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La strada dei Ninja

Ryu Hayabusa alle prese con un braccio demoniaco e un'orda di fan assetati di sangue!

RECENSIONE di Antonio Jodice   —   27/03/2012

Il mondo dei piacchiaduro a scorrimento s'è diviso in due negli ultimi anni: da una parte Kratos e le sue divinità, dall'altra Ryu Hayabusa e i ninja sopravvissuti al Giappone medievale, in grado di risolvere qualsiasi situazione impossibile grazie ad arti marziali tramandate da millenni. Due scuole di pensiero opposte, con i ninja, nati dalla fantasia un po' morbosa di Itakagi, a rappresentare quasi una trasposizione dinamica della complessità

La strada dei Ninja

delle meccaniche dei picchia duro a incontri in un contesto che fino ad allora aveva conosciuto poche combinazioni di tasti. Il tecnicismo estremo di Ninja Gaiden contro la morbidezza e la spettacolarità di God of War. Itakagi, però, se n'è andato, lasciando milioni di appassionati, di recente anche su piattaforme Sony, in attesa di sapere che strada avrebbe intrapreso Team Ninja con questo Ninja Gaiden 3. Una strada lunga, tortuosa (decisamente), piena di personaggi improbabili, salti nel vuoto e delusione, purtroppo.

Facciamo la rivoluzione

In Ninja Gaiden 3, come detto, c'è un po' di tutto. Il pretesto per mettercelo è la storia di una strana associazione segreta che pare intenzionata a mettere in subbuglio tutto il mondo con una serie d'attentati, partendo da Londra, passando per il deserto Arabo e isolette tropicali. Un po' come i templari di Assassin's Creed, gli Alchimisti di Team Ninja (le cui più alte gerarchie richiamano Ezio Auditore pure negli abiti) si sono nascosti per secoli agli occhi del mondo, in attesa di sferrare un attacco tremendo, che passa anche per il nostro Ryu, il sangue di drago della dinastia Hayabusa e la sua spada, che si trova al centro di una macchinazione molto complessa e a cui si viene a capo dopo una decina d'ore di gioco (a livello normale), senza che però si riesca mai a capire come sia stato possibile inventare una storia così contorta. La trama nei Ninja Gaiden non era mai stata certo brillante, ma almeno serviva per dare un contesto coerente a un tipo d'azione senza pari che qui è radicalmente mutata. Agli scontri nei livelli, che oscillavano sempre tra il Giappone medievale e quello moderno, con derive demoniache in attesa dietro ogni angolo, qui si intramezzano continui salti da elicotteri e grattacieli, mosse finali con quick time event per chiuderle e qualche boss mastodontico che prova

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a fare il verso alle coreografie di God of War e gli scontri coi titani, senza riuscirci, però. Perché il motore, sempre lo stesso, era nato per fare altre cose e perché per arrivare ai livelli di Kratos servono anni di studio e tanta ispirazione, cosa che qui sembra mancare dall'inizio alla fine. Non sembra esserci una linea guida e sembra di trovarsi, a tratti, di fronte a un gigantesco fan service (con personaggi e ambientazioni riciclate dell'universo Ninja Gaiden) che però si dimentica che gli amanti della serie attendevano questo capitolo per le meccaniche di gioco, più che per il contorno, per i mostri "spettacolari" e che non crediamo possano capire l'intrusione nella saga di realtà virtuale, alterazioni genetiche, citazioni da Metal Gear Solid e persino da i fumetti a stelle e strisce con continue contraddizioni e punti ciechi nella storia. Alla fine, è più probabile che riesca a divertirsi chi non abbia mai giocato a un Ninja Gaiden prima d'ora e che sia alla ricerca di un action fatto con una certa cura nelle animazioni.

Meccaniche celesti

Quello che non cambierà mai di Ninja Gaiden, o che almeno non è cambiato neanche in questo capitolo, è la bellezza delle animazioni, che restano fluide, continue, sanguinolente e che riescono a momenti a far scaricare una rabbia atavica che viene sradicata dall'animo dopo una giornata di studio o di lavoro tremendo di chi gioca. Una catarsi demoniaca che, però, faceva leva su una difficoltà vecchia scuola e che chiedeva al giocatore di imparare mosse, counter e parate come in un Virtua Fighter, quasi. Decine di pad sono andati in frantumi per colpa del Team Ninja che, forse sentendosi colpevole e più probabilmente inseguendo vendite più cospicue, decide di intraprendere tutt'altra strada. Attraverso gli otto giorni in cui si dipana la trama, si passa quasi sempre indenni (tranne che in un paio di scontri) e questo anche perché si è deciso di abbattere, anche al livello più difficile, l'ostilità del codice in maniera radicale. In Ninja Gaiden 2 bisognava centellinare gli item comprati al negozio di Muramasa (scomparso se non per un breve cameo) per riprendere energia o rinascere, le frecce esplosive per l'arco e bisognava decidere con attenzione l'arma da usare contro ogni nemico e in ogni ambientazione.

