263

Sipario ampliato

Il nostro ritorno nell'universo BioWare, con nuovi finali ricchi di contenuti, saranno in grado di placare le polemiche?

RECENSIONE di Dario Rossi   —   27/06/2012

Attenzione: l'articolo contiene numerosi spoiler sulla storia e la mitologia di Mass Effect 3, chi ancora non l'ha giocato è pregato di non proseguire nella lettura.

Il caso di Mass Effect 3 è talmente singolare da non avere precedenti storici. Nello specifico sarebbe meglio parlare del "controverso finale di Mass Effect 3", l'epica chiusura di una trilogia che ha scandito questa generazione, la battaglia del comandante Shepard contro i terribili Razziatori, abilmente presentati come misteriosi alieni intenzionati a porre fine alle razze organiche. Ma più di tutto una battaglia contro sé stesso, con la coscienza delle vite perse e salvate lungo questi tre emozionanti capitoli. Il peso insostenibile del libero arbitrio, delle decisioni e delle conseguenze. Questa è stata da sempre la caratteristica fondamentale del kolossal BioWare, eppure per tante, forse troppe persone che hanno vissuto intensamente la "preparazione della resistenza interplanetaria", l'idillio è finito una volta entrati nella Cittadella per il confronto finale. Forse, aggiungeremmo, ignorando i tanti segnali lanciati dagli sceneggiatori tra le righe, non solo quelli di un sospetto indottrinamento da parte dei Razziatori, ma delle caratteristiche stesse di una vicenda che mai ha suggerito un epilogo positivo, o quantomeno allineato ai canoni della narrativa spicciola. E qui casca l'asino: se è legittimo il pensiero su come Mass Effect subisca il fatto di essere "solo" un videogioco, lo è meno appurare lo sfruttamento di un'iconografia fantascientifica tutt'altro che sperimentale, inutile negarlo, fatta di dialoghi verbosi, sofisticati e ricchi di particolari, ma anche tanta voglia di raccontare amoreggiando con le grandi opere popolari del passato.

Sipario ampliato

Quasi una telenovela galattica, con tanto spazio per storie sentimentali e di sesso, incredibilmente elaborate fino al punto da diventare fuorvianti, il focus è talmente schizofrenico da non stupire più di tanto nel voler addirittura arrivare a una visione filosofica. Da parte di chi sta scrivendo il finale di Mass Effect 3 è piaciuto molto, per la capacità di lacerare così intensamente la superficie emotiva prima di quella analitica, per lo sfruttamento dell'avatar Shepard, nostra immagine riflessa nel codice, il metaforico mezzo di meta comunicazione tanto caro a Hideo Kojima. Ma se il comandante non attiva la vibrazione del pad e non guarda mai in camera, l'ossessivo richiamo alla famigerata torta dei dialoghi per ogni questione, anche la più insignificante, rimanda a un feticismo degno di un libro game. È sempre il giocatore a decidere cosa fare e subirne le conseguenze, anche gravi, che possono manifestarsi con una perdita inattesa, dolorosa. L'impalcatura narrativa hollywoodiana di questo terzo capitolo, sicuramente (subdolamente?) animato da un patriottismo infantile degno di Roland Emmerich, è forse la causa principale della quantità smodata di critiche ricevute, perché una volta entrati in quel benedetto Crucibolo tutto cambia e porta a un finale criptico e altamente interpretabile. Alcuni punti però, sono chiarissimi. Cambia il concetto dell'alieno bastardone da rispedire a casa a calci, quando vediamo il bambino immagine del nostro rimorso-Starchild-Architetto o come cavolo volete chiamarlo che distrugge il nostro rassicurante egocentrismo, riportandoci alla buia realtà dell'irrilevanza. Quella dell'esistenza organica, fatalmente imprigionata nel pernicioso mito dell'immortalità.

Sipario ampliato

Una maledizione della quale conosciamo gli esiti, ancor prima che il fanciullo apra bocca. L'evoluzione può trovare il suo culmine e fine solo nella creazione della forma sintetica perfetta, quella senziente, che però, come i Geth, si ribellerà al suo creatore. L'immagine dei Razziatori viene quindi radicalmente sconvolta, trasformandosi addirittura in Deus Ex Machina per garantire l'ordine galattico. Shock. Il terrore dell'ignoto lascia spazio a una consapevolezza non meno straziante, ripetutamente suggerita nella saga, di Shepard come vettore di prima scelta per una svolta decisiva che porrà finalmente fine all'eterno ciclo del caos tra organici e sintetici. I Razziatori sanno bene chi è il comandante, chi siamo noi che lo guidiamo in ogni azione, ci conoscono, ci hanno osservati per cinque anni e chiedono il nostro sacrificio per decretare il destino dell'umanità. Nuove possibilità, dicono. Forse un test che non si limita al nostro alter ego. Ecco perché, culminando addirittura in uno scenario che trascende lo spazio e il tempo, viene completamente negata qualsiasi logica per la ricerca di puro concentrato emotivo. A Space Odissey videoludico? Forse - e a ragione - il maestro Kubrick si starà rigirando nella tomba, ma vogliamo ugualmente correre il rischio. Non ci sono finali malvagi o buoni in Mass Effect, negativi o positivi, ma solo i "nostri" finali e le percezioni soggettive che otteniamo da essi. Sia che il nostro modello si rispecchi in Anderson e la sua pistola, ottusa ma satura di buoni sentimenti, oppure nell'inquietante Uomo Misterioso e le sue visioni di dominio, o infine l'intelligenza artificiale rappresentata da IDA; c'è un Game Over per ognuno di noi e una nuova storia da raccontare ai nostri nipoti. BioWare sembra voler comunicare direttamente con l'inconscio, facendo prevalere il nostro istinto sulla ragione e distruggendo anche il tabù delle azioni Eroe/Rinnegato (invertendo i colori), spazzando via quindi ogni obbligo morale. Decidere non è mai stato un gesto così puro quanto pregno di significato.

