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The Elder Scrolls: Blades, c’è un po’ di gioco tra le microtransazioni?

The Elder Scrolls: Blades ha spinto oltre il concetto di microtransazioni nei free-to-play, tanto da inquietare sui possibili sviluppi di questi sistemi di monetizzazione.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   12/04/2019
The Elder Scrolls: Blades
The Elder Scrolls: Blades
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La sensazione lasciata da The Elder Scrolls: Blades dopo molte ore di gioco è strana, in un certo senso aliena, come se non avessimo passato del tempo con un GDR elettronico ma con una specie di slot machine fantasy in cui tutto ha un prezzo, anche l'inimmaginabile. Il nome The Elder Scrolls attira, ma qui delle avventure della saga principale è rimasto poco o nulla, mentre sono presenti ovunque dei colli di bottiglia pensati per far spendere soldi al giocatore; colli di bottiglia che finiscono per ammazzare completamente l'atmosfera di gioco, visto che denarrativizzano e impoveriscono ogni singola meccanica.

Girando per la rete ci siamo imbattuti in un articolo di Paul Tassi per Forbes che parla proprio di questo argomento, illustrando sostanzialmente tutti i modi in cui The Elder Scrolls: Blades chiede soldi ai giocatori. Tassi arriva a definirlo un vero e proprio incubo, opinione che, arrivati al livello 20 prima dell'abbandono completo, condividiamo appieno. Sostanzialmente non c'è un singolo sistema di The Elder Scrolls: Blades che non preveda la spesa di soldi veri. Vuoi aprire in tempi ragionevoli le casse che hai accumulato giocando per non dover distruggere quelle supplementari? Paga (proprio oggi pare che abbiano abbassato i tempi di apertura delle casse argento, che erano di tre ore). Vuoi avere più spazio nell'inventario per le casse? Paga. Vuoi altro spazio? Paga di più. Vuoi ottenere delle casse pregiate (il gioco prevede casse di cinque livelli, ma al livello venti noi abbiamo trovato soprattutto casse argento, poche casse oro e nessuna delle casse superiori, ossia quelle Elder e Legendary), quelle con l'equipaggiamento migliore? Paga. Vuoi un'arma leggendaria, una di quelle più desiderare della serie principale delle Elder Scrolls, enormemente migliore di qualsiasi cosa si possa trovare giocando? Paga. Vuoi accelerare i tempi di ricostruzione della città, che non si capisce perché debba essere finanziata in toto da noi senza però fruttarci nulla? Paga. Vuoi accelerare il processo di creazione e rifinitura dell'equipaggiamento? Paga. Vuoi aumentare la capienza dell'inventario degli oggetti (non quello delle casse)? Paga. Vuoi completare automaticamente le missioni? Paga. Vuoi avere vite extra per le missioni? Paga. Vieni ucciso di nuovo dopo aver pagato e vuoi continuare ancora perché non vuoi perdere i progressi? Paga di più. Succede di nuovo? Paga ancora di più. Vuoi comprare decorazioni per la città, pacchetti di materiali aggiuntivi, pacchetti eroe? Paga, paga, paga. E non crediate che i prezzi siano bassi, perché con quanto si spende per acquistare un gioco completo su PC o console, qui ci si porta via una quantità di gemme consumabile in un numero relativamente basso di acquisti in gioco, se pensate che le sole armi leggendarie costano 15€ l'una circa.

Se vi chiedete cosa sia rimasto dell'epica e del senso di avventura delle Elder Scrolls in questa continua tensione verso la carta di credito, la risposta è abbastanza semplice: nulla. Si gioca per il solo piacere derivante dai rinforzi variabili di cui è pieno il gioco e morta lì. Giusto dire che The Elder Scrolls: Blades è ancora in Accesso Anticipato, ma dubitiamo che la situazione possa migliorare di molto con i futuri aggiornamenti, anche perché richiederebbe una completa revisione strutturale del gioco.

Ciò che inquieta davvero è però altro: nonostante le polemiche degli scorsi mesi, nonostante alcune legislazioni si siano fatte più stringenti in materia e nonostante l'aumento della consapevolezza dei problemi che possono comportare, la situazione non è migliorata di una virgola e, anzi, l'industria videoludica non fa altro che elaborare sistemi di monetizzazione sempre più invasivi, alzando continuamente l'asticella. Evidentemente sperano che il pubblico sia composto di babbei... e forse hanno ragione, visto che The Elder Scrolls: Blades ha prodotto 500.000 dollari di ricavi in meno di una settimana.