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In Ninja Gaiden 3 le frecce dell'arco sono infinite, a un certo punto della trama diventano pure esplosive senza che si sappia perché; di armi ce n'è una sola, la Katana, e non c'è alcuna evoluzione del personaggio; sono spariti gli smembramenti degli arti e la salute del nostro eroe si ricarica automaticamente dopo ogni ondata superata con successo. Si ricarica anche a ogni salvataggio, un falchetto che appare a intervalli regolari durante gli stage e, soprattutto, si riempie dopo aver scatenato un Ninpo. In Ninja Gaiden 3 ci sono due tipi di colpi (forte e veloce), una parata che serve anche per scivolare alle spalle dei nemici, gli shuriken e il già ricordato arco che nel secondo episodio aveva seri problemi di puntamento, mentre qui diventa un infallibile strumento di morte che basta sguainare per vederlo fisso sul nemico più vicino con un sistema di auto target e lock che non molla il bersaglio neanche sotto tortura. Una specie di smart bomb con munizioni infinite. Il Ninpo, già citato, si carica dopo un numero di uccisioni e permette a Ryu di lanciare un drago d'energia che travolge tutti i nemici su schermo e che, manco a dirlo, lo rimette in piena salute. Tra l'altro, ogni tot nemici, il braccio destro comincia a pulsare di sangue e, tenendo premuto il colpo forte, Ryu è in grado di eseguire una serie di colpi sequenziali che tagliano a fette i nemici a qualsiasi distanza siano con delle uccisioni che servono per fargli pulsare nuovamente il braccio.

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Volete fare una prova? Mettete il pad dietro la schiena e provate a premere, alternandoli, i due pulsanti del pad senza toccare le leve analogiche. Siamo certi che riuscirete a passare più di un paio di combattimenti senza morire. Anche aumentando la difficoltà, pur crescendo i problemi e bisognando, finalmente, stare attenti a come ci si comporta, le regole del gioco non cambiano e, se questo di per sé non è un problema, fa capire come si sia cambiato decisamente rotta, senza però trovare un porto franco in cui attraccare. Ninja Gaiden 3 resta comunque un'esperienza divertente ma, come detto, consiglieremmo di affrontarla a un novizio, più che a un esperto. Intendiamoci, anche il secondo capitolo, a parere di chi scrive, s'era trovato un po' incastrato tra la voglia di restare fedele a una scelta di difficoltà estrema e la necessità di venire incontro a quei giocatori che avevano una vita sociale, lontana dalla console, ma restava un bilanciamento che era in grado di dare soddisfazione a più tipi di giocatore, mentre qui si rischia di non contentare nessuno.

Trofei PlayStation 3

Lunga è la strada che porta al platino, verrebbe da dire. Portata a termine la campagna in modalità single player ci siamo trovati con circa il 30% di trofei sbloccati, tutti bronzo e due argento. Bisogna giocare tanto, a livello di difficoltà più elevato anche e, soprattutto, online. Insomma, ci vuole un bel po' di dedizione per il bottino pieno.

Danza di spade

Superato l'impatto con la giocabilità e presa la mano coi cambiamenti decisi, resta un motore fluidissimo, inchiodato a 60 fotogrammi al secondo e che, vale sempre la pena ribadirlo, mette in scena coreografie che pochi altri giochi si possono permettere. Ci sono anche momenti spettacolari con boss enormi che hanno anche pattern d'attacco vari che vanno studiati per essere superati, spezzati come sono da sequenze di quick time event che però non lasciano un grandissimo segno.

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Veloce e adrenalinico, Ninja Gaiden 3 risente però del peso degli anni e di quella tecnologia, che fa un po' prima ondata di giochi di questa generazione di console, per la quale un unico shader serve a rendere il riflettersi della luce su qualsiasi materiale, così che la pelle del vestito del ninja e le rocce di una foresta tropicale abbiano un look un po' troppo simile. A un certo punto del gioco, senza voler svelare troppo di quel che accade, si torna in una delle ambientazioni del secondo capitolo e ci si rende conto di quanto poco sia cambiato nel corso degli anni. I cambiamenti hanno tutti a che fare con la giocabilità che resta unica a suo modo, ma che bisogna valutare con attenzione prima dell'acquisto, perché c'è da restare parecchio scottati a meno che non si sia in cerca di una serie di combattimenti coreografici in cui trovare veloci e sadiche soddisfazioni. C'è anche una modalità multiplayer che mette contro due squadre di quattro ninja, che si devono fare a fette e pure tradire e ci sono delle sfide da fare online per guadagnare punti e modificare l'aspetto del proprio Ninja, pure in cooperativa. Da valutare il successo in rete, visto che, tra l'altro, è necessario l'acquisto di un online pass per giocare...

Conclusioni

Versione testata: PlayStation 3
Multiplayer.it
6.0
Lettori (84)
6.6
Il tuo voto

Sarebbe ingiusto dare a Ninja Gaiden 3 un'insufficienza. Il gioco ha la giusta durata, una paio di scontri con boss che, se pur completamente fuori trama o contesto, sanno divertire e le solite belle animazioni. Il problema è che non è più Ninja Gaiden e che questo cambiamento non è controbilanciato da scelte o estro che sappiano garantirgli un posto di primo piano nel mondo dei giochi d'azione, che vanta oramai alcuni esponenti di prima grandezza e su qualsiasi piattaforma. Team Ninja pare aver abbandonato la vecchia strada senza averne trovata una nuova ed è bene avvertire chi con Ryu aveva passato momenti difficili, ma indimenticabili. Qui c'è un po' di sana violenza che, in un gioco, può essere persino terapeutica, ma davvero poco altro.

PRO

  • Azione frenetica e lunga
  • Un personaggio leggendario
  • Alcuni boss con cui divertirsi

CONTRO

  • Facile e non abbastanza spettacolare
  • Manca una precisa identità
  • La trama è il nuovo punto di riferimento nella storia di Team Ninja