Tutto nasce da un anello. Il malvagio Sauron, frustrato dal vivere costantemente infilato dentro un'armatura nera e minacciosa, senza neanche la possibilità di togliersela per andare al bagno (immaginate che acquario all'altezza dell'inguine), ispirato dal Divino Otelma, prima che partisse per l'Isola degli Elfi Famosi, forgia un anello kitsch con cui vuole provare a prendere il comando della Terra di Mezzo.
Sulla sua strada trova Frodo, piccolo Hobbit che passa sin troppo tempo con il suo gaffiere, Sam Gangee, destando sospetti nei vicini impiccioni. In realtà Frodo non aveva alcuna intenzione di infastidire Sauron. È stato Gandalf, in combutta con Aragorn, anche chiamato Granpasso per la velocità con cui se la dà a gambe davanti ai nemici, a coinvolgerlo. Aspettate, ci giunge voce che stiamo scrivendo dell'anello sbagliato. Vabbè, ma di un gioco che si chiama The Book of Unwritten Tales, un povero redattore potrà scrivere quello che gli pare? Va bene, posate quei machete che rischiate di rovinarmi la pettinatura a ginocchio di moffetta.
Il titolo di KING Art, magistralmente tradotto in italiano (così evitiamo che qualcuno lo chieda nei commenti... pia illusione) racconta la storia dell'archeologo gremlin MacGuffin e di un potente anello che può determinare il destino del mondo. La guerra infuria minacciosa da anni e tutte le fazioni in campo sembrano volere per loro l'artefatto di MacGuffin, forse più raro delle mutande indosso a Sara Tommasi. Ovviamente le forze dell'oscurità sono le più motivate e organizzate e inviano i loro agenti migliori per prendere l'anello. Riusciranno i quattro improbabili eroi selezionati a caso da un elenco telefonico del bene a evitare che l'oggetto di forma circolare finisca in mani sbagliate? Solo la risoluzione di una miriade di enigmi potrà stabilirlo...
Dov’è il mio pollo di gomma?
The Book of Unwritten Tales è un'avventura grafica 2D classicissima che punta (e clicca) tutto sul riportare alla mente quell'epoca in cui noi videogiocatori eravamo più felici perché i videogiochi erano più intelligenti. In realtà la grafica è modellata in 3D, ma la struttura è essenzialmente bidimensionale. L'interfaccia è immediata: con il mouse si muove il puntatore, con i due tasti s'interagisce con gli oggetti. L'inventario si trova nella parte bassa dello schermo ed è richiamabile in qualsiasi momento.
Sin dalle prime battute, in cui vengono introdotti alcuni dei protagonisti, è chiara la volontà di rifarsi ai titoli classici di LucasArts come i Monkey Island o Sam & Max, ma non è difficile scorgere l'influenza dei Simon The Sorcerer (fortunatamente non dell'ultimo). I dialoghi trasudano simpatia e ironia, con battute folgoranti che accompagnano la risoluzione degli enigmi e che non appaiono mai forzate. Prendiamo ad esempio uno dei protagonisti giocabili, il nano Wilbur, eroe suo malgrado e ingranaggio di una storia ben più grande di lui, che cattura l'affetto del fruitore con il suo malinconico sarcasmo (ricorda vagamente quello del protagonista di The Whispered World, anche se con meno pessimismo di sottofondo). In uno dei primi enigmi deve riuscire a soddisfare le richieste del nonno un po' tocco, purtroppo l'unico a dargli retta riguarda a un fatto che non vi anticipiamo, e per farcela dovrà sfoderare un grande ingegno che lo porterà a finire lanciato in cielo in una specie di supposta gigante. Ci fermiamo qui per non rovinarvi i colpi di scena con anticipazioni inopportune, ma speriamo che abbiate capito il tono generale dei dialoghi e delle situazioni in cui ci si trova invischiati per tutta l'avventura.
Leggera come l’aria
Gli enigmi sono molti e, a conti fatti, ci troviamo di fronte a un'avventura lunga e articolata, con i livelli pieni di hot spot (sottolineabili premendo un tasto). Andando avanti nella storia diventa possibile usare più personaggi (in realtà la risoluzione degli enigmi cambia poco o nulla, tranne in rare occasioni), caratteristica che aggiunge una certa varietà. Certo, in media la difficoltà dei singoli puzzle è piuttosto bassa, ma ci vorranno comunque una ventina di ore per arrivare a vedere il finale. Oltretutto negli ultimi due capitoli le cose si fanno più ardue, pur senza esagerare.
Insomma, gli avventurieri incalliti avranno le loro soddisfazioni, anche se difficilmente rimarranno bloccati per più di qualche minuto su un singolo enigma (per qualcuno questo può essere un fattore positivo).
Dal punto di vista grafico The Book of Unwritten Tales è un titolo di buona fattura, soprattutto visto il genere di appartenenza. I personaggi sono ben disegnati, così come gli scenari, alcuni di eccezionale bellezza. Purtroppo ci sono alcune debolezze che vanno sottolineate. Ad esempio le sequenze animate d'intermezzo non sono propriamente eccezionali e sembrano provenire dalla fine degli anni novanta, mentre alcune animazioni non sono affatto convincenti. Per il resto ci troviamo di fronte a un ottimo lavoro che non fa rimpiangere i migliori titoli del genere, con i colori usati benissimo e un gran gusto generale per il pittoresco e l'illustrazione fantasy. Molto belli i brani che compongono la colonna sonora, mentre dal punto di vista degli effetti sonori non c'è molto da segnalare, oltre che fanno il loro sporco lavoro e nulla più.
Conclusioni
Aspettarsi una buona avventura era lecito, ma qui siamo andati oltre. A livello di scrittura The Book of Unwritten Tales è una ventata di freschezza che ricorda il meglio delle produzioni Lucas, con battute folgoranti e situazioni molto divertenti. Notevole anche la longevità complessiva di una ventina d'ore, che varia secondo la capacità del giocatore di risolvere gli enigmi, ovviamente, ma che va ben oltre molti dei recenti rappresentanti del genere. Insomma, i puristi e gli inguaribili romantici saranno contenti. L'unica lamentela potrebbe riguardare la completa assenza d'innovazioni, ma in fondo sembra che queste ultimi interessino poco nei generi più commerciali, quindi perché farla pesare più di tanto in un'avventura grafica (un po' sì, dai)?
PRO
- Il livello di scrittura è molto alto
- Diverse situazioni ed enigmi divertenti
- Longevo
CONTRO
- Qualche animazione sottotono, soprattutto nei filmati
- Qualche enigma troppo facile
- Zero innovazioni
Requisiti di Sistema PC
Configurazione di Prova
- Processore: Intel Core 2 Quad Q6600
- RAM: 4 GB
- Scheda video: GeForce GTX 560 Ti OC
- Sistema operativo: Windows Vista 32 bit
Requisiti minimi
- Sistema operativo: Windows XP/Vista/7
- Processore: Dual Core 2.0Ghz o superiore
- RAM: 2 GB
- Scheda video: da 128MB con supporto per Shader Model 2.0
- Spazio su disco: 5 GB
- DirectX: 9.0c