Si tratta di un periodo di critiche inutili contro Ubisoft, con la compagnia che ha dovuto affrontare due attacchi contro i personaggi di due giochi di punta in arrivo in questa fine 2024. Il più rumoroso è stato ovviamente quello rivolto ad Assassin's Creed Shadows e a uno dei protagonisti, Yasuke.
Come tutti saprete (ma ripetiamolo per sicurezza), è nato un piccolo scandalo attorno al personaggio, un samurai di colore creato a partire da una vera figura storica dell'epoca nella quale è ambientato il videogioco. Non vogliamo di nuovo approfondire la questione, quindi in breve fateci dire che il grosso delle critiche hanno come sempre una matrice razziale, con infinite discussioni sul fatto che il titolo di samurai non sia adeguato per descrivere il personaggio (sebbene tanti storici anche giapponesi dicano il contrario) e sul fatto che è sbagliato avere un protagonista non giapponese nel gioco (una protagonista giapponese c'è, ma è una donna quindi a quanto pare non conta?).
Nel caso di Star Wars Outlaws, invece, la situazione è stata leggermente diversa.
Le critiche a Star Wars Outlaws
Nel caso del gioco di Guerre Stellari, le critiche sono state un generico "le donne nei videogiochi non sono più attraenti", un tipo di narrativa che non è affatto nuova (e problematica sotto tanti punti di vista, visto che non c'è alcun bisogno per i personaggi di essere obbligatoriamente attraenti) e che abbiamo sentito in passato ad esempio anche con Horizon Forbidden West (Aloy è pensata per essere attraente ed è attraente, giusto vi fossero dubbi lo precisiamo).
In risposta a tutto questo, il creative director Julian Gerighty ha replicato che, prima di tutto, la protagonista di Star Wars Outlaws è assolutamente attraente ed è assurdo affermare il contrario. In seconda sede, la verità è che il discorso non ha veramente valore dal suo punto di vista. Spiega che chiaramente tutte le critiche sono in malafede e che non sono discussioni aperte, ma solo sterili attacchi che non portano da nessuna parte e alle quali non serve nemmeno dare seguito.
Ci troviamo assolutamente d'accordo e avremmo gradito se Ubisoft avesse chiesto consiglio a se stesa su come affrontare il discorso di Assassin's Creed Shadows. Al di là di alcuni errori nella rappresentazione di alcuni elementi giapponesi (come lo stemma di Nobunaga messo al contrario), Ubisoft non aveva assolutamente bisogno di rispondere agli attacchi contro il suo Yasuke, perché non ha fatto altro se non giustificare un tipo di odio cieco che si rafforza a ogni risposta diversa da "avete torto".
Siamo quindi contenti che almeno a questo giro la risposta sia stata chiara e che si sia evitato di dare spazio a commenti e pensieri inutili.