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Total War: Rome 2 e la folle polemica sulle generalesse

La polemica su Total War: Rome 2 nasce da presupposti falsi e da persone che chiedono meno politica nei videogiochi facendo essenzialmente politica.

NOTIZIA di Simone Tagliaferri   —   26/09/2018

In questi giorni si sta discutendo moltissimo dell'aggiunta tramite patch di donne generali, o generalesse, a Total War: Rome 2, che ha causato un aumento esponenziale di recensioni negative del gioco su Steam. Le motivazioni per le stroncature sono le stesse che sono già state utilizzate in altri casi simili. Per comodità possiamo riassumerle tutte nell'adesione degli sviluppatori, in questo caso Creative Assembly, a una certa agenda politica che vuole infilare le donne anche dove non dovrebbero esserci. Ovviamente, come nel caso di Battlefield 5, non sono mancati gli accorati appelli di storici per caso che si sono stracciati le vesti di fronte a un tale sfregio della mascolinità dei nostri antenati. In effetti come non provare empatia per le ragionatissime e documentatissime tesi di questi rigorosi e vigorosi eredi di Marc Bloch e Lucien Febvre? Che poi nel fondamentale testo "Le più belle storie. Antica Roma" è Paperino a fare il legionario, mica Minni.

Battute a parte, i problemi di fondo dell'intera faccenda sono sostanzialmente due. Il primo è la fallacia dei presupposti della tesi accusatoria. Spieghiamo. La patch pubblicata da Creative Assembly non introduce generalesse donne in tutti gli eserciti del gioco, ma solo in alcuni, oltretutto con percentuali di spawn molto diverse a seconda della popolazione selezionata. Ad esempio l'esercito romano ha una percentuale di spawn delle generalesse pari a zero... come zero? E allora quelli che si stanno lamentando che metà dei loro generali romani sono diventati donne? Alcuni hanno pubblicato anche delle immagini... false, ovviamente. Avete capito bene, tutte quelle recensioni negative su Steam basate sul fatto che sia assurdo che ci siano delle generalesse nell'esercito romano sono state scritte da persone che non si sono nemmeno degnate di avviare il gioco per verificare la fondatezza di certe affermazioni. La sostanza è che molti stanno accusando Creative Assembly di essersi piegata a una determinata agenda politica, ma gli unici ad averlo fatto sono stati loro assumendo acriticamente un punto di vista di parte senza verificarne la veridicità. Del resto la patch che ha introdotto le generalesse non è stata pubblicata ieri o ieri l'altro, ma ormai più di sei mesi fa. La comunità di Total War: Rome 2 non aveva dato alcun peso alla nuova caratteristica, perché si tratta di una meccanica equilibrata e sensata che nulla toglie al gioco. Insomma, le lamentele sono posticce, fatte da gente che non ha più giocato al titolo e per la gran parte basate su assunti completamente falsi.

Linciaggio

Il secondo problema riguarda più specificatamente il linguaggio della serie di Creative Assembly. Parliamoci chiaro, i Total War non ci sono mai andati troppo leggeri con gli svarioni storici. Stranamente fino a oggi la comunità non aveva avuto molto da ridire sulle architetture sbagliate, su alcune leggerezze negli eserciti e sulle molte assurdità cronologiche. Al massimo si sono segnalati gli errori senza fare grosse polemiche, nella speranza che fossero sistemati tramite patch o nei capitoli successivi. In fondo i maiali da guerra di Total War: Rome vengono ricordati con simpatia, non con odio e disprezzo. Di suo Creative Assembly si è sempre presa delle grosse libertà sugli scenari storici dei suoi titoli, senza averne mai fatto troppo mistero. Quindi è assurdo che solo ora la precisione storica abbia iniziato a rivestire una tale importanza per una comunità che nei fatti non l'ha mai considerata fondamentale. Del resto la discussissima patch introduce le donne solo in eserciti in cui ha senso farlo. Magari ce ne sono di più rispetto a quanto raccontato dai libri di storia, ma va detto che quando si introduce una certa meccanica in un videogioco è perché si vuole che venga utilizzata e che, quindi, influenzi il gameplay in qualche modo, non certo per tenerla nascosta.

Insomma, nella sostanza ci troviamo di fronte a una polemica assurda e basata su pregiudizi di natura squisitamente politica, che con la storia e la storicità non ha davvero niente a che fare. Forse proprio per questo sta avendo tanta risonanza. Fosse stata davvero una discussione relativa all'accuratezza storica e non l'ennesimo linciaggio, non se la sarebbe filata nessuno.