Sipario ampliato

La storia finita

Tuttavia le molte critiche ricevute hanno spinto BioWare alla realizzazione di un DLC complementare e gratuito, che raddoppia la durata dei finali aggiungendo nuovi dialoghi e cutscene, realizzate sia con il motore di gioco che attraverso render, che cercano di chiarire i non pochi punti oscuri lasciati in seno all'utenza, cercando allo stesso tempo di non alterarne il significato. Per accedervi è sufficiente recuperare un file di salvataggio prima del confronto finale, altrimenti il gioco ne creerà automaticamente uno prima dell'attacco alla base Cerberus. Il materiale inserito è considerevole, ma il risultato è a dir poco emblematico. La tipologia dei contenuti trattati dimostra palesemente l'influenza delle lamentele manifestate dagli utenti, cosa per noi non positiva nell'ottica dell'espressione artistica, ma il risultato porta a sequenze finali che curiosamente vanno a indebolire le giunture narrative anziché rafforzarle. Incredibile ma vero. La descrizione della fuga della Normandy, ora resa didascalica fino all'imbarazzo è poco conto rispetto alla pesante modifica sui portali, che non esplodono più, ma rimangono semplicemente danneggiati.

Sipario ampliato

Una differenza non certo irrilevante, visto che nel DLC L'Avvento veniva chiaramente spiegato che la loro esplosione avrebbe portato alla distruzione di un intero sistema. Questo particolare a nostro avviso inquina la legittimità della sceneggiatura, rendendo impossibile capire se si è trattato di un errore o di una modifica dettata dalle lamentele. È molto difficile pensare che quello proposto sia il vero finale come BioWare l'aveva concepito, dal momento che ogni sequenza raramente sfugge alla ridondanza narrativa e il tutto sembra piuttosto forzato per correre ai ripari. Oltre alla già citata Normandy viene alterato il valore catartico del pianeta sconosciuto dove questa atterra, in origine enfatizzato dalla distruzione dei portali, e dove Joker e compagni avrebbero dovuto inaugurare un nuovo inizio. E ancora, la famigerata sequenza di Shepard ancora vivo tra le macerie che possiamo ammirare nel finale Distruzione stona vistosamente con le nuove scene aggiunte, tra cui vediamo un'affranta Liara nell'atto di commemorazione del compagno di avventure. Per contro a molti faranno piacere gli approfondimenti sulle varie razze, mostrate attraverso le molte illustrazioni, anche questo in verità sembra rientrare in una politica di fan service consolatorio, ma che poco o nulla aggiunge ai risvolti deducibili dai finali originali. Tra questi va citato il messianismo dello Shepard-Razziatore nell'ending Controllo, o il commento di IDA per quello Sintesi. Curiosamente troviamo anche un finale inedito, dove Shepard non prende alcuna decisione, costringendo i Razziatori alla conclusione del ciclo. In questo modo gli umani subiscono la stessa funesta sorte dei Prothean, lasciando però ai posteri i progetti per un nuovo Crucibolo. Mass Effect 3: Extended Cut rimane un contenuto consigliato a tutti, d'altronde è gratuito, che molti apprezzeranno per il maggiore valore didascalico e le scene aggiunte, che però non fortificano quanto precedentemente costruito da BioWare, ma anzi ne indeboliscono per certi versi la coerenza. In un modo o nell'altro la storia è conclusa, stavolta speriamo per davvero. Diamo un ultimo saluto all'eroico capitano Shepard!

Sipario ampliato

Conclusioni

Versione testata: Xbox 360
Digital Delivery: Xbox Live Arcade, PlayStation Network, Origin
Prezzo: Gratuito
Multiplayer.it

Lettori (7)

9.7

Il tuo voto

PRO

  • Gratuito
  • Finali estesi, con nuove scene e dialoghi
  • Sempre emozionante

CONTRO

  • Nessuna parte giocata
  • Anche troppo didascalico
  • Ci sono alcune incongruenze