposto per decine di capitoli dei racconti storicamente impeccabili e aver piegato il gameplay alle fonti storiografiche più autorevoli, hanno deciso di piegarsi loro all'oppressione del politicamente corretto e hanno optato per un protagonista nero, che proprio non va bene in un capitolo ambientato in Giappone come Assassin's Creed Shadows.

Sì, il personaggio di Yasuke è esistito davvero. Sì, ha servito davvero sotto Oda Nobunaga. Sì, è passato alla storia come il "samurai nero". Quel che volete, ma secondo l'utente X gentlenazi88, che ha consultato wikipedia prima di scrivere il suo post, non c'è nessuna certezza che fosse davvero un samurai e non un servitore qualsiasi e io mi fido di lui. Una superficialità imperdonabile da parte di Ubisoft, che finora ci aveva regalato solo dei veri e propri trattati storici in forma di videogioco, tanto che alcuni Assassin's Creed sono stati anche citati come fonti in prestigiosi manuali scolastici come il Giardinetta Sabbatella Viadotto, o lo Spino Vargas.

Chi non ricorda di come le corse sui tetti di Firenze, Venezia e Scandicci di Ezio Auditore fossero giustificate da cronache d'epoca in cui veniva citata per la prima volta un'attività diffusissima tra i giovani nobili della Firenze rinascimentale, ossia il parkour? Ne parlava anche Michelangelo Buonarroti in una delle sue Rime, in cui si può leggere: "La man che ubbidisce all'intelletto, mi ha portato di corsa sopra al tetto." Chi a una mostra dedicata a Leonardo da Vinci, dopo aver riconosciuto il simpaticone eccentrico e un po' pazzerello della serie videoludica nei suoi dipinti e nei suoi trattati, non ha sorriso compiaciuto?

La storia è la via maestra

Una serie sempre così attenta alla storia mi cade su un samurai nero?
Una serie sempre così attenta alla storia mi cade su un samurai nero?

Per fare un altro esempio celebre, è risaputo che Patrice Desilets, l'autore originale della serie, ricorse allo studio della storia della geografia per inventare la meccanica delle torri. In particolare pare che ci fosse un geografo che per disegnare le sue carte scalasse monumenti a mani nude e poi scendesse lanciandosi nel carretto pieno di paglia trascinato dalla sua amica Federica (da cui il salto della Fede). E Alexios e Kassandra? Lì gli sviluppatori andarono addirittura a studiare le marachelle di quel briccone di Pitagora per creare due personaggi che fossero storicamente il più attendibili possibile.

Ma potrei continuare per ore decantando le innumerevoli figure storicamente impeccabili con cui abbiamo potuto giocare nel corso degli anni grazie agli Assassin's Creed: da Altair a Eivor Varinsdottir, da Connor Kenway (e prole) a Hope Jensen, passando per Arno Victor Dorian e Jacob ed Evie Frye. In alcuni casi, all'inizio dell'avventura, al giocatore è stata data anche la possibilità di scegliere se voleva interpretare una versione maschile o femminile del personaggio principale, proprio come accade nella vita vera.

La storia stessa della serie è basata sulla teoria scientifica della mela dell'eden al giorno che toglie il medico di torno... Quindi, perché fare questo sgarbo ai veri videogiocatori e inserire un protagonista nero in Giappone definendolo un samurai? Naturalmente non è razzismo e le lamentele non nascono dal colore della sua pelle, non sia mai, ma solo dall'impossibilità di chiarire se fosse o no un samurai a pieno titolo. Le leggende dicono di sì, alcuni testi storici dicono di sì, ma non c'è quella certezza che serve per permettere al vero giocatore di immergersi nel gioco. La cosa mi rende così triste che vado a scalare una sfinge con Bayek di Siwa. Lassù nessuno mi vedrà piangere mentre guardo malinconico verso il deserto, per l'affronto fatto alla storia dell'umanità.

Questo è un editoriale scritto da un membro della redazione e non è necessariamente rappresentativo della linea editoriale di Multiplayer.it.